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Alfonsine

 

 


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Il carraretto d'Budèla.

Casa di Francesco Camanzi, detto "budèla", poi del figlio Domenico (Mingò d'Budèla").
Casa di Vincenz (e' frares).
Caseggiato "Litti" (Angelo Bassi)
Nel dopoguerra casa demaniale, costruita  e abitata da famiglia Marraffa

Il carraretto che da Corso Garibaldi arriva diritto fino all'argine del fiume Senio oggi è chiamato "via Divisione Cremona", ma un tempo era detto "e' cararett d'Budela".

 (cliccare o toccare le immagini per averne un ingrandimento)

NEL PUNTO 1   
(della mappa a destra) 

PRIMA DELLA GUERRA C'ERA: 

Una casa dove abitava la famiglia Camanzi 
(i "budèla")

 

Francesco Camanzi detto "budèla", gestiva un orto, con la moglie Domenica  (Minghina) che andava a vendere al mercato ogni mattina ceste ricolme di fresche verdure, coltivate anche dai figli Domenico, Caterina, Tonina e dalla nuora Paolina.

In anni lontanissimi il terreno di quel futuro orto fu la cava che servì per i mattoni delle case, che pian piano sorgevano e popolavano "e' Stradò" (da Lucia Berti,  "E' Stradò" pag. 24)

 

La casa dei Camanzi fu risparmiata dalla distruzione della guerra, come si vede dalle foto.

 

 

Nel dopoguerra

Il figlio di Francesco, Domenico (Mingò d'Budèla") nel dopoguerra continuò l'attività di ortolano. 

La casa non era stata distrutta, e fu ristrutturata e abitata da Mingò con moglie e figli Mirella e Andrea.

Ancora oggi 2021 è stata sistemata e ben tenuta dagli eredi.

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La casa di Vinzenz 
e' frares

NEI PUNTO 2   
(della mappa a destra)
 
PRIMA DELLA GUERRA C'ERA: 

Una casa dove abitava 
Vinzenz e' frares

 

Tutte le mattine, prima della guerra, lavorando a Bologna, prendeva l'autobus. Incappava sempre in un bigliettaio che, come primo saluto mattutino, gli faceva un gran sbadiglio, a bocca spalancata. 

Fallo una volta, fallo due, una mattina Vincènz, che si era procurato una piccola pistola, come l'altro aprì la bocca, gli sparò un colpo che gli trapassò la guancia. 

Così si fece alcuni anni di galera, prima di stabilirsi di nuovo ad Alfonsine. 

Nel dopoguerra 

Vincenzo il ferrarese ricostruì nello stesso punto dove aveva abitato, una sua piccola casa dove visse fino alla morte.

Qui ospitava spesso e volentieri una nota prostituta del paese.

Era cattivissimo con noi bambini dello 'Stradone', se facevamo rumore attorno a casa sua. E noi avevamo paura anche perché sapevamo che aveva la pistola, che aveva sparato a un uomo (non so se uccidendolo o no, tra di noi si diceva di sì), ed era stato in prigione. 

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Ecco come si presenta oggi la casetta.

 

Il caseggiato "Litti"

NEI PUNTO 3   
(della mappa a destra) 

PRIMA DELLA GUERRA C'ERA: 

Un basso e lungo caseggiato dove abitava la famiglia di "Litti" (Angelo Bassi)

Il padre Angelo Bassi detto "Litti" con la moglie Ida (conosciuta per Modesta), i figli Casto, Piretto, Giuseppe, ("Fini") e Quinto. 

"Litti" era aiutante mani-scalco nella bottega di Battista Golfieri ("Batèsta de' frador"), che si trovava proprio nella palazzina, affacciata sulla strada, a pochi passi da casa sua.

 

 

 

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Ex-casa del Demanio
(casa Marraffa)

poi casa Pezzi (Idra)

NEI PUNTO 4   
(della mappa a destra) 

PRIMA DELLA GUERRA NON C'ERA NULLA

Lungo il carraretto nel dopoguerra furono costruite diverse nuove abitazioni.

La più storica è quella che si trova proprio dall'altra parte in faccia a casa Camanzi: fu costruita negli anni '50 come casa del guardiano del Senio, che fu il sig. Marraffa. Qui abitò con la famiglia la moglie e quattro figlie: MariaTeresa, Elisabetta, Marina e AnnaMaria.

La casa, di proprietà demaniale, era ridotta malissimo (foto a destra), dopo che gli inquilini Marraffa se ne erano andati da anni: è stata acquistata nel 2018 dalla famiglia alfonsinese Pezzi, che la sta ristrutturando ancora oggi 2021 (foto a destra)

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