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| Alfonsine | Ricerche sull'anima di Alfonsine |
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Mario
Cassani,
di
Luciano Lucci Mario Cassani era alto poco più di un metro e cinquanta, ma non ebbe paura ad assumersi a soli trent’anni il compito enorme di governare la ricostruzione di Alfonsine, che usciva quasi completamente distrutta dalla guerra. Svolse il suo ruolo con fermezza e notevole capacità decisionale.
Solo dal 2002 avevo avuto modo di conoscerlo. Di lui sapevo che era
stato un personaggio importante per la storia di Alfonsine nel ‘900.
Così mi feci raccontare tutta la sua vita, e diventammo anche amici. Tu
non sei di origini alfonsinesi, dove sei nato? Da
“balilla” ad antifascista La
madre di Mario Cassani faceva la bracciante e lavorava anche in risaia. I
fratelli di lei facevano i boari. Dopo qualche tempo fu invitata dai
fratelli a raggiungerli ad Alfonsine, dove avevano trovato lavoro a
mezzadria nella tenuta di Tino Baracca, in via Carraie di Mezzo e in via
Passetto. Era l’ottobre del 1927. Mario aveva 11 anni e si inserì in
quinta elementare presso le scuole elementari comunali dello Stradone. Dove
trovaste casa?
Intanto
Mario aveva smesso di andare a scuola e faceva il garzone da barbiere
nella bottega del suo padrone di casa. “Lì cominciai a sentire i primi
discorsi contro i fascisti e i proprietari terrieri. Era gente che
lavorava e che si lamentava di come venivano trattati e mal pagati”. Come
diventasti antifascista? Di comunisti non ne aveva ancora incontrati Di comunisti Mario all’epoca non ne aveva ancora
incontrati. Nel 1936 prese in gestione una bottega di barbiere già
avviata, sotto i portici del Municipio. Poi a seguito della dolorosa e
prematura morte di Pino Pattuelli, padre del Profés, la vedova gli
chiese di acquistare il suo negozio, e così Mario iniziò a lavorare in
proprio, in via Borse. Da quel momento cominciò ad avere i primi
difficili rapporti coi fascisti locali, che lo tenevano sotto
osservazione. Come
mai ce l’avevano con te? Ancora screzi coi fascisti locali Una seconda occasione di screzi con un fascista locale, che era guardia municipale, capitò quando Mario si rifiutò di esporre la bandiera italiana nel suo negozio in occasione della presa di Madrid da parte delle truppe franchiste. Contattato dai comunisti clandestini Con questa reputazione Mario venne contattato da Sandrino (Alessandro Montanari), che era uno dei capi del Partito comunista clandestino di Alfonsine, che gli propose di far parte del partito. Mario accettò. Conobbe qui Annibale Manzoli, col quale si alternò poi come rappresentante dei comunisti nel Cnl locale. Gli venne dato l’incarico di costruire una rete nella zona di Madonna Bosco, e Passetto, anche per il mestiere che faceva e che favoriva spostamenti e contatti senza destare sospetti. Nel 1939 Mario ebbe l’opportunità di aprire un negozio
alla Madonna del Bosco dove si era liberata una stanza nella casa osteria
(oggi Osteria del Reno). Si trasferì con la compagna e la madre nel molino
in fondo a via Passetto, in affitto. Dal 1943 con la caduta del fascismo e con la guerra dovette abbandonare l’attività e dedicarsi totalmente alla lotta clandestina. Fu responsabile dell’attività partigiana della zona del Passetto e Madonna Bosco, si adoperò nella creazione e gestione di rifugi segreti, e nel far passare 400 partigiani che andarono a formare la Colonna Wladimiro oltre il fiume Reno, nella zona della valli. Operò col Cln nella realizzazione e gestione del pronto soccorso nei locali del Municipio di piazza Monti coi giovani medici dott. Errani e dott. Minarelli, e poi nella Casa di Fumì (Argelli) nel Borghetto. Sindaco
dal 1946 al 1951 Dopo
la liberazione di Alfonsine, con le prime elezioni amministrative del 1946,
fu eletto un Consiglio comunale a stragrande maggioranza comunista, e una
coalizione tra Pci, Psi e Partito d’Azione nominò sindaco di Alfonsine
proprio Mario Cassani. Qual
è l’opera di cui vai più fiero? La decisione di
spostare il centro del Il tutto Tesoriere della Federazione di Ravenna del PCI per 30 anni Nel 1951, esaurito
il suo mandato di Alla
fine del 1959 fu nominato vice presidente della Federazione delle
cooperative. In seguito Il suo
legame con Alfonsine rimase intatto,
veniva ad Alfonsine ogni volta che qualcuno lo invitava, vuoi per un
ricorrenza, vuoi per un incontro coi bambini delle scuole, oppure per
realizzare un dvd sulla storia della Resistenza nelle nostre zone, o per una
festa in suo onore come quella nel 2006 al Centro
sociale “Il Girasole”, è deceduto nel gennaio del 2013 all'età di 96 anni. |
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Nel 2005 a Rispoli in visita da Ottorino Gessi con Mario Cassani, il sindaco Antonellini e Luciano Lucci |