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Il Chiavicone

a cura di Luciano Lucci, con l'utilizzo della tesi di laurea di Gian Luigi Gambi

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Ecco com'era nel 1843 il Chiavicone. 
L'immagine è su una tavoletta votiva della Madonna del Bosco.
Il Chiavicone ha avuto varie denominazioni, tutte errate: dalla fine '800 fino ad oggi una fu "Chiaviconi della Canalina". Questo perché essendoci due grandi chiaviche a distanza di poche centinaia di metri in una zona dove scorreva un canale detto ‘Canalina’ (già Canal Vela) la gente appioppò ad entrambi il nome di “Chiaviconi della Canalina”, senza star più ad interessarsi quale storia e quali nomi li differenziasse. In alcuni scritti recenti si trova anche la dicitura "Chiavicone Napoleonico" (errata pure questa). In realtà il suo vero nome sarebbe "Chiavica Emissaria", almeno così la denominò nel 1839 l'Assunteria del Canale di Fusignano che aveva deciso di costruire 'una Chiavica con portone a vento e travata in un punto del Santerno Abbandonato nel cui alveo scorre il Canale (di Fusignano o dei Molini, ndr), non molto distante dal suo sbocco in Po Reno per evitare in tempo di piena i funesti regurgiti di questo fiume sul Canale'

Dopo l'approvazione del Cardinal Legato di Ferrara iniziarono i lavori nel 1840 che terminarono nel 1842. L'opera era completa di due portoni vinciani, una travata di abete e un casotto per verricello di manovra. 

 

Il manufatto permetteva anche il passaggio di barche, e per questo scopo erano stati operati due drizzagni, uno a monte e l'altro a valle della chiavica.

Fu quindi costruita anche la casa del custode. Un tal Vincenzo Billi di Madonna del Bosco fu il primo "Regolatore chiavicante".

Ancora fino a 2000 la casa era ricordata col toponimo "Ca ad Billi" (Casa di Billi)

 Il nome di Vincenzo Billi appare in una tavoletta votiva della Madonna del Bosco del 1843 

Un fanciullo cade nella chiusa e un uomo è travolto dagli argani.
I due erano Vincenzo Billi e Prospero Ricci, (i loro nomi e la data sono scritti nella parte alta della cornice), rappresentati in ginocchio nell'atto di invocare e ringraziare la  Madonna del Bosco. La chiavica è proprio quella detta Chiaviconi della Canalina, vicino al Passetto, e oggi protetta e col tetto ristrutturato. La prova sta nel fatto che Vincenzo Billi di Madonna del Bosco fu il primo "Regolatore chiavicante", come si legge dalla tesi di laurea di Gian Luigi Gambi, architetto del Consorzio di Bonifica Bassa Romagna, che cita il documento AACMF, Atti, Busta 1.

I compiti del Billi erano "di chiudere i portoni e di calare al fondo la travata ogni qual volta si presenterà la piena del Po istesso"

Il disegno mostra il guardiano della chiusa Vincenzo Billi mentre nel manovrare l'argano, rimane impigliato e trascinato giù, mentre un fanciullo, Prospero Ricci, è già caduto in acqua. Essendo un voto P-G-R, Per Grazia Ricevuta, la storia andò sicuramente a lieto fine.

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Nel 1891 al Chiavicone fu seppellito il pianterreno della casa per fare la rincalzatura di terra, furono murate le porte e le finestre, ed alzato il parapetto del ponte e la ingarganatura della travata. Così è rimasto fino ad oggi (2009)

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L'argano e il buco da cui caddero i due ragazzi Vincenzo Billi e Prospero Ricci (foto di  Luciano Lucci 3 marzo 2019)


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Disegno del 1842
(cliccare o toccare sull'immagine per avere un ingrandimento)

 

Successivi interventi  dal 1882 ad oggi

Nel 1882 l'Assunteria del Canale di Fusignano provvide all'innalzamento del muro a monte: l'operazione si rese necessaria poiché erano stati alzati gli argini del tratto inferiore del Santerno Abbandonato di un tratto di circa 800 metri a valle della Chiavica emissaria, portandoli al livello con gli argini del Po di Primaro (oggi Reno). Non venne innalzata la casa.

Nel 1891 però, a seguito di un nuovo innalzamento degli argini del Reno furono allungate "le due rampe di calata dalla sommità del Reno fino al piano degli argini del Canale" e si "corrobora l'edificio legando il frontone meridionale della chiavica con la parte prossimiore della casa mediante tre tiranti di ferro sepolti ad un metro di profondità nel nuovo argine". 

Fu di conseguenza "seppellito il pianterreno della casa lasciando fare la rincalzatura di terra, murando le porte e le finestre, ed alzando il parapetto del ponte e la ingarganatura della travata"

"Pianta della Casa di guardia dell'Emissario del Canale dei Molini di Lugo e Fusignano in sull'argine destro del Reno"

(ACB-BPR- Carte Assunteria CMF 1891)

Progetto dei lavori murari nella casa di guardia eretta sopra la Chiavica Emissaria del canale del Molino di Fusignano, entro il Reno.

 

Fino al 2006

 

Dal 2008

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Una relazione strana e misteriosa con le pipistrelle di Tebano

 

Le pipistrelle di Tebano hanno una stabilito una strana e misteriosa relazione con il Chiavicone. Nei vecchi rifugi scavati durante l’ultima guerra presso le colline faentine di Tebano sono presenti interessanti popolazioni di pipistrelli tra i quali figurano costantemente sia il Ferro di cavallo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum) che il Ferro di cavallo minore, che sono specie protette. 

Il destino ha voluto che a Tebano inizi il Canale dei Mulini, che nella nostra zona prende il nome di Canal Fusignano, per terminare proprio al Chiavicone. Non si sa bene perché, ma da qualche tempo molte ‘pipistrelle di Tebano’, quando gravide, volano lungo l’intero Canale dei Mulini fino al Chiavicone scelto come luogo per la propria riproduzione. Per garantire a tale specie protetta la riproducibilità sono stati finanziati, da Regione e Comune, interventi  per impedire il degrado dell’edificio. Nel 2008 furono realizzate alcune ristrutturazioni, in particolare è stato rinnovato il tetto, messa in sicurezza la balaustra che proteggeva dalla caduta nell'alveo del canale, e sono state poste panchine di sosta e informazioni storico-naturalistiche per i visitatori. 

Il Chiavicone deve così la propria sopravvivenza alle pipistrelle di Tebano e al fatto che esso fu inserito nell'area alfonsinese classificata a "Riserva Naturale Speciale", con decreto del Consiglio Regionale dell'Emilia-Romagna del 1988 … (su suggerimento del sottoscritto a Graziano Rossi attraverso il quale la Lega Ambiente di Alfonsine dell'epoca stese la richiesta di costituire un'area protetta ad Alfonsine).

Dove

Da Alfonsine si procede lungo via Raspona fino al ponte sul Reno presso Madonna del Bosco. Si svolta a sinistra, sull'argine prima del ponte e si procede per circa un chilometro. 

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Dopo aver passato la Chiavica del Passetto (già Molino) oggi in totale sfacelo, si procede fino a che si incontra l'argine del vecchio Santerno abbandonato che si immetteva in Po di Primaro (oggi Reno).  Quest'alveo è sotto la protezione regionale come Riserva Naturale Speciale. Si avanza costeggiando la Riserva fino a che si incontra il Chiavicone.

 

La mappa mostra il Chiavicone posto tra lo Scolo Destra Reno e il Reno (Po di Primaro)

La mappa mostra la zona delimitata a Riserva Naturale Speciale

 

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