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Caseggiato
di "Cudé"
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NEL
PUNTO 12
il
caseggiato di "Cudé" |
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Il proprietario "Cudé" Ettore Vassura, fratello di Francesco Vassura, (Mino d'Scaì), di Pino, e altri quattro fratelli, vi abitava, con la moglie Maria Martini, e una figlia Edda che morì giovane. Il caseggiato era a due piani, con due stecche di appartamenti: una aveva gli ingressi dalla parte della Villa Faggioli, e l'altra dal lato opposto, con ingressi dal cortile che oggi da verso i condomini "Marini": la prima parte era composta da tre appartamenti e l'altra da cinque. Erano a due piani, una stanza sotto, una sopra ed uno stanzino per ragazzi più cantina e bagno in comune. Il primo in fondo era abitato da Cudé stesso e famiglia, e gli altri da quattro diverse famiglie: Giusti-"Pelo", Dall'Oglio, Mirri "e mor dla Pipina", Geminiani-"Trappola" Durante la guerra (dalla foto aerea) la costruzione fu risparmiata dalla distruzione del minamento dei tedeschi. |
l'altro
lato degli appartamenti del caseggiato di "Cudè"
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Nel dopoguerra Il caseggiato fu abitato ancora da "Cudé" e dalla moglie e da quattro altre famiglie (Bonafè, Zaganelli, Giusti-"Pelo", Mirri "e mor dla Pipina" Geminiani-"Trappola", Nardino Coatti, sig.ra Gavagna con vari nipoti e poi abitata da Enzo Bonetti e Giuliana, la famiglia "rusité", e una famiglia dove morì la figlia di tetano" di nome "Romolina". |
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Dalla
seconda metà degli anni '60 "Cudé" rinnovò il tutto
ristrutturando gli appartamenti.
Nella parte anteriore che dava su Corso Garibaldi, dove c'era sempre stato un orto o un giardino, terreno di sua proprietà, fece costruire un nuovo appartamento a due piani che fu abitato da Utilla Geminiani al pianterreno e da Alberto Minguzzi, con la moglie Idelba al piano superiore. |
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