| L'alluvione
| Il Comparto Fosso Vecchio | |
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Il
"Fosso Vecchio" "E
foss vecc" a cura di
Luciano Lucci Nel mese di maggio nel territorio romagnolo ci sono stati due eventi alluvionali: il primo il 3 maggio e il secondo il 14 maggio che hanno visto il Fosso Vecchio non reggere la pressione e la quantità di acqua arrivate. C'è stata anche una rottura dei suoi argini in zona Villanova di Bagnacavallo e Villa Prati. Le acque del cosidetto COMPARTO FOSSO VECCHIO hanno riempito i fossi di scolo e tutti i canali più importanti, escluso il Canal Naviglio, che non svolge questo ruolo di ricevere le acque di scolo, e che ha impedito all'acqua di passare nella zona di Alfonsine vecchia. Fosso Vecchio a Villa Prati 3 maggio 2023 Fosso Vecchio a Villa Prati 17 maggio 2023 Fosso Vecchio a Villa Prati 20 maggio 2023
Fosso Vecchio tra Bagnacavallo e Naviglio in zona di Alfonsine 17 maggio 2023 Fosso Vecchio tra Bagnacavallo e Naviglio in zona di Alfonsine 20 maggio 2023
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COMPARTO FOSSO VECCHIO (questa parte è tratta dal libro di Osvaldo Contarini "Vivere in Romagna sott'acqua" da pag 392 a pag. 414) Nella zona tra i fiumi Senio e Lamone, denominata come Comparto Idraulico Fosso Vecchio del Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale, ci sono sei canali principali che drenano le acque superficiali nel Canale in Destra Reno: il Canale Porto 1°, il Naviglio, Fosso Vecchio (col Vetro e Munio) e Canale Basilica. Nella parte finale dalla Molinazza al Destra Reno il Fosso Vecchio (col Vetro e Munio) prende il nome di Canale Pignatte Primo. Si vedono i principali condotti di acque superficiali (chiare) tra Senio e Lamone, con i tre canali, Munio, Vecchio e Vetro, che sboccano nel Canale in Destra del Reno, col Canale Naviglio alla sinistra ed il Canale Basilica a destra. A: "botte a sifone" del Senio. In verde sono rappresentati i principali scoli di drenaggio delle acque superficiali. In marrone sono rappresentati il Canale dei Mulini ed il Canale Naviglio Zanelli. In giallo le principali vie di comunicazione della zona. Il Fosso Vecchio origina da canali di scolo Nel suo corso verso nord-est riceve acqua da parecchi affluenti lungo il suo tragitto. A nord di Granarolo passa sotto il Canale Emiliano Romagnolo (CER). Prima di raggiungere la periferia ad est di Bagnacavallo riceve i Canali Cotignola, Reda e Boncellino.
Quasi a ridosso della Via Reale (SS 16) confluisce col Fosso Munio alla sua sinistra. Il Fosso Vecchio viene raggiunto a sinistra dal Canale Naviglio che lo affianca, mentre a destra era già accompagnato dal Canale Basilica. Indipendenti l'uno dall'altro arrivano alle loro foci in modo separato. A sud della SP 105 riceve dalla destra il Fosso Vetro. A nord della SP 105 alla destra si associa, senza confluenza, col Canale Basilica ed alla sinistra col Canale Naviglio. Il Fosso Vecchio da qui cambia nome a Pignatte Primo, che sfocia nel Canale in Destra Reno con tre foci separate.
Originariamente tutto il territorio veniva drenato delle sue acque superficiali da soli tre canali, con l'aggiunta poi del Canale del Mulino, che spagliavano liberamente nella Valle di Ravenna. Zona tra Senio e Santerno nel XVII secolo. I quattro canali, Fossato Demonio, Can. Del Molino, Fossato Vechio, Fossato Vedro, sfociano direttamente nella Valle di Ravenna. Il Canale del Molino di Bagnacavallo attingeva acqua dalla chiusa sul Senio in Zona Chiusa. Dalla stessa Chiusa, a sinistra del
Senio, riceveva acqua il Mulino di Fusignano. Poi
quando la zona di palude venne ridotta, come indicato dalla mappa sottostante
del 1687, i quattro canali sono con un solo tronco nella porzione orientale
della Valle del Passetto (poi Savarna). IL CANALE PORTO PRIMO Questo canale raccoglie le acque di superficie della zona dell'ex-fornace. Nasce come un semplice fossato e poi prosegue perpendicolarmente fino alla strada provinciale 105, che poi costeggia per un po', e all'incrocio verso la "Molinazza" tira diritto fino all'immissione nel Canale Destra Reno. IL CANALE BASILICA Raccoglie acque di superficie nella zona ad ovest del Lamone ed a nord della ferrovia Ravenna-Alfonsine, con decorso a nord-ovest fino a ridosso del Canale Fosso Vecchio, senza confluirvi, e che poi accompagna fino al Canale Destra Reno.
IL FOSSO VETRO Il Canale Fosso Vetro origina dai canali di scolo della zona sud di Boncellino. Dirigendosi verso nord, dopo aver passato via Cogollo viene raggiunto dal Canale Aguta e dal Canale Fosso Nuovo il quale origina ad est di Bagnacavallo.
Dopo aver attraversato Via Cocchi riceve parecchi canali di scolo dalla zona a ovest del fiume Lamone. Al livello di via Reale (SS 16) scorre a poche decine di metri ad est del fiume Fosso Vecchio in cui sboccherà a sud della SP 105 detta Molinazza. IL FOSSO MUNIO Origina a sud di Bagnacavallo e riceve acque dal Canale Cotignola Inferiore nella zona della rotonda per la strada per Faenza (SP 8), prima del raccordo autostradale della E45 per Ravenna. A nord del raccordo autostradale per Ravenna raccoglie acque dei canali. Proseguendo verso nord raggiunge la Pieve di S. Pietro in Silvis, dove si colloca sul lato ovest della Via Pieve Masiera che poi abbandona a livello della zona Casalino, procedendo verso nord e ricevendo fossi e canali locali Dalla zona Casalino il Fosso Munio prosegue lungo il lato est di via Sbiaggia fino all'incrocio con via Stradello, dove cambia direzione verso est fino a via Chiara dove gira verso nord-est. Prima di via Chiara riceve tutti i fossi locali e i Canali Masiera inferiore e superiore, come pure il Canal Pieve.
Punteggiato in verde il corso finale del Fosso Munio; in rosso il corso del Canale Naviglio.
Qui sotto si vede l'incrocio tra Canal Munio, Canal Naviglio e la Strada Provinciale che fiancheggia il Naviglio.
LA
STORIA ANTICA Nei giorni del maggio 2023 il Fosso Vecchio fu nominato parecchie volte per l’esondazione delle acque dai suoi argini e per l’allagamento dei campi. Eppure
il suo fascino rimane intatto, e l’origine misteriosa stessa del suo nome
(insieme a quella del fratello “Fosso Vetro”
e dell’altro “Fosso Munio" (o "Demonio"
in certe antiche mappe) mi spingerà a ricercare indietro nel tempo
addirittura fino agli antichi etruschi. Ne vedremo delle belle finché
brillano le stelle. Il ponte sul canale Fosso Vecchio ha rappresentato per molti degli adolescenti di Alfonsine dei primi anni ‘60 una specie di Colonne d’Ercole: luogo di frontiera che, nell’immediato dopoguerra, veniva scelti dai più temerari per veder sfrecciare i bolidi delle "Mille Miglia" Poi negli anni ‘50, per guardare affascinati il passaggio delle Volkswagen di turisti tedeschi, che tornavano per una nuova invasione, questa volta pacifica. Infine nei primi anni sessanta, tutta la via Reale, dal ponte di Taglio Corelli a quello del Fosso Vecchio, divenne il luogo dove teenagers sognatori di James Dean e Marlon Brando ingaggiavano duelli in corse sfrenate (perché i freni non funzionavano), in sella ai primi motocicli ‘48 c.c. al fil di ferro, marca "Demm".
PROCEDETE QUINDI COL DOVUTO SUSSIEGO QUANDO PASSATE PER LA VIA REALE AL PONTE DEL FOSSO VECCHIO E VETRO: È UN LUOGO CON L’ANIMA. GLI ANNI DEL MEDIOEVO (un viaggio indietro nel tempo) Le prime mappe in cui appare il nome "Fosso Vecchio" sono del del 1460, ma probabilmente sono copie rifatte da mappe più antiche. JOHN
HAWKWOOD E LA BASSA ROMAGNA Sappiamo infatti che attorno al 1380 il famoso "capitano di ventura" ( a capo di truppe mercenarie) John Hawkwood detto "Giovanni Acuto" si era stabilito sulle terre della bassa Romagna da Bagnacavallo a Cotignola, fino a Villanova, e avanti, fino all’argine vallivo dove si formò il nucleo delle “Glorie”. Queste terre gli erano state concesse da Papa come risarcimento per mancati pagamenti dovuti a lui e alla sua truppa in quel momento in servizio per il pontefice. Acuto voleva i suoi soldi, ma il Papa Gregorio XI non li aveva. Così a eliminazione del suo debito, il Papa gli attribuì la “signoria” su due cittadine: Bagnacavallo, Cotignola, con terreni paludosi a sinistra del Lamone, fino all'argine vallivo in fondo, che giungevano quindi fino alla zona che successivamente prenderà più tardi il nome di “fundus gloriarum” (ovvero Le Glorie), un territorio di confine aspramente conteso fra Estensi e Polentani. Acuto per valorizzare i terreni acquitrinosi fece sistemare le scoline: “fosso vedro”,’fosso vecchio’, ‘fosso Munio’, che appaiono da allora nelle mappe dell’epoca, ma specialmente realizzò dal nulla delle vere e proprie strade, ovviamente sempre dei tratturi, cioè larghi sentieri erbosi, pietrosi o in terra battuta, adatti ai traini di allora. Nella mappa sottosi nota 'via de cocla' in basso il Fiumo La..mon nella zona di Villanova, il fiume Segno, e altre che ho segnato in rosso. La mappa usa una lingua è comunque molto inusuale nella descrizione dei toponimi. "fussa demonio" (sta per fosso Munio), poi al posto del nome Fosso Vecchio c'è "fussa antique". Il Fosso Vetro è indicato "al fusa Veda (o Neva?)". L'impressione è che si tratti di errori di lettura e trascrizione da mappe più antiche, fatta dai copiatori delle mappe. C'è
Fusignano e una chiesina con la scritta Madona di Fusignano che sembra
essere San Savino. Queste strade venivano collocate
possibilmente su arginelli ed erano per lo più diritte. Questa via a cosa serviva? La prima parte per collegare Bagnacavallo ad una piccola fortezza detta 'Villa Aguthe’, la seconda parte serviva ad arrivare al ‘fundus gloriarum’ ‘Le Glorie’ Mappa odierna in cui si vedono che le attuali vie Cocchi, Viazza Nuova e Viazza Vecchia, partono tutte in modo diritto e perpendicolari alla 'via Aguta', indicando ancora oggi la direzione verso il Senio e verso Alfonsine per favorire le comunicazioni via acqua, col porto o guado della cosiddetta "Predosa" MA
SOPRATUTTO SERVIVA UNA VIA D’ACQUA TRA BAGNACAVALLO E IL MANTOVANO… E UN
PORTO SUL SENIO: LA PREDOSA DI ALFONSINE. (Alfonsine si chiamerà così 100 anni dopo) Il ruolo primario della costruzione della via Aguta fu quello di tracciare o potenziare anche tre o quattro drizzagni (canaletti) dritti e più brevi che da lì andavano a scolare a sinistra, verso una serie di canali (Chocla, Vedro, Munio, “canalle” di Bagnacavallo o del molino). Su
questi drizzagni sorsero i tratturi, che oggi sono la Viazza
Vecchia, la Viazza Nuova e la via Cocchi.
Come
si può notare dalla mappa qui sopra: era una rete di comunicazioni, una
direttrice privilegiata per andare al cosiddetto "porto
della predosa", che era proprio sul Senio dove sorgerà
Alfonsine (e dove forse già all’epoca qualche nucleo di capanne c’era già). Questa
mappa sopra è databile 1460 ed è una delle mappe più dettagliate di questa
zona. Più a nord si nota Fusignano, la via di Masiera, poi Alfonsine. Il Senio è immesso in Po, e qui vi è il "magazzeno dei frati" (in alto a destra). ANDIAMO IN EPOCA ROMANA (un viaggio indietro nel tempo)
C'ERA UN’ANTICA VIA D’ACQUA AL TEMPO DEI ROMANI?Se lo chiamavano con un nome latino fosso Vetero, cioè “vecchio” alla fine del 1300 d.C. come abbiamo visto nella puntata precedente, significa che la sua origine era molto più antica.Da una mappa antica detta “Tabula Peutingeriana”, (foto sopra) del 120 d. C. (la più antica che si conosca) si hanno alcune informazioni.Nella parte di Tabula dedicata all'Adriatico con in basso la strada Emilia, tra Faventia (Faenza) e Forum Corneli (Imola) si nota scritto Sinnium Ft (o Fl?): è il luogo d'incrocio tra la via Emilia e il fiume Senio, a sei miglia da Faenza e a 6 da Imola. Si tratta della zona dell'attuale Castel Bolognese, che all'epoca era segnata come mutationes (semplici stazioni di cambio e si incontravano frequentemente). Due rami del Padum incrociano due strade: una, chiamata ab Hostilia per Padum, può essere individuata col percorso dell'attuale statale 16, e l'altra, la via Popilia, con l'attuale Romea, per certi tratti. Ravenna è alla destra del ramo sud del Po.L'incrocio col fiume è segnato con Butrium VI, a sei milia da Ravenna, un mutatio (scambio) prima dell'attuale Sant'Alberto, mentre l'altro si chiama Augusta VI, a sei milia da Butrium, e dove incontrava la Fossa Augusta, nel cordone dunale dove oggi inizia Boscoforte. L'attuale territorio di Alfonsine si trova a ridosso del ramo inferiore del Po dove si incontra con la strada rossa detta "Ab hostilia Per padum". (Da hostilia Verso il po)I nomi dei corsi d'acqua non sempre figurano nella carta, specialmente quelli meno importanti. Molti fiumi si individuano dall'incrocio che avevano con le strade. Dove c'era questo tipo di incrocio ci doveva essere un guado o un ponte. Questi punti di transito, che una carta stradale doveva mettere in evidenza, imponevano anche un momento di sosta prima di affrontare l'ostacolo del fiume.Tra la via Emilia e la zona costiera si era formata una grande valle (“Valle Padusa”) (foto sotto)Interessante la parte inferiore della mappa: si vede la strada Selice detta "strada selciata dai Romani dalla Padusa a Imola".
A sinistra Caput Selice, Conselice. Poi "la Torre degli Eraliotte ora Massa dei Lombardi".Al centro della Selva Litana si legge Tempio di Diana ove ora è Lugo LITANA SILVA Tiberiacum Cibeum ad Cabitos (?) Bagnacavallo.Mappa
della Biblioteca Comunale di Ferrara. Rappresenta l'antico ed il moderno
Ducato di Ferrara.
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