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Chi era Marino Marini? |

Miti di Romagna

Alfonsine mon amour per Marino Marini  

di Loris Pattuelli

Tra le tante cose belle che è in grado di offrirti internet, se digiti www.ammi-italia.com , troverai certamente il sito dell’Associazione Italiana Musica Meccanica, e dentro a queste pagine, in  mezzo a tante notizie interessanti, troverai pure un delizioso inserto dedicato a Marino Marini e al suo Museo Delle Pianole

Dopo una presentazione dell’associazione, questo sito presenta uno scritto della figlia Marinella, una sua poesia in dialetto, e poi anche un articolo del 1972 di Enzo Tortora. Quattro cose (e non è piaggeria) veramente belle-belle-belle. Se ne consiglia la lettura, magari anche a voce alta. Industriale, mecenate, poeta, archeologo, restauratore, Marino Marini è stato il “padrone” più assurdo del ventesimo secolo. 

Marino Marini

Uomo capace di trasformare i denari in sogni

Uomo di sogni e non di denari, o, per meglio dire, uomo capace di trasformare i denari in sogni,  Marino Marini è una delle grandi anime fondanti di questa nostra benamata comunità. Noi di ALFONSINE MON AMOUR, così come abbiamo parlato di Mino Gessi, di Giuseppe Orioli, di Settimana Rossa, di Resistenza, adesso sentiamo il bisogno di riportarlo al centro della scena. Per fortuna questa volta non si tratta di un qualche cosa da salvare dall’oblio, ma soltanto di riprendere una bella chiacchierata che non si è mai veramente interrotta. 

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Da sinistra Olindo Fiorentini (Lindo) e Antonio Geminiani (Trappola)

Il sogno di quest’uomo e il sogno di questa comunità, proprio come i tasti bianchi e i tasti neri del pianoforte, sono due cose che stanno bene insieme. Senza bisogno di scomodare storici, esperti e cerimonieri, sarebbe bello se ognuno di noi (ciascuno a modo suo) facesse tornare in vita un qualche cosa di questo straordinario personaggio. Noi  crediamo che molti abbiano voglia di farlo. E allora, a cominciare da adesso, ALFONSINE MON AMOUR dichiara aperto questo trebbo.

Marino Marini, 
un poeta vero?


Marino Marini fu un vero poeta? Secondo noi sì... Eccovi una bellissima poesia tratta dal suo libro “Sunend l’urgané”

UNSTAT VULTE 
Unstat vulte,
unstat vulte Marino!
j òcc i padess
a guardè in dri.
E sol l’abbaglia,
la tu ombra le longa!
Unstat vultè,
unstat vultè Marino!

Non starti a voltare
Non starti a voltare,/non starti a voltare Marino!/Gli occhi ne soffrono/a guardare indietro./ Il sole ti abbaglia, la tua ombra è lunga!/ Non starti a voltare,/non starti a voltare Marino!

Strumenti musicali meccanici

Abbiamo il grammofono, il giradischi, il registratore, il mangiadischi, il mangianastri, il walkman, l’ipod. Ascoltiamo musica dalla radio, dalla televisione, dal Cinema, dal computer, dall'automobile, dal supermercato, dalla discoteca, dal bar, dal ristorante, dalla boutique, dal dentista, dal barbiere e dalle bancarelle del mercato rionale.

Musica, canzonette, muzak. Dall'Ave verum corpus di Mozart al canto d'amore dei rospi, la musica è dappertutto e tutto è musica. La musica è, tra tutti i rumori, quello che meglio s'abbina con il silenzio che ci circonda. E il silenzio poi, volendo essere precisi, non esiste neanche.

Entrando in una camera anecoica, possiamo udire il rumore dei nostri nervi e il suono del sangue che scorre nelle nostre vene. Come diceva John Cage, la musica è dappertutto e, per ascoltarla, occorrono soltanto due belle orecchie.

Basta! Stop! Fine del preludio!

 

Ricominciamo da capo e chiediamoci a cosa potrebbero mai servire oggi degli STRUMENTI MUSICALI MECCANICI. 

La risposta è molto semplice: a niente.

Gli strumenti musicali meccanici oggi non servono proprio a niente, niente se non a farci sognare. Avete del tempo da perdere? Vi avanza qualche ora dagli impegni lavorativi, familiari o televisivi? Se sì, siete a cavallo. Se no, fa lo stesso, tanto il mondo continuerà comunque ad andare tranquillo per la sua strada.  La pianola è un aggeggio inutile.

Il linguaggio popolare chiama pianola, organo, organino, organetto qualsiasi strumento produca automaticamente la musica, sia esso un piano a cilindro, un autopiano, un carillon o uno sfarzoso e chiassoso organo da fiera. La pianola è l’antenata della radio, del giradischi, del computer. Come dice Marino Marini nella “GUIDA AL MUSEO DI STRUMENTI MUSICALI MECCANICI”, "Rallegrava i giri delle giostre spinte a mano, gli intervalli nelle sale cinematografiche, si trovava nelle sale da ballo, nei ristoranti ed osterie, nei locali pubblici e sopratutto per strade, su un carrettino spinto dal suonatore ambulante o tirato da un somarello".

Marino Marini ha messo in piedi una collezione di STRUMENTI MUSICALI MECCANICI davvero straordinaria. Molti ne hanno sentito parlare, qualcuno l'ha anche vista, pochi sicuramente sanno che già da un po' di anni le sue pianole non sono più accessibili al pubblico. Ed è un peccato, davvero un peccato, perché queste meraviglie dell’ingegno umano meriterebbero proprio di essere viste.  

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Organo da fiera. Costruito dai fratelli Limonaire di Parigi. E' un organo "alla maniera di Gavioli", con lettura su libri di cartone ripiegato, ricchissimo di timbri ad effetto. Abbiamo tromboni, trombe, clarini, oboi, flauti; viole traversieri, e naturalmente percussioni. La facciata allegra e variopinta è arricchita da due automi che suonano una campana. Limonaire era uscito, come molti altri organari, dalla Ditta GAVIOLI

 

Noi di “ALFONSINE MON AMOUR” abbiamo proposto tempo fa di sistemare la collezione in qualche edificio alfonsinese, ad esempio nei locali dell'ex-mercato coperto. Gli eredi di Marino Marini si sono dimostrati entusiasti dell'iniziativa. Gli Alfonsinesi del volontariato, ne siamo più che certi, sarebbero ben contenti di fornire il personale per l’apertura, la pulizie e la sorveglianza del museo. E vuoi mettere poi il lustro (con relativi introiti turistici) che una simile iniziativa arrecherebbe alla città delle Alfonsine?

Ci teniamo a ribadire che la collezione di Marino Marini è un qualche cosa di preziosissimo e di forse unico al mondo, ed è anche, se permettete, un'esperienza indimenticabile ed emozionante, un qualche cosa che riesce a fare il miracolo di riconciliarci con le vita e con il mondo. Ricordate l'incanto che prende tutti noi in maggio quando guardiamo passare le macchine delle Millemiglia? Beh, le pianole di Marini ti fanno provare una gioia simile. Per un attimo il mondo si ferma e tutti noi torniamo ad essere quei bambini che meriteremmo di essere sempre. Insomma, per farla corta, a noi queste idea piace molto e stiamo anche rompendo un po' le scatole a destra e a manca per fare in modo di cavare un qualche ragno dal buco.

 Ovviamente noi contiamo come il due di briscola e, se dovessimo riuscirci, i primi ad essere stupiti saremmo proprio noi. Ma siccome di controindicazioni al riguardo non se ne vedono proprio, il circolo “ALFONSINE MON AMOUR” continuerà a provarci ancora per un poco. Il fatto è che questa è soltanto la prima parte della storia e che dopo l'intervallo ci sarà una seconda parte e poi forse anche una terza e una quarta. Arrivederci a presto. E state in campana, anzi in pianola.  

Contavamo proprio come il due di briscola

Il Museo di organetti di Marino Marini lascia la Romagna e se ne va a Bologna

 Alcuni anni fa noi del circolo "Alfonsine mon amour" avevamo lanciato l’idea di sistemare la collezione in qualche edificio del nostro paese, luogo di origine della famiglia Marini. Le figlie di Marini avevano apprezzato molto l'idea di trasferire il museo ad Alfonsine. Ebbero anche modo di dichiararlo al Sindaco Angelo Antonellini, durante una visita al Museo organizzata da noi. 

Vuoi mettere poi il lustro (con relativi introiti turistici) che una simile iniziativa avrebbe portato? Occorreva uno spazio espositivo di 1000 mq. Ci si rese subito conto che si doveva coinvolgere forze ben più potenti di un semplice e piccolo comune. Si tentò di allertare i Presidenti della Provincia e della Regione, sperando che questi riuscissero a far scendere in campo la Fondazione Casa di Risparmio di Ravenna. Ma evidentemente nessuno si interessò più di tanto.

Ma dove sono finiti oggi (2015) 
gli organetti di Marino Marini?

Nel febbraio 2007 la mirabile collezione di Marino Marini è stata acquistata in blocco dalla Fondazione Carisbo di Bologna, su iniziativa del suo presidente ex rettore dell’università Fabio Roversi Monaco. Vari giornalisti e politici ravennati lamentarono, in diversi articoli apparsi sui più importanti quotidiani locali, come tale evento fosse da considerarsi una grave perdita per la Romagna, sia dal punto di vista culturale che turistico.

Comunque la collezione doveva costituire uno degli spazi museali del futuro Museo della città di Bologna a Palazzo Pepoli, nella centrale via Castiglione, a pochi passi dalle due Torri. 
Ma il progetto è mutato e i circa 300 strumenti musicali meccanici e i 100 grammofoni e fonografi, più di 60 piani a cilindro, diversi organi di barberia, numerose cassette musicali a disco e a cilindro, pianoforti automatici e automi sono stati collocati in un magazzino museale a Riola di Vergato, una frazione di Porretta Terme. 

NON SONO IN MOSTRA e tutto dipende dalla ristrutturazione della 'Rocchetta Mattei' un castello ottocentesco del paese di proprietà della stessa Fondazione Caribo, dove probabilmente potrebbero in futuro essere definitivamente messi in mostra.

Ogni tanto, quando a Bologna vi sono eventi speciali gestiti dalla Genus Bononiae Musei nella Città, alcuni pezzi di questi strumenti musicali vengono esposti. come nel 2013, nel 2015 e nel 2017  Arte Fiera e Art City Bologna, ospitata presso Palazzo Fava.

 

 

 

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