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LA VIA E IL PONTE DELLA MOLINAZZA, 
IL MAGAZZENO DEI FRATI, 
IL CANALE DEL MOLINO 
(canal Naviglio) e poi Casa del Diavolo e Casa dell'Agnese 

di Luciano Lucci


(questo articolo si basa sul lavoro di Giovanni Zanzi ed è tratto dalle pagine 128-129-130-131 del libro “Stradario Storico delle Alfonsine”)

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La via Destra Senio parte dalla via Reale, (dopo un primo tratto che si chiama v. Giordano Bruno) e arriva fino all’argine 'destra Reno'. All’inizio (tardo ‘700) fu una carraia utilizzata per arrivare a una località detta Magazzeno dei Frati, dove c’era fin dal ‘600 un magazzino di deposito merci per il commercio e l’imbarco lungo la via d’acqua, il Po di Primaro (oggi fiume Reno), che collegava queste zone con l’Adriatico e Venezia da un lato, e Ferrara e Bologna dall’altro. 

 

 

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Nella mappa qui sopra del 1838 si vede lo sbocco del canal Naviglio nel Po di Primaro in località Magazzeno ad Alfonsine, con le scritte: "Darsena, Molino di Pò e Ponte della Molinazza e Sostegno delle Carrare"

L’altra carraia detta ‘Molinazza’, che aveva preso il nome dal ponte che era sul Fosso Vecchio detto ‘Ponte delle Molinazze’ (un nome che probabilmente si riferiva alle terre dette così per la presenza del molino).

Questo ‘Ponte della Molinazza’ si legge già esistente in una mappa del 1838. (vedi terza mappa).

Esso fu sistemata solo per la parte alfonsinese nel 1878, ma il tratto che doveva portare al collegamento con Savarna e S. Alberto non era ancora stato realizzato.  

Qui nel 1784 fu terminato il collegamento tra il Canale Naviglio voluto e realizzato dal Conte Scipione Zanelli di Faenza e il fiume Po di Primaro. 

Allo sbocco del Canale Naviglio fu realizzato un oratorio dedicato all’Immacolata Concezione, che andò distrutto con la seconda guerra mondiale, e fu realizzato un mulino, così fu che questo tratto finale veniva chiamato Canale del Molino.

 

La mappa del catasto napoleonico del 1807-08, qui riprodotta, mostra che in questa parte finale del Canale del Molino (o Canal Naviglio) c’era oltre al Mulino, una specie di darsena per barche, e due edifici che erano probabilmente i vecchi magazzini dei frati di S. Maria in Porto.

 

 

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Questo molino era più importante di quanto si possa immaginare perché ancora nel 1878 serviva “moltissimo ad una gran parte del territorio alfonsinese a destra del Senio – si legge in un documento del 1878 dell’Ing. Capo del Genio Civile -  e ad una gran parte del territorio di Ravenna cioè alle ville di Mezzano Savarna e soprattutto Sant’Alberto.

 

Per giungere a questo molino da Alfonsine si percorreva a tratti l’argine destro del Senio e quando c’erano piogge diventava impercorribile. Vi erano diverse carraie per arrivare all’argine del Reno, e nel 1867 si fecero lavori per sistemarne alcune. 

 Una era detta all’epoca ‘Carraie di Mezzo’ o ‘Case nuove’ (nome quest’ultimo derivato da un podere che si trovava nella zona del piccolo nucleo ‘Magazzeno dei Frati’). 

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Quando il canale Naviglio fu immesso nel nuovo Canale Destra Reno (e scol), l’attività del mulino cessò, e nel 1924 il Comune affittò il ‘caseggiato Molino del Po’ per adibirlo ai senza tetto. Poi nel 1933 il Podestà di Alfonsine Marcello Mariani lo fece ristrutturare per renderlo più abitabile. 

Poi giunse la guerra e tutto distrusse.  

 

 

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Zona detta Magazzeno

Una curiosità: nel portone del Molino del Magazzeno era stato inserito un reperto storico (‘un marmo quadrilungo fregiato ornato di bassorilievo’) trovato quando nel 1779 si era scavato un nuovo alveo del Po di Primaro (Reno). 
Dove sarà oggi?

Nella foto qui a fianco si vede la casa in località Magazzeno, oggi 2019.

Per raggiungerla bisogna percorrere l'argine destro del Reno, passare la Casa dell'Agnese, che confina con il Magazzeno. Qui si trovano alcuni resti: vecchie macine del mulino, resti della chiesetta dell'Immacolata Concezione.

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Alcuni resti: vecchie macine del mulino, resti della chiesetta dell'Immacolata Concezione

Chissà quei marmi tra le macine non siano parti di quel reperto storico a cui si accennava sopra: 

"un marmo quadrilungo fregiato ornato di bassorilievo"

(foto di A. Vistoli)

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Nella foto sopra si vedono i resti della chiesetta che era intitolata all'"Immacolata Concezione"

(foto di A. Vistoli)

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