Il centro di stoccaggio di Alfonsine e la situazione globale? | 10 DOMANDE: le criticità del progetto STOGIT ad Alfonsine | |||||||||||||||||
Lo stoccaggio serve
come riserva in caso di picchi di consumi per freddo
invernale? (Sei qui) |
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STOCCAGGIO
GAS
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A che serve lo stoccaggio del gas di Alfonsine? | ||||||||||||||||||
Uno dei motivi citati a sostegno dell’opportunità di non ostacolare il progetto di stoccaggio del gas-metano ad Alfonsine sarebbe stata la sua valenza di interesse nazionale. Insomma lo stoccaggio del gas di Alfonsine sarebbe servito ad aumentare la sicurezza nazionale di approvvigionamento di gas metano in caso di contrazione delle importazioni, dovuta a crisi politiche dei paesi da dove importiamo il gas e ad aumento di consumi in inverni super rigidi. |
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Qualche dubbio su tutto ciò però è venuto anche ai due sindaci di Lugo e Alfonsine. Infatti nel documento dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, inviato nell'ottobre del 2013, al Ministero competente per le Osservazioni al progetto, si chiedeva che venisse "chiarito, anche con riferimento ai Piani Nazionali e alle norme corrispondenti, l’indispensabilità di questo ulteriore intervento sia in termini di volumi di stoccaggio, con riferimento alle esigenze di carattere nazionale, sia in termini di localizzazione nel nostro territorio."
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SFOGLIANDO il Decreto Legge varato dal Governo Berlusconi nel 2010, integrato dal Decreto Passera documento del marzo 2013 sulla "Strategia Energetica Nazionale" varato dal Ministro Passera per il Governo Monti. |
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L’obiettivo complessivo dichiarato è di "rendere più competitivo il mercato: in questo modo, ad esempio, un grossista o un cliente industriale potranno acquistare partite di gas a prezzi competitivi sui mercati internazionali, immagazzinarle negli stoccaggi e utilizzarle durante l'intero anno."... (Comunicato del Dipartimento Energia 16 febbraio 2013) "Ciò potrebbe integrare completamente il Paese con il mercato e la rete europea, consentendo all’Italia di diventare un Paese di interscambio e possibilmente di transito e di offrire servizi ad alto valore aggiunto anche per altri Paesi (stoccaggio di volume, punta, modulazione, etc.)" (pag. 52 cap. 4.2). |
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Nel Decreto Legge 130 del 2010 si prevedeva un piano vincolante per l’Eni Spa ai fini dello sviluppo di capacità di stoccaggio di gas naturale per almeno 4 miliardi di metri cubi nel 2012. Col Decreto-Passera l’obiettivo (attuato) è stato di per poter assegnare oltre 4,2 miliardi di metri cubi di capacità di stoccaggio, attraverso aste competitive e aperte a tutti gli operatori. Infine il Documento di Strategia Energetica Nazionale si afferma che:
Da qui dovrebbe succedere che l'Italia con le sue strutture di importazione e stoccaggio (tramite un aumento di centrali di stoccaggio di oltre 10 miliardi di m3 di gas) dovrebbe diventare il garante del sistema europeo riguardo alle forniture di gas e soprattutto alla sua modulazione-flessibilità stagionale, mensile e giornaliera, incrementando anche l'erogazione di punta da stoccaggio di oltre 50 milioni di m3 al giorno da nuovi stoccaggi già in costruzione, più altri 21 da quelli autorizzati, più altri 50 da domande già presentate. ( Da notare che la richiesta di stoccaggio di Alfonsine non ricade in nessuna di queste assegnazioni La capacità di stoccaggio di gas naturale con riferimento all’anno di stoccaggio 2013/2014 è pari a 16.058 milioni di standard metri cubi (MSm3), di cui 4.600 MSm3 destinati allo stoccaggio strategico. A questi vanno aggiunti i 4 miliardi dell'ENI-STOGIT: 2.300 dei quali già realizzati e gli altri da realizzare entro il 2015. E oltre? le previsioni del documento Passera erano basate su dati sbagliati e cioè che ...... mentre la IEA stessa ha scritto che Il mercato europeo si è perso in un anno tra 40 e 50 Gmc a medio-lungo termine SE CAPITA UNA CRISI NELLE FORNITURE DEL GAS? Dato che siamo importatori dall'estero per il 90%, si dice che lo stoccaggio del gas serve come garanzia in caso di picchi di consumi dovuti a inverni particolarmente freddi e in concomitanza con crisi energetiche o politiche negli stati esportatori o di passaggio dei gasdotti. In parte questo è vero, ma con lo stoccaggio che già c'era nel 2010 si potevano erogare 150 milioni di m3 di gas di punta giornaliera, e in casi estremi arrivare a un picco di 268. Analizzando poi l’ultima ‘crisi’ del gas del 2012, la più pesante rispetto alle precedenti, durata dal 3 al 7 febbraio, a causa di picchi di freddo intenso come non si vedeva dal 1961, si nota che ci fu una domanda totale di picco giornaliero (7 febbraio) di 466 Milioni mc/g: 284 Mmc/g soddisfatti dalla rete normale di distribuzione e 173 Mmc/g da prelievi da stoccaggio, Per una durata di circa 6 giorni ci fu un deficit rispetto alle necessità di allora. Questo perché, sfortuna volle, per tre giorni vennero a mancare 32 milioni di m3 al giorno di gas al gasdotto proveniente dalla Russia. L'Ucraina, sempre a causa del freddo intenso, accaparrò indebitamente per sé, dallo stesso gasdotto, che passava sul suo territorio, molto gas fuori dai contratti che aveva con la Gazprom russa. Le condizioni del mare molto mosso inoltre avevano impedito l'attracco delle navi che fornivano GNL (gas naturale liquefatto) ai due rigassificatori italiani, uno nel golfo di La Spezia e l'altro nell'alto Adriatico, e ciò non permise l'utilizzo del gas stoccato in queste strutture 'marine'. Nonostante una così straordinaria serie di
eventi negativi, il sistema complessivo superò tranquillamente la prova. L’Autorità
statale per l’Energia incrementò le disponibilità di gas consentendo
(obbligando) agli utenti dello stoccaggio di immettere nuovo gas, presso i
punti di entrata interconnessi con l’estero, per quantitativi superiori alle
capacità loro conferite, inoltre propose una riduzione di qualche giorno dei
consumi ad alcune industrie delle piastrelle e del termoelettrico, contrattata
con benefici compensatori, poi aggiunse la massimizzazione dell’uso di
alcune centrali elettriche non a gas. A fine crisi, dopo 9 giorni c'erano
ancora negli stoccaggi 3,8 miliardi di m3, senza contare i 5,1 miliardi/m3 di
gas strategico di riserva, rimasto intatto). IL FUTURO OBBLIGATO è nelle fonti di energia rinnovabili, così è stato spiegato nell'incontro pubblico ad Alfonsine, organizzato dall'Unione dei Comuni nel dicembre scorso sul Piano Energetico Comunale e Piano d’azione per l’Energia Sostenibile, ma in questa fase di passaggio diventano concorrenziali col gas (e le rispettive grandi imprese che ne traggono profitto: ENI SNAM STOGIT). I governi italiani di questi anni hanno finanziato con forti incentivi sia le rinnovabili che il gas: forse dovrebbero fare definivamente una scelta, e i cittadini consapevoli spingere verso il futuro. |
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