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Cari
fratelli della costa… Aprire e mantenere aperta la mente che separa i nostri emisferi cerebrali, ecco… questo è viaggiare
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Caliko Jack Il Circo Bidone,
che ci ha fatto compagnia in una delle calde settimane di luglio ad
Alfonsine era stato invitato e ospitato dalla nostra associazione
("Alice nelle città"), proprio nel cortile dei Gulliver. Questo piccolissimo
circo è composto di vari artisti di strada che hanno tutti in comune
una cosa: il piacere del nomadismo, il senso di vita comunitario, il
bisogno di movimento, oltre all'amore per l’arte circense: molti di
noi si sono innamorati di quel modo di vivere e per un attimo qualcuno
ha pensato: "Andiamocene con loro!" Gìà, perché il
viaggiare che più ci interessa è quello che riesce a combinare le
energie, i segni, le atmosfere urbane con quelle degli spazi desertici,
delle valli e paludi, dei vari luoghi di nomadismo. Viaggiare, allora,
con continui spostamenti, ma rallentati, forse non passando più di tre
notti in una città o in uno stesso luogo, accettando qualsiasi cosa
avvenga, muovendosi guidati da segni e coincidenze o semplicemente da
capricci, andando attraverso i luoghi, ormai tutti recintati dal
controllo del potere, ma creando percorsi con un nostro significato e
legati a simboli alternativi, non codificabili: solo così nascono nuove
mappe inventate e sconosciute al sistema dello spettacolo, che creano
l’abbozzo di una geografia sacra e underground. Creazione e scoperta di pellegrinaggi in cui i santuari sono le esperienze-picco, a forte intensità. Così il viaggiare diventa come un esercizio spirituale per costruire un proprio territorio esplorato, una mappa 1 a 1, faccia a faccia, senza altra mediazione-rappresentazione. Gli Stati/Nazione
hanno arraffato tutta la mappa. L'ultimo pezzo di terra non di proprietà
di alcuna nazione/stato fu ingoiato nel 1899. Il nostro è il primo
secolo senza terra incognita, senza una frontiera. La Nazionalità è il
principio più alto del governare mondiale. Non un granello di roccia,
nei Mari del Sud può essere lasciato aperto, non una remota valle,
neppure la Luna e i pianeti. Neppure gli atolli del Pacifico, che nel
nostro immaginario rappresentavano il paradiso terrestre, sono fuori dal
controllo dei "gangsters territoriali": Mururoa ne è
diventato il segno terrificante. Il Governo Mondiale, che si basa sugli
Stati/Nazione, sulle identità etniche, linguistiche, nazionali, ha
creato la "mappa" dei territori di tutto il pianeta. La mappa
è una griglia politica astratta, fatta col righello e le macchie di
colori che formano le nazioni: è un gigantesco imbroglio fatto
rispettare col gioco del bastone e della carota che lo Stato esperto e
confermato dalla Storia ha imposto finché per la maggioranza degli
abitanti quella mappa astratta non è diventata il territorio/nazione. E
tutti abbiamo la nostra rassicurante identità. Ma gli Indiani
d’America, o i Tuareg del Sahara l'hanno sempre capito che questo era
un imbroglio!!! Eppure poiché queste mappe sono un'invenzione, i
governi degli Stati /Nazione non possono coprire la terra con una
precisione di scala 1 : 1 . Essi possono vedere e controllare solo il
reticolo nelle sue dimensioni predefinite. Ma tra le pieghe vi
possono essere profondità immense, che sfuggono al righello/controllo.
La mappa non è accurata, non può essere accurata. Perciò è possibile
creare una scienza alternativa. una nuova topografia, una psicogeografia
in cui cioè sia la nostra mente a disegnare nuove mappe, e quindi nuove
frontiere, perché solo la mente umana ha la complessità sufficiente
per modellare il reale. Viaggiare, come
l'arte di rabdomare, cioè cercare spazi (geografici, sociali,
culturali, immaginativi) in cui o per negligenza dello Stato, o perché
non identificati dai controllori, o per altro, sia possibile creare zone
temporaneamente autonome, campi di tende nere sotto le stelle del
deserto, interzone, oasi fortificate nascoste lungo carovaniere segrete,
parti di giungla e di pianure "liberate", paludi e colline,
aree proibite, mercati neri e bazar underground, mondi intermedi. Il gioco è aperto,
ognuno si crei una nuova interzona. Non più luoghi per cercare
un'identità, ma per provare intensità, dove poter essere affascinati
da mulinelli improvvisi di vitalità, emozioni, sentimenti,
innamoramenti, sorprese, incanti, diversità, avventura. Caliko Jack e Hakiin Bey |