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Alfonsine

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In cammino verso 
Santiago de Compostela

Il diario di Michelangelo, un ragazzo di Alfonsine 
in viaggio a piedi 
dal 9 aprile al 1° maggio 2016

  (cliccare o toccare sulle foto per avere un ingrandimento)

a cura di Luciano Lucci 

 

7 aprile

 

SANTIAGO DE COMPOSTELA

Sono passati nove mesi da quando, nell'incertezza più totale delle mie possibilità, decisi di montare in sella alla mia bicicletta per partire da solo per un viaggio del tutto ignoto.  

Senza un allenamento vero e proprio mi trovai in Austria dopo quattro giorni di fatiche lungo le grandi pianure emiliane e venete e sulle Alpi. Al termine di quel viaggio riportai un frammento del libro “Viaggio in Portogallo” di Josè Saramago, che diceva “Il viaggio non finisce mai. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre.” Parto dunque domani mattina perchè sento di non aver visto abbastanza, perchè questa vita di città mi sta stretta, perchè il richiamo della strada ha vinto un'altra volta.

Parto a piedi, da solo, per il Cammino di Santiago de Compostela: 784 km tra Francia e Spagna, in percorsi sterrati e accidentati. Si tratta di un cammino percorso dai pellegrini cristiani in epoca medioevale e riscoperto da qualche decennio. Chi mi conosce sa che non è affatto la religione a muovermi, bensì una grande curiosità, una voglia smisurata di vedere cose sempre diverse, conoscere nuove persone, immergermi nella natura più selvaggia. 

Mi prendo finalmente un po' di tempo per me, al riparo da regole, compiti, obblighi e da una società opprimente da cui sento il bisogno di staccare. 

Intraprendendo questo viaggio senza preparazione e con uno zainetto contenente qualche vestito e gli oggetti di prima necessità forse sbaglierò, ma sono fermamente convinto che lamentarsi della propria vita attuale senza far nulla per cambiarla sia da stupidi, quindi mi prenderò il lusso di rischiare. 

Domani mattina alle 7.00 lascerò la mia Alfonsine e prenderò un volo che da Bologna mi porterà prima a Madrid e poi a Biarritz; a quel punto raggiungerò in treno St Jean Pied de Port e mi troverò sul Cammino. 

Questo profilo diventerà il mio piccolo diario di viaggio dove annoterò le mie fatiche, le mie paure e le mie soddisfazioni di un viaggio che si prospetta più folle che mai. 

A presto!

8 aprile


Sono arrivato a Madrid dopo un volo di due ore.

 

A mezzogiorno salirò su un altro aereo in direzione Biarritz, poi raggiungerò St Jean Pied de Port dove passerò la notte. 

 

 

Dall'aereo si vedevano i Pirenei pieni zeppi di neve, attraversarli non sarà semplice!

Per il momento posso solamente dire che sostituirei questa sottospecie di panino al prosciutto con un bel piatto di cappelletti al ragù, ma dubito che sarà possibile... 

 

 

Vamos!

 

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ST JEAN PIED DE PORT - ARRIVA LA NEVE

 

Dopo una giornata di bus, treni e aerei sono arrivato a St Jean, dove il cammino parte. È un paesino piccolissimo, ai piedi dei Pirenei francesi, ad una ventina di chilometri dal confine con la Spagna. 

Questa notte dormirò in un ostello insieme a dei ragazzi appena conosciuti; uno di loro, Sergio, viene dal Brasile ed è davvero simpaticissimo! 
La tappa di domani purtroppo però rischia di saltare a causa del maltempo. A 600 metri di quota nevica copiosamente ed il passo che dobbiamo affrontare passa i 1000. La tappa di domani dovrebbe concludersi a Roncisvalle, a 900 metri di quota sui Pirenei, ma con queste condizioni meteo la vedo assai dura. Pioggia, sole, sbalzi di temperatura repentini e venti gelidi mi stanno davvero confondendo! 

 

La sveglia di domani resta comunque puntata per le 6.30, sperando che la neve ed il gelo mi facciano un piccolo regalo!
Emozionato più che mai posso solamente augurare buonanotte a tutti!


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9 aprile

 

GIORNO 1 

ore 9: PIOGGIA, FREDDO MA TANTE EMOZIONI

 

Posso finalmente dire che il mio Cammino di Santiago è partito! Ho percorso la prima manciata di chilometri e mi sto avvicinando al confine con la Spagna.

 

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Fa freddo, pioviggina e diverse montagne qua intorno sono bianche. L'obiettivo di oggi resta Roncisvalle, sperando di non rimanere bloccato da qualche bufera sul passo. 

Almeno non sono da solo! I paesaggi sono stupendi, l'aria pulitissima, zero macchine e tanta natura selvaggia! Ora si inizia a salire...

 

ore 15: ESPUGNATA RONCISVALLE !!!


L'ho tanto temuta e alla fine l'ho incontrata. Nonostante la grande nevicata in cima al passo sono riuscito a raggiungere Roncisvalle passando per un sentiero sperduto nel bosco tutto in salita ripidissima e con fondo fangoso/innevato. 

La temperatura è di un grado sopra lo zero e si gela tantissimo!

 

GIORNO 1 FINITO: UNA LEZIONE DI VITA

 

Il primo giorno si avvia verso la conclusione ed io ho trovato sistemazione in un ostello 10km dopo Roncisvalle. Oggi la gamba girava bene e nonostante il cattivo tempo, il freddo e le salite, posso dire che è andata alla grande. 

Con 32km percorsi ho centrato l'obiettivo di raggiungere Roncisvalle e mi sono preso la libertà di proseguire ancora un po' per cercare di scendere di quota e patire meno il freddo. 

Un piccolo aneddoto ve lo voglio raccontare: stavo salendo nell'ultimo passo ed in un momento di grande difficoltà ho deciso insieme ad altre persone che si trovavano casualmente intorno a me di fermarmi un momento a rifiatare. 

Ho tirato fuori un salame dallo zaino (lo so, non è indicato ma non ci rinuncio mica!) e ho iniziato a tagliarlo. Un ungherese ha fatto lo stesso col suo formaggio, poi due francesi con il pane, il tedesco con del mais essiccato, ed una signora giapponese con della frutta secca. 

 

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Nevicava e faceva freddo, ma nonostante ciò ci siamo accovacciati e abbiamo condiviso tutto ciò che avevamo. 

Oggi mi sono sentito parte di una comunità di persone magnifiche che mi hanno fatto capire che a questo mondo di gente buona d'animo ce n'è davvero. 

Non mi sentivo così bene da tanto, e nonostante la stanchezza non posso fare altro che mangiare qualcosa a cena e andare a dormire con un gran sorriso! 
Buona serata a tutti!

10 aprile

 

GIORNO 2: OSPITALITÀ E NATURA SELVAGGIA

Questa mattina mi sono svegliato alle 6.45. 

Il sole qui in Spagna sorge più tardi e nei primi chilometri ho visto una bellissima alba tra le montagne. 

Dopo qualche chilometro mi sono fermato in un piccolo bar dove sono stato accolto da quattro simpaticissimi ragazzi del posto. 

Mi hanno offerto una colazione a base di uova e pancetta e sono stati gentilissimi. Mi hanno caldamente consigliato di bere il loro "Succo di uva" che in realtà era vino rosso a 15%!! 

Non parlavo spagnolo da anni, ma in qualche modo siamo riusciti a capirci e li ho ringraziati tanto! 

Appena ripartito mi sono inoltrato in un bosco davvero selvaggio e non ho incontrato anima viva per chilometri. 

Il rumore della natura è qualcosa di incredibile. Ora mi trovo a Zubiri, sto scendendo lentamente di quota e tenterò di avvicinarmi a Pamplona prima di sera che dista circa 20km da qui. 

Buona domenica a tutti!

 

GIORNO 2 CONCLUSO: 

UNA GIORNATA DI RIFLESSIONI (E FATICHE)

 

Guardo i telegiornali da quando ero piccolissimo, leggo i giornali e mi piace essere informato su ciò che accade nel mondo. Qui tutto questo non c'è, ma in compenso ho molto molto di meglio: ci sono le persone che mi raccontano cosa succede nei loro paesi! 

 

Nel primo pomeriggio ho conosciuto un signore australiano che mi ha parlato del suo paese, del fatto che non ci sia al potere della nazione un australiano "nativo", ma che nonostante ciò il razzismo sia molto diffuso. 

Poi un signore spagnolo mi ha parlato di quanto la crisi economica sia durissima in Spagna; mi ha raccontato che è stato costretto a chiudere la sua piccola impresa edile a causa dei debiti e che ora ha intrapreso questo cammino con la speranza di trovare una vera e propria "folgorazione" per far ripartire la sua vita. 

Poi ho beccato un inglese ed insieme abbiamo scherzato sui recenti scandali di evasione fiscale che hanno travolto i nostri rispettivi paesi ed infine, arrivato in questo ostello a due passi da Pamplona, mi sono ritrovato in camera con tre signore americane con cui ho parlato di Obama, delle follie di Donald Trump e delle presidenziali. 

 

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Che ci crediate a no, anch'io, da sempre incapace nelle lingue sto imparando l'inglese e questa cosa mi piace un sacco! 

Oggi non ho guardato un telegiornale, non ho letto un giornale e nemmeno consultato internet, ma posso dire con certezza che ho imparato un sacco di cose che ignoravo. 

Sentirsi raccontare tutto condisce le notizie con un sapore incredibilmente più interessante. 

 

Vado a dormire con diverse soddisfazioni tolte (oggi ho camminato per 38km) e con la grande curiosità di sapere cosa accadrà domani. È l'ignoto a farmi andare avanti. 

Buonanotte !

11 aprile

 

GIORNO 3: 

PASSATA PAMPLONA E ORA GRANDI COLLINE VERDI

 

Al terzo chilometro di camminata ho raggiunto la città di Pamplona che ho poi attraversato tranquillamente. 

Uscendo dal centro abitato mi sono inchiacchierato con una signora neozelandese ed improvvisamente mi sono ritrovato di fronte a questo spettacolo stupendo: colline verdi infinite ed il Cammino che sale e scende. 

Tira un vento piuttosto freddo ma questo posto è un paradiso ed il contrasto cielo/terra è impressionate. 

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I colori sembrano più vivi, quasi come se avessi un gigantesco poster davanti, ma è tutta realtà!

 

GIORNO 3 FINITO: ADDIO PIRENEI !

- "Sorry for my English" - (scusi per il mio inglese), dicevo al ragazzo australiano con cui mi sono messo a chiacchierare nel tardo pomeriggio. Poi quando lui mi ha risposto - "molto meglio il tuo di quello dei politici italiani" - sono scoppiato a ridere come un matto! 

 

Scherzi a parte, la giornata di oggi è andata bene; non ho ancora contato i km ma siamo sopra i 30 e ora mi trovo in un paesino sperduto in mezzo alle colline, in un piccolo ostello. Posso con mia gioia poter dire che ho definitivamente attraversato i Pirenei e da domani inizierò seriamente ad addentrarmi nel cuore della Spagna.

Il momento più difficile della giornata è stato proprio l'ultimo chilometro: salita sterrata talmente ripida che per un attimo ho creduto di ribaltarmi indietro col peso dello zaino, pioggia battente e fango. 

Fortunatamente sapevo che lo strappo era corto e ho stretto i denti fino ad arrivare in cima! 

 

Ora mi preparo per dormire perché domattina, come sempre, la sveglia è all'alba! 

 

Buonanotte !

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12 aprile

 

GIORNO 4: BLOCCATO DALLA PIOGGIA

 

Il tempo qua in Spagna è davvero pazzo. Pioggia, sole, caldo, freddo, tutto nel giro di una manciata di minuti. Stamattina ho raggiunto la città di Estella percorrendo così già una ventina di chilometri. 

Ora sono entrato in un bar e fuori ha iniziato a diluviare. 

La strada sale per altri 8/10km e se ci si mette pure il meteo non sarà facile arrivare in cima. 

Aspetterò qualche minuto e se smetterà partirò; se non dovesse smettere... Partirò!

 

GIORNO 4 FINITO: 
STRAPAZZATO, ANNEGATO MA SODDISFATTO !

 

Sulla carta doveva essere una tappa tranquilla, con salite fattibili (ovviamente in confronto ai Pirenei sarebbe fattibile pure l'Everest...) e paesaggi stupendi. Ed infatti la tappa è partita benissimo, da Puente de la Reina, passando per i paesi di Lorca ed Estella. 

Poi il disastro: pioggia a catinelle e vento forte! 

Mi sono bardato come un soldato e ho iniziato a salire e scendere dalle colline fino ad un piccolo paesino in cima ad una piccola montagna. 

Il cartello segnava "Los Arcos 12km" ed erano le 15.50 del pomeriggio. 

Con il calare della pioggia mi sono convinto a tentare l'impresa, consapevole che dal piccolo paesino in cui mi trovavo fino alla meta, non avrei incontrato altro che campi di grano, colline verdi e qualche raro alberello. Dopo circa 40 minuti ho beccato un temporale incredibile, con tanto di lampi e tuoni. 

La strada si è trasformata in mezzo secondo in un fiume di fanghiglia che scendeva giù dalle colline; camminando affondavo quasi fino alle caviglie e le scarpe con la terra attaccata pesavano quintali. In principio ho aumentato il passo, poi mi sono guardato attorno e non vedendo nulla nel raggio di chilometri ho realizzato che mi sarei annegato ugualmente e l'ho presa con filosofia. 

Resoconto: sono arrivato a Los Arcos alle 7 di sera passate, mi sono buttato in un ostello e dopo essermi asciugato ho sbancato la cucina di tutti i suoi averi! 

Dopo 40km tondi oggi, l'intenzione è di prendermi un giorno un filo più tranquillo domani in modo da recuperare. 

Follia pura!! 

Buonanotte!

 

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13 aprile

 

GIORNO 5: Oggi tappa più corta ma molto nervosa

28km, tanti sali e scendi, strappi, salite brevi ma ripidissime. Nonostante il tappone di ieri la gamba tiene bene ed intanto mi godo paesaggi incredibili! 

Ora mangio un panino gigante e riparto per gli ultimi 12km. Conto di chiudere la giornata in leggero anticipo perché domani si torna sopra 30km e voglio riposarmi a dovere. Buon pranzo 

 

GIORNO 5 FINITO: INCONTRI STRAVAGANTI

Il signore qui in foto si chiama Roberto, ha 75 anni ed è la sesta volta che compie il cammino negli ultimi sei anni. 

 

Nato a Trieste, ha lavorato da quando aveva 14 anni nelle acciaierie e si è trasferito prima in Svizzera e poi in Germania da 50 anni. Questa "roccia" mi ha raccontato tutta quanta la sua vita e ne sono rimasto sbalordito. Ha un tono di voce fortissimo, si è scolato tre birre davanti a me e si vanta di essere il più grande donnaiolo d'Europa. Evitando i dettagli posso solo dirvi che è riuscito ad imbarazzarmi del tutto, ma lo stimo assolutamente !

La tappa di oggi mi ha portato a raggiungere la città di Logorono dopo 28km. Una tappa relativamente breve per rifiatare in vista del tappone di domani che lascerà il segno non tanto per le asperità ma più che altro per il chilometraggio. 

Ora metto a posto le ultime cose, ascolto le ultime lezioni di vita del saggio filosofo e vado a dormire!
Notte a tutti!

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14 aprile

GIORNO 6: LA CITTÀ 

 

Attraversando Lorogono, prima di inoltrarmi di nuovi nei boschi, mi sono sentito catapultato nella frenesia. Macchine che sfrecciano, pedoni che corrono, uomini d'affari in giacca e cravatta assorti. Mi sono ritrovato nella natura estrema solo per pochi giorni e attraversare una città mi lascia già perplesso. Non c'è pace, non c'è tranquillità e non c'è natura. Solo rumore, caos e disordine.

 

Tornato nei boschi mi sono sentito di nuovo nella mia dimora, solo con me stesso ad ascoltare il rumore del silenzio. 

 

E pensare che basterebbe poco per trovare questa libertà, giusto due passi fuori dalle nostre città caotiche e trafficate. 

 

Già, la libertà... Rousseau diceva "L'uomo nasce libero ma ovunque è in catene". Fa riflettere, ma ora si va avanti!

 

GIORNO 6 CONCLUSO: MISSION IMPOSSIBLE 

 

Oggi ho tentato di spiegare in inglese ad una giapponese che in Italia la parola "cold" (in inglese: freddo), da noi significa caldo. 

È saltato fuori un groviglio di lingue tutte messe insieme: italiano ed inglese in primis, poi dello spagnolo buttato lì a caso, il romagnolo che non manca mai e lei che mi rispondeva in giapponese! Alla fine ci siamo fatti quattro risate, sperando che abbia capito...

 

 

 

 

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La tappa di oggi mi ha portato a raggiungere la piccola cittadina di Azofra dopo 35km di percorso. Non è stata una tappa particolarmente difficile, ma psicologicamente mi ha segnato parecchio. Per 17km il sentiero si è inoltrato in una vastissima pianura quasi desertica, senza paesi, persone, case. 

 

Quei maledetti 17km non finivano davvero mai e nelle ore centrali del giorno ci si è messo pure il caldo a cucinare i miei piedi già bolliti. 

Ora vedo di godermi al meglio questo piccolo ostello e di riposarmi perché domani mi aspetta un altro tappone lungo. 

È più dura mentalmente che fisicamente, ma l'entusiasmo rimane tanto!

Buona serata a tutti !

 

15 aprile

 

GIORNO 7: OGGI SI MARCIA!

 

Stamattina mi sono svegliato energico ed informa, sono stato il primo ad uscire dall'ostello e ho già percorso più di 20km pranzo compreso! Fa già parecchio caldo ma oggi voglio sfruttare del tutto questo momento di energia e vedere dove posso arrivare.

 A stasera!

GIORNO 7 FINITO: EMPATIA CON ME STESSO

Oggi sapevo di essere in condizione e ho tirato. 

Mi sono svegliato con l'umore giusto e sapevo che avrei fatto diversi chilometri. Per la prima volta sono riuscito ad ascoltarmi davvero, a capirmi, ad entrare in simbiosi con me stesso. Le gambe sono propulsori eccezionali, ma senza una testa che le sa ascoltare sono una potenza che spreca a vanvera le proprie energie. 

Oggi ho fatto 36km, sono arrivato a Belorado e punto dritto verso la grande Burgos che raggiungerò dopodomani se tutto andrà bene. I paesaggi si alternano tra territori secchi, quasi desertici ed ampie valli di grano verde squarciate dal sentiero di terra rossa che scompare all'orizzonte. 

Mi piace. 

Buona serata a tutti!

 

 

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16 aprile

 

GIORNO 8: UNA BATOSTA BESTIALE

 

Solo una foto per descrivere la giornata di oggi: quello che dovrebbe essere una strada trasformato in un torrente in piena. 

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Ma facciamo un piccolo passo indietro e raccontiamo gli avvenimenti in ordine cronologico: sono stato tra i primi a lasciare l'ostello alle 7 di mattina, dolore tremendo ai piedi a causa di due vesciche (una sul mignolo destro e l'altra sul sinistro) da far venire i goccioloni agli occhi, poi la strada inizia a salire, il clima si fa fresco ed io mi sento rinascere.

 Il dolore mi passa improvvisamente, arrivo in cima al primo passo (intorno ai 900 metri) e tra pioggia, arcobaleno, vento ed il mio fischiettare De Andrè, mi avvio verso il paese. 

 

Da quel punto inizia una salita di 12km tutta in un bosco, senza paesi, case, rifugi; e li, nel bel mezzo del nulla, inizia a venire giù un fiume di acqua dal cielo. Non è bastato ne coprire lo zaino e nemmeno mettersi l'impermeabile. Pioveva e grandinava talmente forte che non si vedeva più ad un palmo dal naso. 

La strada diventa un torrente. Arrivo in cima a 1200 metri ed inizio a scendere. La strada è diventata un torrente in piena, l'acqua arriva sopra alle caviglie. Trovo un ostello, trangugio una cioccolata calda e inizio ad asciugare le scarpe con il Phnom, invano. Il Phnom smette di funzionare. Tolgo gli abiti bagnati ed indosso gli unici di scorta, mi infilo due buste di plastica nei piedi e riparto. Dopo 8km c'è una nuova salita, ripidissima. Arrivo in cima e vedo un nuvolone gigantesco che mi viene incontro. 

Mi preparo al peggio, corro dentro ad un cespuglio, incrocio dei bastoni e ci metto l'impermeabile sopra a formare una sottospecie di capanna. Pioggia, grandine, vento ma ne esco completamente asciutto. Riprendo a scendere, la strada è di nuovo un torrente da cui affiorano sassi taglienti. Arrivo nella valle e mi infilo in un ostello mezzo secondo prima di un altro temporale. 

Oggi ho percorso 41km, la migliore distanza di sempre; vedo in lontananza Burgos ma sento tutto il peso della giornata. 

Oggi il Cammino ha colpito durissimo, e per quanto abbia percorso una caterva di chilometri, sono provato. Devo riflettere, questo è totalmente estremo anche per me. 
Il Cammino insegna ed impone umiltà, in tutti i sensi.

17 aprile

GIORNO 9: BURGOS

Questa mattina ho percorso 14km. Le gambe stanno discretamente bene, i piedi decisamente no. Spero solo che non venga a piovere ancora perché sarebbe un gran casino.

 

 Il centro della città di Burgos è bellissimo, la cattedrale imponente ma la temperatura è di soli 6 gradi! Ora vedo di continuare ancora un po', oggi non ha senso ammazzarsi di fatica dopo la giornata assurda di ieri. 

Buona domenica a tutti!

 

GIORNO 9 FINITO: MESETAS

D'estate lo chiamano "Il deserto delle Mesetas"; ora è una pianura sterminata di campi verdissimi di grano. Non si vede altro che prati verdi, ovunque, oltre ai miei occhi, all'orizzonte. Questo paesaggio probabilmente mi accompagnerà fino a Leon, cioè per tantissimi giorni.

 

Transitare da qui in mezzo è come camminare in un immenso oceano verde. Non penso di avere le parole giuste per descrivere qualcosa di talmente grande da farmi sentire un granello di sabbia nell'universo. 

 

 

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Qui, in mezzo

a questo "niente" che in realtà è "tutto", vi lascio con un pensiero non mio, ma che secondo me descrive ciò che sto provando ora:

"Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in questo mare.
"
G. Leopardi - L'infinito

 

18 aprile

GIORNO 10: SI COMBATTE

 

Stamattina ho percorso 20km nonostante vesciche e dolori vari. Il dubbio è che stia arrivando una tendinite e sarebbe un bel problema. 

Questo deserto si interrompe ogni tanto con qualche piccolo paesino sperduto. 

Stamattina faceva freddissimo, ora caldissimo. 

Mi rimetto in marcia, stringo i denti ed incrocio le dita affinché tutto vada bene perché qui in mezzo, per quanto meraviglioso sia, ci sono ben pochi posti dove fermarsi !

 

GIORNO 10 CONCLUSO: LA CARBONARA

La prima vera giornata nelle Mesetas si conclude in un piccolo paesino in mezzo al nulla, Itaro de la Vega, dopo 32km in temperature intorno ai 30 gradi ed un sole pazzesco.

 

Ho conosciuto Leandro (nella foto al centro), ragazzo di Roma con cui ho parlato parecchio.

 

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Mangio panini al prosciutto e pasta scotta da quando sono arrivato, e dal momento che non faccio altro che pensare a tutte le prelibatezze che mangio in Italia, gli ho proposto di cucinare una carbonara. Lui ha accettato e nonostante la qualità pessima degli ingredienti e dell'ostello in cui dormiamo stanotte (stavolta giuro che è una topaia), il piatto è venuto fantastico.

 

 

 

Domani mi aspetta un'altra giornata di Mesetas, con le gambe che iniziano a cigolare un po' troppo...

Buonanotte !

 

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19 aprile

GIORNO 11: OCEANO VERDE

 

Di fronte a tanta bellezza, anche una tendinite, qualche crampo, la stanchezza e qualunque altro male passano in secondo piano. 

Oggi mi sono mosso presto, volevo vedere l'alba nelle Mesetas e da quanto era bella ne sono rimasto di stucco. 

Un paesaggio immacolato che si estende per decine, centinaia di chilometri, fino ad un orizzonte che non sembra nemmeno esistere. Dopo altri 34 chilometri vado a letto soddisfatto in questo grandissimo convento. 

TANTI DOLORI MA UN UNICO PENSIERO
"Non tutti coloro che vagano sono perduti"

 

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A cena mi sono divorato due confezioni di noodles, tonno, pane, cioccolata, mais essiccato e ora ho ancora fame. 

La sensazione è che potrei mangiarmi le intere Mesetas, ma senza cappelletti al ragù non mi sentirei sazio! 

Buonanotte ! 

 

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20 aprile

GIORNO 12: 

C'È LA PIOGGIA, E QUINDI?

 

La giornata di oggi è iniziata sotto un mezzo diluvio. Pioggia a tratti battente e a tratti più leggera mi ha accompagnato in questi 17km iniziali. Le temperature leggermente basse ed un clima non troppo secco però quasi mi hanno rivitalizzato. 

 

Ho camminato quasi 4 ore senza soste, su sterrato e sempre con lo zaino sulle spalle. Ovviamente non è affatto semplice, ma la gamba sta girando bene e sento di poter insistere. La pioggia in una Mesetas è qualcosa di assurdo... 

 

Pianure ampie, pochi alberi e nessun riparo; in poche parole me la becco tutta! 

Ora riparto e gioco d'anticipo in modo da chiudere la tappa un po' prima e riposare meglio!

 

GIORNO 12:  CONCLUSO IN PROVINCIA DI LEON

Una tappa iniziata apparentemente con un clima freddo e piovoso si è trasformata in un tappone da 40km che mi ha portato ad entrare nella provincia di Leon, nella città di Sahagùn. 

Perché fermarsi se le gambe stanno bene? 

Oggi ho dato gas, ho insistito e alla fine è andata alla grande. 

Questo clima fresco non mi dispiace affatto, soprattutto se lo confronto con caldo estremo di un paio di giorni fa. 

Canticchiare De Andrè e De Gregori sotto la pioggia in mezzo alla Mesetas mi mette un'euforia unica! 

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Domani? 

Onestamente non ne ho idea, qui si vive tutto giorno per giorno, ora per ora, secondo per secondo, emozione per emozione!

 

Buonanotte!

 

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21 aprile

GIORNO 13 FINITO: ITALIAAANIIII !!

 

Un'altra giornata iniziata sotto la pioggia, con un vento gelido e temperature bassissime che si conclude alla grande! 

 

Sono seduto a tavola e da bravi italiani stiamo divorando penne "mari e monti". In realtà, sarebbe un ragù alla bolognese, ma dal momento che c'era poca carne ci abbiamo buttato in mezzo anche del tonno...
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La tappa di oggi è andata comunque alla grande, con 33km percorsi, condizioni climatiche in costante cambiamento e tante tante chiacchiere. 

Mancano 25km a Leon, sono in un paesino di 79 anime ed insieme ad altri italiani ci siamo presi una camera tutta nostra. 

 

Dopo giorni di inglese incerto e spagnolo fantasioso posso finalmente parlare in più totale libertà!

 

Domani spero di arrivare a Leon e visitarla. Dopodiché mi aspetta qualche altra tappa pianeggiante prima della fase finale del Cammino, tutta in montagna, a tratti sopra i 1500 e con un clima pazzo. 

Le gambe stanno davvero bene, mi sto preservando.

Buonanotte !

 

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22 aprile

GIORNO 14 FINITO: BELLISSIMA LEON

 

Oggi me la sono presa comoda perché è giusto farlo di fronte a tanta bellezza. Ho percorso 27 km di cammino (non considero validi tutti i percorsi extra fatti in città) e sono arrivato a Leon. 

Mi trovo davanti un centro città bellissimo, più simile ad un quadro dipinto da un architetto visionario. Giuro che sono davvero colpito.

Cavoli, siamo capaci di costruire tanta magnificenza eppure cadiamo nelle cose più semplici; come ad esempio andare d'accordo tra di noi, non farci la guerra, non pugnalarci alle spalle, non odiarci tutti a vicenda. Davvero l'uomo che sta distruggendo il mondo è lo stesso che costruisce questa bellezza? 

Come può questo mondo andare a rotoli se è abitato da persone che riescono a fare cose così meravigliose?

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23 aprile

GIORNO 15 FINITO: PIOGGIA, SOLE, PIOGGIA, SOLE

 

Questa mattina sono uscito dall'ostello di Leon alle 7 di mattina. Mi sentivo bene, rilassato, seppure un filo emozionato. Ripassare un'ultima volta sotto la cattedrale, con la piazza deserta è stato bellissimo. 

 

Oggi ho davvero camminato per tutto il giorno (circa 12 ore e mezzo senza le pause) e sono arrivato ad Astorga dopo 50km tondi tondi. Si, dico davvero, 50! Volevo vedere se ce la potevo fare, se veramente una tale distanza è percorribile da una persona qualunque che utilizza panini, prosciutto e biscotti come benzina e non schifezze chimiche. La verità è che sono stanco morto, ho beccato quattro temporali forti, sbalzi di temperatura incredibili e volevo chiudere la giornata. 

 

Però ho conosciuto Andrea, da Asti, veterano del percorso, collezionista di Cammini in tutta Europa, ho visto paesaggi unici, arcobaleni squarciare il cielo, monumenti da lasciarmi stupefatto, cicogne che nidificano sulle chiese e tanto tanto altro. 

Domani la strada inizierà a salire sulle ultime montagne, a detta di alcuni le più dure. Il rischio neve resta costante, ma fa parte del viaggio e di tutte le sue incerte sfumature. 

 

Godetevi dunque un gran sabato sera nelle discoteche, nei cinema o davanti a qualche film; io, dopo 50km voglio solamente arenarmi nel letto, stanco, ma super soddisfatto !

 

 

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24 aprile

GIORNO 16 FINITO: 

LA GRANDE SVOLTA

C'è un posto qui sul Cammino forse un po' più speciale degli altri. Un posto in cui ogni persona che passa fa una promessa o un giuramento. 

 




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È usanza raccogliere un sasso dal luogo in cui si vive, portarlo con se' per quasi 600 chilometri e lasciarlo in quel posto. In quel sasso ogni persona ci mette la propria volontà di chiudere una porta, di lasciarsi qualcosa o qualcuno alle spalle, di promettersi un proposito per una nuova vita da intraprendere. 

Per tutto il viaggio il sasso resta chiuso nello zaino, e quando si passa da lì, dalla Cruz de Hierro, lo si lascia, e inizia la propria svolta. 

La Croce si trova in cima ad una montagna, a più di 1500 metri di quota, dopo una salita di 20km lenti e costanti, che ti cavano tutto, lentamente. Io l'ho percorsa tutta, sono arrivato nella vetta, che allo stesso tempo è il punto più alto di tutto il Cammino e mi sono ritrovato davanti questo enorme mucchio di sassi con un palo al centro e la croce in cima. 

 

È stato un momento toccante di riflessione, soddisfazione, forte emozione. Ho tirato fuori dallo zaino il mio sasso preso nella mia Alfonsine, l'ho messo insieme agli altri e sono andato via. Una parte di me resterà in questo posto per sempre; l'altra, quella che sto per creare, viene via con me.

 

25 aprile

GIORNO 17 FINITO: IL MIO 25 APRILE

 

Questa mattina ho anticipato la partenza perché sapevo che sarebbe stata una giornata lunga e molto calda. Sono uscito dall'ostello nemmeno alle 7, e siccome qui in Spagna il sole sorge più tardi ho girovagato per il bosco praticamente al buio. 

 

Alla fine il caldo è arrivato eccome e mi ha fatto penare. In certi punti, in mezzo alle vallate delle montagne sembrava quasi mancarmi l'aria, ma ho tenuto duro e sono andato avanti. 

 

Con 46 km percorsi e 13 ore di camminata posso dirmi più che soddisfatto nonostante una stanchezza che si sta lentamente accumulando. 

 

Domani affronterò l'ultima grande salita del Cammino: "O Cebreiro", relativamente corta (8 km) ma con pendenze assurde. Una volta arrivato in cima inizierò a sentire l'odore di Santiago, a 173 km da dove sono adesso. 
Ce la posso fare.

 

La riflessione di oggi la devo non tanto al mio viaggio, ma a quello che sta accadendo da me, in Italia. 

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Oggi è il 25 aprile, e anche se quest'anno non posso partecipare alle celebrazioni nelle piazze la mia mente è lì. Penso a chi ha perso tutto per regalare un mondo migliore alle generazioni future, a chi non si è mai dato per vinto e ha combattuto, a chi ha pagato con la vita per un mondo più giusto, più libero. E se oggi viviamo tranquilli nelle nostre case, giriamo il mondo alla ricerca di noi stessi e conduciamo una vita degna di essere vissuta, dobbiamo smetterla di dare tutto ciò per scontato. La libertà non ci è stata regalata ma ce la siamo presa; la possibilità di avere un futuro non è caduta dal cielo ma è stata ottenuta col sangue. Non dobbiamo abbandonare questi ideali, ne darli per scontati: dobbiamo difenderli. La resistenza non morirà mai. Viva il 25 aprile!

 

26 aprile

GIORNO 18: FOREVER PINK FLOYD !

 

Questa è una di quelle giornate che non si dimenticano. Sulla carta oggi era una delle giornate più difficili, con la fucilata del Cebreiro a 1200, la discesa e nuovamente la risalita a 1270 sul San Roque. Rispettati i pronostici, il Cebreiro mi ha tolto tutto quello che avevo nella testa e nelle gambe. Il chilometraggio di oggi non è importante, ma sono veramente a pezzi. Gestire, amministrare e dosare; questo sarà ciò che farò negli ultimi 150 km di questo folle cammino.

Mentre stavo salendo sul Cebreiro, con la strada che impennava, lo zaino che mi tirava indietro ed i goccioloni agli occhi per la fatica ho tirato fuori dalla tasca telefono ed auricolari. Avevo bisogno di qualcosa che mi scuotesse, che mi facesse venire quel pizzico di rabbia in più per salire.

 

Senza pensarci due volte ho aperto la playlist dei Pink Floyd, il mio gruppo preferito, e li sono partito come un cingolato. "In The flash" e "Another brick in the wall" mi hanno rivitalizzato, mi hanno ridato tutto ciò che la salita mi stava togliendo. 

Era caldissimo, il sole bruciava e non tirava un filo di vento, ma giuro che con quelle canzoni sono arrivato in cima con la pelle d'oca. 

Ma quanto sarebbe vuoto il mondo senza la musica? Quanti buchi neri dentro di noi resterebbero incolmabili?

 

Arrivato in cima becco un ragazzo americano che mi fa "And now, how do you feel?" (E ora, come ti senti?); io lo guardo un attimo e gli rispondo in italiano 
"Vivo. Vivo come non lo sono mai stato!"

 

 

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27 aprile

GIORNO 19 CONCLUSO: QUEGLI ULTIMI 100 KM

 

Sotto certi aspetti mi sembra di aver iniziato questo viaggio una vita fa. Nei momenti di massimo sforzo sulle salite mi accorgo del fatto che sto faticando da tanto e che la condizione sta calando leggermente. 

 

Poi ci sono altri aspetti, del tutto opposti. Mi sembra di aver iniziato il mio viaggio ieri, che tutto quello che mi è capitato è successo solo in pochissimo tempo, magari in un sogno di notte. 
Il mio viaggio si sta avviando verso la conclusione e domani passerò sotto la linea dei 100km all'arrivo. 

Tutto questo non mi rende triste, ne malinconico e nemmeno già nostalgico, ma voglio godermi ancora tutto, tutto, tutto quello che questo Cammino potrà darmi perché so che tutto può ancora accadere. 

Non amo fare previsioni di questo tipo, ma mi piacerebbe tanto arrivare a Santiago il primo maggio e poter finalmente festeggiare dopo tutta la fatica fatta, come si fa in Italia quel giorno. Perciò ora rallenterò un filo il ritmo, percorrerò 25/30km al giorno e mi godrò tutto ciò che ancora c'è da scoprire. 

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Oggi ho visto l'alba dalla cima di una montagna, ho visto le nuvole avvolgere tutto ciò che era sotto di me, ho respirato aria pulita, bevuto acqua freddissima, parlato in spagnolo, cantato nei boschi, sorriso a tante tante persone. Ora mi trovo a Barbadelo, un piccolo borgo nel cuore della Galizia e sono seduto a tavola con due signori neozelandesi a parlare di storia, filosofia, politica. Cosa chiedere di più?

 

28 aprile

GIORNO 20: NATURA SELVAGGIA 

 

Immerso nei verdi boschi infiniti della Galizia, a 80km da Santiago, cito semplicemente uno dei libri che mi ha cambiato la vita. 

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"Ma guardate: gli uomini ora sono diventati strumenti dei loro strumenti. L’uomo che era affamato e coglieva i frutti liberamente, è diventato contadino; e colui che, per riposare, si stendeva sotto un albero, è diventato il guardiano della propria casa. Ora non ci accampiamo più per la notte, ma invece ci siamo piantati sulla terra e abbiamo dimenticato come si guarda il cielo. Si può anche vivere qualche volta sotto una tenda, ma la cosa migliore per noi è dormire sotto il cielo e guardare le stelle negli occhi."

Henry Thoreau - Walden, vita nei boschi

 

29 aprile

GIORNO 21: NON DIMENTICHERÒ MAI QUESTI POSTI

Girovagando per i piccoli borghi che si affacciano sul Cammino mi sono imbattuto in una chiesetta e ho deciso di entrare per vederla e scattare qualche foto. Il prete all'interno mi ha accolto calorosamente, conosceva l'italiano e abbiamo chiacchierato parecchio. 

"Tutti noi dentro abbiamo un pozzo profondissimo e veniamo qui in cammino per imparare a guardarci dentro. Ti auguro di riuscire a guardare nell'occhio del pozzo e vedere oltre l'acqua. Se l'acqua sarà agitata non vedrai il fondo, ma se riesci a farla calmare lo vedrai. Calma questa acqua e scopri il tuo pozzo." 

Queste parole rimarranno indelebili nella mia mente, non le scorderò mai. 
Domani c'è un'ultima tappa da 34 km da affrontare e mi troverò a 19 km da Santiago. Ormai è fatta, mi manca pochissimo. Ho deciso che dopodomani mi sveglierò prestissimo, prima dell'alba. Voglio vedere per l'ultima volta il sole sorgere ad un orizzonte che sembrava tanto irraggiungibile ma che ora è qui ad una manciata di passi!

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30 aprile

GIORNO 22: A DUE PASSI DALLA LUNA

 

Questa è l'ultima sera e mi tremano le mani a scriverlo. Dire che sono emozionato è dire poco. 

Non so come ho fatto a percorrere quasi 800km a piedi in 22 giorni, non so come sono riuscito a superare tutti i momenti di crisi, stanchezza, difficoltà, non so come farò a prendere sonno stanotte e non so cosa proverò domani, quando coronerò questo sogno. 

So solo che ora sono qui, in questo ostello a 19 km da Santiago, a mangiare spaghetti orientali con due coreani e con un grande compagno di viaggio. 

 

Oggi ho percorso 34 km e sono arrivato molto stanco, ma sempre con l'umore alle stelle. 

Domattina metterò tutto ciò che ho nelle gambe e nella testa e volerò per questi ultimi momenti. Voglio vedere per l'ultima volta l'alba in questa terra che mi ha dato tutto ciò che cercavo. 

Ora si prende il volo; buonanotte! 

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1 maggio

 

GIORNO 23: CATTEDRALE DI SANTIAGO DE COMPOSTELA

"La felicità è ovunque, dobbiamo solo cambiare il modo di vedere le cose." 

Grazie a tutti, ora si torna a casa

 

 

 

3 maggio

Un braccialetto con una conchiglia su una mano più abbronzata che mai. Terrò sempre con me questo piccolo bracciale, ma soprattutto terrò sempre con me tutte le emozioni, le fatiche, le sofferenze e le soddisfazioni che questi 23 giorni mi hanno lasciato. 

Ho preso al volo un aereo, sono tornato a casa la scorsa notte nella mia Alfonsine e ho riabbracciato famiglia ed amici che mi sono stati vicinissimi. 

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Voglio ringraziare tutti quanti per il supporto incredibile ricevuto durante il viaggio. Ogni incoraggiamento e ogni parola spesa da parte vostra sono stati fondamentali per farmi arrivare in fondo. 

Grazie a voi non mi sono mai sentito veramente solo in questa pazza avventura e ve ne sono grato. 

Cosa si fa ora? Si torna sulla Terra, si pensa a tutto ciò che è stato e senza nostalgia inizio a lavorare su quel "futuro" che ora è presente. Continuo a dedicare tempo a me, alle persone che mi hanno sostenuto, alle mie passioni e alla natura. 

 

Nella speranza che il mio messaggio non sia passato indifferente, ringrazio tutti e vi saluto, temporaneamente. 

Il viaggio non finisce mai. Grazie !

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