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Alfonsine

| Alfonsine | Ricerche sull'anima di Alfonsine | In cammino verso Santiago de Compostela (2016) |   Michelangelo in bici da Madrid ad Alfonsine (2017) |

| Michelangelo in bici da Atene ad Alfonsine (2019)  (sei qui) |

 

In bici da Atene ad Alfonsine 

  (cliccare o toccare sulle foto per avere un ingrandimento)

a cura di Luciano Lucci 

 

Il diario di Michelangelo, 
un ragazzo di Alfonsine 
in viaggio in bici 
dal 21 aprile al 7 maggio 2019

 

21 aprile 2019

 

VI SVELO IL MIO PERCORSO!

 


 ATENE-ALFONSINE

 

Ultime ore ad Alfonsine, ultimi momenti in Romagna. Domani mattina salirò sull’aereo che mi porterà ad Atene e poi martedì inizierò il lungo viaggio di ritorno verso casa. Partirò da Atene, mi muoverò verso Corinto, Patrasso, salirò verso il confine con l’Albania e arriverò a Valona, Durazzo, salirò in Montenegro, poi in Bosnia, entrerò in Croazia e attraverserò Spalato, Zara e Fiume. Un breve passaggio della Slovenia e poi sarò in Italia, a Trieste, pronto per scendere verso Venezia ed infine Alfonsine. Sarà un percorso quasi interamente montuoso nonostante la presenza fissa del mare, lungo circa 2000km ed estremamente variegato.
Ringrazio tutti quanti per i messaggi di affetto e di incoraggiamento che mi avete mandato! Ci sarà da divertirsi...

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22 aprile 2019

 

Se vedi Atene ti basta un momento per renderti conto che in qualche modo, per chissà quale motivo, tutto qui è cominciato migliaia di anni fa. Traffico febbrile, gente ovunque, persone che parlano continuamente lingue diverse ed un miscuglio assurdo di odori nell’aria. Si pensa che in questo posto siano passati 7 millenni di storie, di persone, di battaglie, di miti. Tutto estremamente affascinante, ma è già arrivato il momento di partire. Domani mattina monterò in sella e affronterò i primi chilometri di questo viaggio, con le previsioni che danno vento a 30 km/h, possibile pioggia e qualche montagna greca da scalare...
Aristotele diceva: "Se c'è una soluzione perché ti preoccupi? E se non c'è una soluzione perché ti preoccupi?"
Mi sa che diventerà il motto del viaggio!

 

 

Atene/Aigeria 153 km

 

23 aprile 2019

Atene/Aigeria 153 km.

1° GIORNO

Primi 50 km del viaggio: ho attraversato il porto del Pireo, uno dei porti più importanti del mondo, sono scampato al traffico folle della periferia di Atene e ho imboccato questa strada costiera che sale e scende continuamente. Non sono salite lunghe ma ce ne sono tantissime, sembra di essere sulle montagne russe! 
Adesso mangio qualcosa e riparto verso Corinto

 Che giornata incredibile!  Oggi ho fatto tanti km, volevo vedere come stanno le gambe e posso definirmi soddisfatto! Il vento qua cambia direzione in fretta: prima ti spinge sulla schiena e ti fa volare, poi te lo ritrovi contro e ti sembra di scalare una montagna pur essendo in discesa... 

Stasera dormirò in un campeggio, poi domattina proseguirò verso Patrasso e successivamente mi addentrerò in una parte poco battuta della Grecia, con pochi paesi, nessun campeggio e tante incertezze. 

 

Buonanotte dalla Grecia


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La signora in foto, dal nome impronunciabile, mi ha servito un meraviglioso souvlaki greco e regalato dei biscotti buonissimi! 

 

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24 aprile 2019

 

Aigeira/Manina Vlizianon (138 km)

24 aprile 2019

Aigeira/Manina Vlizianon (138 km)
dal centro del mondo alla fine del mondo.

 

 

2° GIORNO
 

Stamattina sono partito presto dal campeggio e ho iniziato a pedalare di nuovo sugli interminabili sali e scendi delle montagne che costeggiano la costa. Ad un certo punto, ben più potente di quanto fosse previsto si è alzato un vento laterale fortissimo che ha iniziato frustare me e la bicicletta. 

Verso le 13 sono arrivato al ponte che collega Patrasso a Lepanto: 2 km sospeso su un mare inferocito e col vento che la faceva da padrone. Mi sono fatto coraggio, ho messo l’impermeabile e ho iniziato l’attraversata, con la bici che sbandava in tutte le direzioni e con in testa il rumore del vento, del mare e delle lamiere del ponte. Arrivato dall’altra parte, ancora intontito dall’attraversata ho stretto i denti sulle salite durissime, poi finalmente si è aperta una vallata. Il paesaggio è improvvisamente cambiato: prima una boscaglia secca simile ad una savana africana e poi un paesaggio verdissimo, simile alla Galizia spagnola che incontrai qualche anno fa sul Cammino di Santiago.

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Manina Vlizianon

Mi sono addentrato in una zona della Grecia in cui sembra che il tempo si sia fermato agli anni 70, con carri spinti dalle mucche, pochissimi paesi e pecore ovunque. Senza avere particolari alternative ho chiesto ad un pastore di accamparmi nel suo parcheggio ai margini della strada e lui ha accettato. Qui si vedono colline verdi per decine di chilometri all’orizzonte. 

Questo posto mi ricorda tanto una citazione di John Muir che dice:

 «Ero solo uscito a fare due passi, ma alla fine decisi di restare fuori fino al tramonto, perché uscire, come avevo scoperto, in realtà voleva dire entrare».
  

Buonanotte dalla fine del mondo.


25 aprile 2019


Manina Vlizianon / Katouna (135 km) 

 

 

 

3° GIORNO

 

Posso dire con soddisfazione che il mio 25 aprile l’ho davvero passato nel segno della resistenza. 

Dopo una notte quasi insonne passata in un borgo perso tra le colline ho iniziato ad addentrarmi sempre più nelle lande della Grecia. Ho attraversato una regione fuori dal mondo, con pochissimi paesi, pecore che mi tagliavano la strada, pellicce di lupi appese, cani randagi estremamente minacciosi. Recuperata la costa ha iniziato a piovere talmente forte da inzupparmi completamente. Ho percorso un tunnel di 3 chilometri e sono arrivato a Preveza fradicio ma ho continuato. Dopo alcune salite lunghissime e ripidissime sono arrivato in questo borgo di mare dopo 135 km di fatiche. 

Di questo posto si può amare sostanzialmente tutto: sono l’unico turista, ci sono più gatti che abitanti, si sente il rumore del mare che si rompe sulle scogliere e ci sono tante piccole barche di pescatori parcheggiate nei canali. 

 

Questo paese, in mezzo a due enormi promontori possenti mi ricorda tanto il film Mediterraneo, storia di un maldestro gruppo di soldati italiani che sopravvisse per anni su un’isola greca. 

E proprio l’incipit di quel film riprende la frase di un libro di Henri Laborit che io adoro follemente e che recita 
In tempi come questi la fuga è l'unico mezzo per mantenersi vivi e continuare a sognare”.

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Buonanotte a chi fugge (e a chi torna)

 

26 aprile 2019


Katouna / Igoumenítsa /Saranda (125 km)

26 aprile 2019

Katouna / Igoumenítsa /Saranda (125 km)


4° GIORNO 

Oggi ho salutato la Grecia coi suoi villaggi di pescatori che rimarranno per sempre nel mio cuore e sono entrato in Albania dopo tante salite, problemi meccanici alla bicicletta ed un caldo torrido. Ho incontrato un ragazzo che qualche anno fa percorse in bici la strada che dovrò fare io domani e mi ha messo in guardia: sarà durissima. Domani passerò continuamente dal livello del mare a 300/400 metri di quota. 

Saranno tutti sali e scendi continui, con pendenze fino al 22% con tanto di “mostro” finale che andrà oltre i 1000. Di questo viaggio ricorderò ogni chilometro, ogni paesaggio, ogni attimo, ma quella di domani nel bene o nel male sono certo che sarà davvero una giornata che non dimenticherò mai.

 

 

“Mi allontano come l’aria, scuoto i miei bianchi riccioli al sole che fugge. 
Effondo la mia carne dentro vortici, la trascino dentro brecce frastagliate. 
Mi abbandono ai rifiuti della terra per crescere con l’erba che amo. 
Se ancora mi vuoi, cercami sotto la suola delle scarpe. Difficilmente comprenderai chi sono o che cosa significo, 
Ma non di meno sarò per te la salute, 
E filtrerò e rafforzerò il tuo sangue.
Se non riuscirai a trovarmi subito, non perdere coraggio,
Se non mi trovi in un luogo cercami in un altro, 
In qualche luogo mi son fermato ad attenderti.”

Walt Whitman

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27 aprile 2019
Saranda / Himara / Valona (125 km)

 

 

27 aprile 2019
Saranda / Himara / Valona (125 km)

 

5°  GIORNO

Il potere della musica.
Se dovessi descrivere a parole quanto sono dure le montagne albanesi probabilmente non ci riuscirei mai. Freddo, caldo, pioggia, sole, uniti ad un paesaggio maestoso ed inesplorato rendono questo posto semplicemente meraviglioso. 

Di fronte a queste montagne che vedi da centinaia di chilometri di distanza non puoi fare altro che sentirti una nullità e sperare che siano clementi nei tuoi confronti. 

     Oggi ho stretto i denti, c’era da lottare e ho lottato. Ora sono sfinito e spero di rimettermi in sesto entro domattina. Quando vivi il viaggio così da vicino la linea che separa l’amore e l’odio per la strada che percorri è davvero sottile: la maledici quando ti presenta di fronte una montagna e poi la ami quando sei in cima e puoi goderne il paesaggio. Nel momento di massima difficoltà dove le pendenze superavano il 20% ho tirato fuori gli auricolari e ascoltato la musica rimanendo stupito per l’ennesima volta del fatto che può bastare una sola canzone per trovare una forza che non pensi di avere. 

 

E la forza la trovo solo nei Pink Floyd.
Buonanotte da Valona, Albania, sono cotto!

 

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“Nessuno sa cosa voglia dire
essere l'uomo cattivo
essere l'uomo triste
dietro degli occhi azzurri.
Nessuno sa cosa voglia dire
Essere odiato
essere destinato
a dire solo menzogne.
Ma i miei sogni
non sono così vuoti
come sembra essere la mia coscienza.
Vivo momenti di solitudine
il mio amore è vendetta
non è mai gratuito
nessuno sa cosa voglia dire
sentire queste emozioni
come le sento io
e do la colpa a voi.
Nessuno trattiene così tanto
la propria rabbia
il mio dolore e la mia rabbia
non traspaiono mai
ma i miei sogni
non sono così vuoti
come sembra essere la mia coscienza.
Vivo momenti di solitudine
il mio amore è vendetta
non è mai gratuito.
Quando il mio pugno si stringe, fammi allentare la presa
prima che lo usi e perda la calma,
quando sorrido, dammi qualche brutta notizia
prima che rida e mi comporti come uno pazzo
e se ingoio qualcosa di cattivo
mettimi un dito in gola
e se tremo, ti prego dammi una coperta
Tienimi al caldo, lasciami indossare il tuo cappotto.
Nessuno sa cosa voglia dire
essere l'uomo cattivo
essere l'uomo triste
dietro degli occhi azzurri.”

(The Who - Behind blue eyes)
  

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28 aprile 2019 

 

Valona / Laç (168 km) 

28 aprile 2019 

Valona / Laç (168 km) 

 

6° GIORNO

 
Soltanto una tangenziale a doppia corsia porta da Valona a Durazzo quindi non avevo altra alternativa. 

Oggi ho respirato e mangiato una quantità di smog allucinante, ma ripensandoci ora, dopo 168 chilometri, paesaggi mozzafiato e tutti che mi salutano che importanza ha? 

Se c’è una cosa che impari dagli albanesi è che nulla si butta e che tutto si può aggiustare (dovrebbe essere la metafora della vita!). 

Qui la vita sembra di essere vissuta giorno per giorno, offrendo tutto ciò che si ha senza chiedere nulla in cambio. 

Dopo essere rimasto colpito dalla bellezza di Valona, Fier e Durazzo, sono arrivato a Laç, dove due ragazzi del posto mi hanno subito preso sotto la loro ala. 

Quattro chiacchiere al bar parlando della vita in Albania, della vita in Italia, della politica, degli immancabili viaggi e dopo un giro in paese posso finalmente andare a dormire stanco ma soddisfatto.

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29 aprile 2019 

 

Laç / Budva (145 km) 

 

 

29 aprile 2019 

Laç / Budva (145 km)

 

7° GIORNO

 

Primavera con 6 gradi. 


Appena sveglio stamattina ho capito subito che il tempo oggi sarebbe stato pazzo. Oggi le ho vissute quasi tutte: sole, nuvole, vento, pioggia, caldo, salite, discese ed un freddo a dir poco colossale. 

Dopo aver raggiunto e attraversato la città di Scutari ho salutato un po’ a malincuore l’Albania e mi sono arrampicato sulle montagne fino al confine con il Montenegro. 

Portare la maglia termica invernale in questo viaggio si è dimostrata oggi la scelta più azzeccata in assoluto visto che attraversando le città di Bar e Petrovazzo si è abbattuto sulla mia strada un grosso nubifragio, con la temperatura scesa a 6 gradi a causa di un vento gelido. 

Ho stretto i denti e sono arrivato a Budva praticamente congelato e allo stesso tempo sudato dopo tutte le salite martellanti che avevo appena affrontato. Domani sembra profilarsi un’altra giornata bagnata e di sali e scendi che dovrebbero già portarmi ad avvicinarmi alla Croazia. 

Vado a dormire sperando di essere graziato dal tempo e con in testa le canzoni di De Andrè che mi tengono concentrato durante le ore di pedalata: 
“Lo conosciamo bene / il vostro finto progresso,
il vostro comandamento / ‟ama il consumo come te  stesso”;
e se voi lo avete osservato / fino ad assolvere chi ci ha sparato,verremo ancora alle vostre porte / e grideremo ancora più forte:
Voi non potete fermare il vento: / gli fate solo perdere tempo”

Buonanotte dal Montenegro  

 

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"È che mi chiedevo se la più grande fatica è riuscire a non far niente
a lasciare tutto com'è fare quello che ti viene
e non andare dietro la gente.
È che mi perdevo dietro a chissà quale magia
quale grande canzone in un cumulo di pietre
sassi più o meno preziosi
e qualche ricordo importante che si sente sempre.
È che mi lasciavo trascinare in giro dalla tristezza
quella che ti frega e ti prende le gambe
che ti punta i piedi in quella direzione opposta
così lontana dal presente.
Ma noi siamo quelli che restano
in piedi e barcollano su tacchi che ballano
e gli occhiali li tolgono e con l'acceleratore fino in fondo
le vite che sfrecciano...
E vai e vai che presto i giorni si allungano
e avremo sogni come fari
avremo gli occhi vigili e attenti
e selvatici degli animali.
È che mi voltavo a guardare indietro e
indietro ormai per me non c'era niente
avevo capito le regole del gioco
e ne volevo un altro
uno da prendere più seriamente.
È che mi perdevo dietro chissà quale follia
quale grande intuizione tra piatti sporchi e faccende
tra occhi più o meno distanti
e qualche ricordo importante che si sente sempre.
Ma noi siamo quelli che restano
in piedi e barcollano su tacchi che ballano
e gli occhiali li tolgono e con l'acceleratore
fino in fondo le vite che sfrecciano...
E vai e vai che presto i giorni si allungano e avremo sogni come fari
avremo gli occhi vigili e attenti e selvatici degli animali.
E più di una volta e più di un pensiero
è stato così brutto da non dirlo a nessuno
più di una volta sei andato avanti dritto
dritto sparato contro un muro
ma ti sei fatto ancora più male aspettando qualcuno
ma ti sei fatto ancora più male aspettando qualcuno.
Siamo quelli che restano in piedi e barcollano su tacchi che ballano
e gli occhiali li perdono e sulle autostrade
così belle le vite che sfrecciano...
E vai e vai che presto i giorni si allungano e avremo sogni come fari
avremo gli occhi vigili e attenti
e selvatici e selvatici selvatici.
Siamo quelli che guardano una precisa stella in mezzo a milioni
quelli che di notte luci spente e finestre chiuse
non se ne vanno da sotto i portoni
quelli che anche voi chissà quante volte
ci avete preso per dei coglioni
ma quando siete stanchi e senza neanche una voglia
siamo noi quei pazzi che venite a cercare
Quei pazzi che venite a cercare
Quei pazzi che venite a cercare
Quei pazzi che venite a cercare

F. De Gregori/Elisa - Quelli che restano  

 

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30 aprile 2019 

 

Budva / Malfi (120 km) 

 

30 aprile 2019 

Budva / Malfi (120 km) 

8° GIORNO

 

C’è un motivo semplicissimo se stasera scrivo più tardi del solito e pubblico soltanto una fotografia. 

Oggi ho preso tanta di quell’acqua, ma tanta di quell’acqua che se fossi arrivato a Dubrovnik a nuoto dal mare mi sarei bagnato di meno. La temperatura non è mai salita sopra i 10 gradi e pioveva talmente forte che neanche la tuta impermeabile è servita a tenermi asciutto. 

 

 

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Avendo con me un unico paio di scarpe che si è completamente inzuppato sono entrato in una ferramenta, ho comprato degli stivaloni in gomma, li ho stretti alle mie gambe con del nastro adesivo e ho proseguito fino al confine con la Croazia, il tutto in un costante e snervante sali e scendi. 

Oggi il viaggio ha colpito forte me, il mio fisico, il mio morale e la mia bicicletta che continua a portarmi avanti nonostante i problemi ai freni e al cambio. Ho finito di asciugare le scarpe con l’asciugacapelli e ora proverò a dormire qualche ora. Per quanto siano snervanti e frustranti probabilmente si impara più da giornate come questa che da mille altre giornate in cui tutto va liscio.

 

Mai mollare.

 

1° maggio 2019 

 

Malfi / Dubrovnik / Podgora (135km)

 

1° maggio 2019 

Malfi / Dubrovnik / Podgora (135 km) 

 

9° GIORNO:  salite, fatiche e garofani rossi 
  

 

Il mio primo maggio è iniziato con un freddo gelido e con gli immancabili costanti sali e scendi che mi hanno portato ad entrare in Bosnia, il quinto stato attraversato in questo viaggio. Poi le nubi puntualmente hanno iniziato ad addensarsi ed è tornata la pioggia a ribadire chi è che comanda da queste parti. Improvvisamente entrambi i freni della bicicletta si sono bloccati e salire in cima ai crinali era impossibile. 

Qualcosa deve essersi rotto ma nemmeno io ho capito cosa ed i pochi attrezzi a disposizione erano inutili.

 Essendo il primo maggio tutti i meccanici erano chiusi e nello sconforto più totale mi sono imbattuto in una famiglia che mi ha accolto come un figlio, offerto cibo, acqua, succo e vino. 

Lo so che in Italia ci sono tanti cantanti, ma guarda che io non so cantare” ho detto al proprietario di casa che mi chiedeva di cantare qualcosa in italiano. Lui ha insistito e visto che oggi è il primo maggio, abbiamo cantato tutti insieme appassionatamente Bella ciao col bicchiere di vino alzato e le mani sporche di olio dopo aver aggiustato la bici. In qualche modo, con dei metodi estremamente rudimentali abbiamo sbloccato i freni, mi hanno regalato un garofano rosso che ho riposto nel taschino all’altezza del cuore e ho proseguito fino al campeggio di Podgora, dove ho piantato la tenda. 

Un saluto da questa gelida e folle Croazia e buon primo maggio a tutti!  

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2 maggio 2019 

 

Podgora / Zaravecchia (180km)

2 maggio 2019 

Podgora / Zaravecchia (180km)

 

10° GIORNO

Stamattina quando mi sono svegliato il sacco a pelo, la tenda e tutti i vestiti mi sembravano annegati dall’umidità (dai, vuol dire che mi sto avvicinando alla Romagna!). 

La strada ha cominciato subito a salire e scendere come un serpente inferocito sul crinale della costa. Da 8 gradi siamo passati a 26 nel giro di pochissimo, il tutto sotto un sole cocente che è tornato a farmi visita dopo tante giornate di pioggia e nuvole. Ho raggiunto Spalato e Sibenico assillato dai freni che si bloccavano e stringevano la ruota nonostante i litri di olio che avevo messo per cercare di sbloccarli. 

Passata Sibenico la strada ha spianato leggermente e non mi sembrava vero dopo tutte queste montagne che mi porto dietro dalla Grecia. 

Sono arrivato a Zaravecchia dopo un tappone da 180km, ho forato esattamente davanti ad un negozio di biciclette, sistemato il guaio ed eccomi in campeggio anche stasera un po’ stanco ed acciaccato ma sempre determinato a proseguire. 

D’altronde, alla meta bisogna arrivarci sempre prima con la testa, poi con le zampe.

Buonanotte dal mare di Zaravecchia

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3 maggio 2019 

Zaravecchia / Prizna (140 km)

3 maggio 2019 
Zaravecchia / Prizna (140 km)

11° GIORNO

Questa mattina verso le 6 e mezza sono stato svegliato dal rumore delle gocce di pioggia sulla tenda e dai gabbiani. 

Era una pioggia debole, talmente rilassante da fondersi coi tanti sogni che si fanno nelle notti di viaggio.

 Ho smontato la tenda, caricato tutto sulla bici e accompagnato da un timido sole ho raggiunto Zara, bellissima e molto caratteristica. 

Mi sono rimesso in viaggio verso le montagne, ho attraversato un ponte bellissimo circondato da nubi nere minacciose e ho ricominciato a salire sulle montagne, su e giù, giù e su, con la pioggia che mi accompagnava. 

Mentre salgo sulle montagne guardo sempre a sinistra tutte le isole che costeggiano la costa della Croazia, alcune apparentemente brulle ed inesplorate. Le guardo e sono talmente belle da anestetizzare la fatica e l’apnea della salita. 

Ora sono arrivato a Prizna, ho piantato la tenda e sta piovendo parecchio.

 I siti meteo prevedono macelli ma domani io e la bicicletta proveremo ad andare a prenderci Fiume, ad un passo dall’Italia. 

Sarà difficile, ma ce la possiamo fare. 

 

 

Buonanotte da una Croazia bagnata...

4 maggio 2019 

Prizna / Fiume (118 km)

 

4 maggio 2019 
Prizna / Fiume (118 km)

12° GIORNO

La buona notizia di oggi è che ho preso talmente tanta di quell’acqua che ho lavato la bicicletta e tutti i vestiti; la brutta notizia è che mi sono lavato (cioè annegato) pure io, ma dopo un’altra tappa eccomi arrivato a Fiume, ormai nell’estremo nord della Croazia. 

La tappa di domani è una grande incognita: è previsto un diluvio universale e bora a 60 km/h ed io vorrei arrivare proprio nella patria della bora, cioè Trieste. 

Sento l’Italia a due passi, lì oltre le montagne, così incredibilmente vicina. Domani il meteo colpirà duro, ma arrivato a questo punto bisogna stringere i denti e tenere duro a tutti i costi. 
Buonanotte da Fiume, a due passi dall’Italia, a due passi da casa...

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5 maggio 2019

Fiume / Trieste (88 km)

5 maggio 2019 
Fiume / Trieste (88 km)

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13° Giorno   ITALIA ?? ❤️

Un vero e proprio uragano, un vento talmente forte da far sembrare salite ripidissime anche le discese, ma in qualche modo, con la bici che imbarcava vento e sbandava sono arrivato a Trieste. 

Stanotte dormo al caldo in ostello e domattina sperando di essere graziato almeno per una volta dal meteo mi metterò in viaggio verso la laguna di Venezia, per un tappone bello lungo. 

 

6 maggio 2019 

Trieste / Chioggia (187 km)

Posso dare ufficialmente una comunicazione importante: se tutto va bene martedì sarò ad Alfonsine e porterò al termine questo viaggio. 

Se vi fa piacere possiamo pedalare insieme per gli ultimi km del viaggio! 

Passerò da Comacchio davanti alla stazione dei Carabinieri alle 16.00, alla Chiesa di Madonna del Bosco di Alfonsine alle 17.00 e arrivo in Piazza Gramsci ad Alfonsine verso le 17.30! 

Ovviamente gli orari porteranno cambiare un po’ in base al meteo e agli inconvenienti ma vedrò di aggiornarvi. Vi aspetto!

Buona serata, dall’Italia ??

 

 6 maggio 2019 
Trieste / Chioggia (187 km) 

14° giorno

A due passi dalla luna...
Una tappa lunghissima, di cui ho assaporato tutti i km, tutto il vento contrario e tutto il freddo perché per quanto mi abbiano reso la vita difficile hanno comunque contribuito a rendere questo viaggio straordinario. 

Sono ad un passo da casa, non so che dire, non ci posso credere. 14 giorni fa sono partito da Atene, ho passato 7 stati, scalato una miriade di montagne, oggi ho attraversato la magica laguna di Venezia e domani sarò ad Alfonsine dopo più di 2000 km.

 Rispondo già alla domanda che tanti mi stanno facendo? Si, un po’ sono stanco, ma sotto sotto ne farei altri 2000 (magari un po’ più pianeggianti dai)!

 Sono contento di tornare a casa; dopo giornate intere di solitudine sento anch’io la necessità di condividere più da vicino tutto quello che ho vissuto con le persone a cui tengo.

Domani passerò dalla caserma dei carabinieri di Comacchio verso le 15.30, poi verso le 17 davanti alla Chiesa della Madonna del Bosco di Alfonsine, un passaggio veloce allo stadio comunale Brigata Cremona e poi in Piazza Gramsci verso le 17.30. 

Dai, vi aspetto!

 

 

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7 maggio 2019 

Chioggia / Alfonsine (92 km) 

 7 maggio 2019 
Atene / Alfonsine (2000 km) 

15° giorno

BENTORNATO A CASA MICHELANGELO!!!

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“Ma qual è la vera vittoria? 
Quella che fa battere le mani o quella che fa battere i cuori?”
(Pier Paolo Pasolini)
Semplicemente, grazie a tutti ❤️da Michelangelo

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