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Cos’hanno in comune Alfonsine e Tredozio?

“L’amante di lady Chatterley”

 di Luciano Lucci

ALFONSINE ha dato i natali al collezionista e commerciante di libri rari Giuseppe Orioli, il quale fu amico del famoso scrittore inglese David Herbert Lawrence e, all’epoca dei fatti che andiamo a raccontare, proprietario di una piccola libreria antiquaria sul Lungarno Corsini, a Firenze. Il grande merito di Pino Orioli fu di essere l’editore del romanzo L”Amante di lady Chatterley” che rese famoso in tutto il mondo D. H. Lawrence.  

Pino Orioli a Firenze

A TREDOZIO 
è nato Angelo Ravagli, definito “l’amante più famoso e misterioso del secolo”. 

Un giovane bello, atletico, desideroso di riscattare le umili origini paesane: la nascita in una famiglia misera (padre cantoniere, madre casalinga, nove figli di cui Angelo era il maggiore), l'infanzia nei vicoli e poi giovanissimo la fuga «In cerca, di fortuna» fino alla Grande Guerra, a cui, ormai acculturato e smaliziato, aveva partecipato come tenente dei bersaglieri ciclisti. 

Si era poi sposato con una insegnante dei lettere, Serafina Astengo, da cui aveva avuto tre figli. Si era trasferito a Spotorno, in Liguria, e con la famiglia, dove faceva il giardiniere in una casa di proprietà chiamata “Villa Bernarda”, che affittava. 

Angelo Ravagli da giovane

 

Qui andarono ad abitare D.H. Lawrence e la sua seconda moglie, la baronessa Frieda Von Richtofen, prima cugina del mitico Barone Rosso, nel marzo del 1925. 

Dopo vari viaggi in America e in Italia e vari romanzi pubblicati, Frieda e Lawrence si fermarono in Italia: una grave malattia, la tubercolosi, aveva colpito Lawrence. Decisero di abitare a Spotorno, per verificare se il clima di quella zona fosse favorevole per la malattia.  

David Herbert Lawrence

Il Ravagli, che all'epoca aveva 34 anni, ebbe così occasione di conoscere lo scrittore e la sua seconda moglie, Frieda, sposati dal 1914. 

Infatuato dalle grazie di Frieda, che aveva 46 anni - 14 più di lui - ed era «traboccante di vitalità», formosa e seducente,  furono entrambi travolti da una passione bruciante («ci accoppiavamo dappertutto - racconterà Ravagli molto tempo dopo - per terra, nell'uliveto, sotto le viti, nel giardino...»). 

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Frieda von Rischthofen 

Il Ravagli quand'era tenente dei bersaglieri ciclisti

Angelo Ravagli con la moglie Serafina e i tre figli nel 1929

Ciò scatenò a ragione la "presunta" gelosia di Lawrence. 

“Presunta”, in quanto pare che Lawrence stesso avesse tramato per gettarlo fra le braccia della moglie. 

Un “triangolo infernale” che vede lo scrittore inglese, ormai impotente sessualmente per la tubercolosi che lo porterà alla morte, irretire il giovane bersagliere italiano in uno sconvolgente transfert erotico: possedere Frieda attraverso un suo “doppio” e accendere in tal modo la propria fantasia creativa. Un vortice di attrazione in cui ciascuno dei tre è profondamente, indissolubilmente legato all’altro. 

Un anno dopo, nel 1926 D.H. Lawrence e la moglie si trasferirono a Firenze, dopo un viaggio in Inghilterra e abitarono a Villa Mirenda, a Scandicci.

 Qui, in un’atmosfera campestre quasi idilliaca, Lawrence iniziò a creare la fabula audace e vincente dell’amore ‘fallico’ tra una aristocratica, sposata a un baronetto invalido, e il guardiacaccia della sua tenuta, scrivendola di getto e rielaborandola più di una volta fino alla stesura definitiva del 1928.   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

da sinistra: Pino Orioli, Frieda e Lawrence a Villa Mirenda 
a Scandicci nel 1928

Insomma Lawrence usò l’esperienza del tradimento della moglie per scrivere il romanzo. Frieda, molti anni dopo la sua morte, affermò che Lawrence aveva scoperto la loro relazione e per ‘vendicarsi’ scrisse “L’amante di Lady Chatterley”,  inserendo i personaggi reali nei panni letterari del guardiacaccia Mellors (Lui) e della nobildonna Connie (Lei).

“L’AMANTE DI 
LADY CHATTERLEY”

 fu uno dei romanzi più famosi e più coinvolgenti del Novecento. Innovativo ma troppo provocatorio, profondamente morale, ma eccessivamente ‘immorale’ per il pubblico dei ‘grigi puritani’ e dei pavidi benpensanti dell’epoca, tanto che il suo editore ufficiale lo informò che non era nemmeno ipotizzabile che un tale romanzo potesse essere presentato in Inghilterra, anche se ‘depurato’ delle scene erotiche più audaci.  

Risoluto e fermo nell’idea di dare alle stampe la versione originale, integrale di quel suo romanzo che offriva una visione del corpo e del desiderio mai delineata prima di allora con tanta intensità e sensualità, D. H. Lawrence accettò il consiglio del suo vecchio amico Pino Orioli, proprietario di una piccola libreria antiquaria sul Lungarno Corsini, a Firenze, di stamparlo privatamente. Così, verso la fine di quel giugno del 1928, presso la Tipografia Giuntina, uno dei più straordinari romanzi del Novecento poté finalmente vedere la luce - in mille copie firmate e numerate - stampato in carta color avorio e rilegato in una sobria copertina rigida dalla tonalità rosso cupo con impressa l’immagine di una fenice che si innalza in volo da un nido pieno di fiamme, disegnata dallo scrittore stesso. In Inghilterra i volumi spediti dall'Italia furono sequestrati, e si aprì una campagna di stampa contro l'autore. I librai spaventati disdirono le prenotazioni. (La prima versione completa dell´Amante di Lady Chatterley poté essere pubblicata e circolare liberamente in Inghilterra soltanto nel 1960, 30 anni dopo la morte dell’autore)

ORIOLI si adoperò affinché centinaia di esemplari raggiungessero, da Firenze, l’Inghilterra e l’America eludendo i controlli delle rigide dogane, ma solo poche copie riuscirono a filtrare sul mercato, mentre più di seicento furono distribuite su suolo inglese.

Così mentre cresceva la curiosità del pubblico si assisteva al proliferare delle copie pirata a prezzi maggiorati. A distanza di poco più di un mese dalla pubblicazione fiorentina, già circolavano a New York facsimili dell’originale eseguiti col sistema fotografico, che furono prontamente riprodotti anche in Inghilterra e in Francia da librai fraudolenti.  

 Dopo una decina di anni furono stampate legalmente altre copie, largamente censurate o modificate, ma solo nel 1959 uscì negli USA la versione originale, dopo varie cause in tribunale, con oltre 2 milioni di copie vendute in un anno, mentre in Gran Bretagna il divieto rimase fino al 1960.
Da lì in poi furono sdoganati i libri di Henry Miller (Tropico del Cancro) e "Il pasto nudo" di William Burroughs.

Nel febbraio 1930, DH Lawrence entrò in sanatorio a Vence, in Francia. Si fece dimettere il 1 ° marzo, e con l’aiuto della moglie Frieda si trasferì in una casa in affitto nella città. Morì il giorno dopo, a 45 anni, e fu sepolto nel cimitero locale.

E ANGELO RAVAGLI? 

Morto Lawrence, Angelo per caso lesse del decesso sul Corriere della Sera. Mandò a Frieda un telegramma di condoglianze, invitandola a raggiungerlo a Spotorno. Lei arrivò subito. Era come una profezia di Lawrence che si avverava: Connie e il guardacaccia che se ne vanno a ricostruirsi una vita oltre Oceano. E scoppiò di nuovo la passione d’amore.  

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Al centro Frieda nel 1938 a 'Taos ranch' a Lamy nel New Mexico

Ravagli e Frieda si trasferirono a Lamy, in New-Messico, dove lui ottenne (ma solo nel 1950) il divorzio da sua moglie e sposò Frieda. Nel '35, si era recato nel piccolo cimitero di Vence, dove Lawrence era stato sepolto, ne aveva fatto riesumare le spoglie, che portò a Marsiglia per la cremazione, e da lì tornò in America con l'urna. “Giorni e giorni di viaggio, mi capitava di stringere l'urna e di parlarle: lo vedi, amico mio, non si può mai dire, stiamo facendo di nuovo un lungo tragitto insieme, la morte ci ha reso finalmente amici, anche la morte è un' amante che ci dividiamo insieme”. 

Il Ravagli aveva anche salvato la moglie da sicura bancarotta, perché Frieda, erede di una  fortuna lasciatale da Lawrence, aveva le mani bucate. Vissero la vecchiaia in serenità, godendosii anche i non trascurabili proventi (10 mila dollari!) della vendita del manoscritto originale del romanzo da loro involontariamente ispirato venticinque anni prima. 

Angelo e Frieda nel 1938

 

Frieda nel 1950

 

Quando Frieda morì, nel `56 a 77 anni l'ex «guardiacaccia», rimasto solo nel grande ranch; senti la nostalgia e non poté resistere ad un improbabile «ritorno all'ovile». 

Serafina, tornata a Tredozio lo accolse, eccome, e così pure i tre figli. Lei poté godere della compagnia, seppur tardiva, dell'ex marito, fino alla morte, avvenuta nel 1973. Lui, invece, il bellissimo bersagliere, il Mellors di Lawrence, si spense in una clinica due anni dopo a Spotorno, vicino a Pietra Ligure, e lì è sepolto.  

Vari film sono stati realizzati sulla sulla storia di Frieda e Lawrence.

Il più recente è del 2022 e si trova su NETFLIX 

"L'amante di Lady Chatterley"

(clicca o tocca qui per vedere un trailer)

 

Un altro film uscito nel 1981 fu "Priest of love"

 Cliccami o tocca qui per vedere tutte le foto, le location e il cast del film "Priest of love"

In "Priest of love" appaiono anche le figure di Pino Orioli e di Angelo Ravagli

 

Qui uno spezzone (10 min.) del film "Priest of love" sulla vita di Lawrence, girato nel 1981, con Elio Pandolfi nella parte di Pino Orioli (ho scelto lo spezzone in cui è presente Orioli), e anche con Massimo Ranieri (Piero Pini ) e Ava Gardner (Mabel Dodge Luhan, ricca spregiudicata americana sostenitrice degli artisti). 

È IN LINGUA ORIGINALE INGLESE

 

 

 

 

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