Qua
e là si erano accumulate strisce di sabbia creando dossi, alture,
"isole".
I racconti mitici che si incrociano con questi
ambienti (Fetonte, le sorelle Eliadi, la maga Circe e la dea Danae o Ecate,
Diomede)
erano inventati (forse!) e tramandati dai greci rimasti in patria, i quali
avevano un ricordo favolistico di quelle esplorazioni di un mondo lontano.
Tali miti sono considerati da alcuni studiosi anche come il tentativo di una
politica mediatica, diremmo oggi, dei Greci per colonizzare anche
culturalmente i territori con cui venivano in contatto.
Anche Dedalo da
Creta fino... ad
Alfonsine?!
Dedalo
(per i greci simbolo di architetto-artista-inventore per antonomasia)
sarebbe arrivato in una delle isole Elettridi, alla foce del Po, fuggendo
dall'ira di Minosse, re di Creta.
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Era
stato imprigionato, insieme al figlio Icaro, nel 'Labirinto' da lui stesso
costruito a Cnosso (oggi Heraklion, capitale di Creta). Aveva suggerito il
trucco del filo ad Arianna, figlia di Minosse, imprigionata per aver ucciso,
col cognato Teseo, il Minotauro, un figlio di Minosse: un mostro con il
corpo di uomo e la testa di toro.
Dedalo
fuggì dal labirinto alzandosi in volo con il figlio Icaro. Aveva costruito
delle ali fatte di penne e cera, inventando così, tra le tante cose, anche
l'arte del volo.
Racconta
la leggenda che
Icaro volò troppo vicino al sole, le ali si sciolsero ed egli cadde in
mare. Soltanto Dedalo si salvò. Fuggiasco dopo la tragica morte del figlio,
approdò in un'isola del golfo Eridano-Po, dove creò un primo insediamento
con due statue all'ingresso, una in rame rappresentante sé stesso e una di
bronzo per ricordare il figlio Icaro. Poi arrivarono su quell'isola le prime
invasioni di greci pelasgi, e Dedalo dovette fuggire più a nord ad Adria, e
si portò dietro le due statue, dopo di che non se ne seppe più nulla.
Dietro
la leggenda si
intravedono indizi che i primi migranti che crearono situazioni stanziali, a
differenza dei pelasgi, primi navigatori corsari greci del mar Adriatico,
furono i minoici più progrediti e provenienti dall'area del mediterraneo
cretese.
Va
detto comunque che i greci, quando, arrivando in certe zone, trovavano
qualcosa di architettonicamente rilevante, ci mettevano il 'cappello'
sopra, inventando sempre per quel luogo una leggenda con Dedalo protagonista.
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Martino
Baldassarri, Marino Marini e la prof. Giovanna Bermond Montanari durante gli scavi nel Podere
Boccagrande, nel 1983
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