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Alfonsine

 

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IL CINEMA DEL CORSO 
(detto anche "Littorio")

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NEL PUNTO 8

 (della mappa a destra), 

PRIMA DELLA GUERRA C'ERA:

IL CINEMA DEL CORSO (detto anche "Littorio")

(il testo che segue è tratto dal libretto "E Stradò" di Lucia Berti)

"I fratelli Tereo e Luigi Minarelli erano i proprietari del locale e i gestori, con grande impegno e orgoglio.

Il Cinema del Corso era un luogo più frequentato dalla cosiddetta gente bene del paese, mentre l’Aurora (l'altro cinema-teatro di Alfonsine) era alla portata della gente popolare, che chiamavano quell’altro Cinema: ‘Littorio’. 
I fascisti comunque tenevano qui le feste e i veglioni.
Ma la divisione tra i due cinema, più che rimarcare diverse visioni politiche, era dovuta a una divisione tra ceto popolare e ceto medio.

"Vizéz dla Burghina" era la maschera (quello che strappava i biglietti e teneva ordine in sala). Esponeva nell'atrio i cartelloni delle proiezioni in programma per la settimana. Titoli, attori, scene particolari apparivano in grande formato a colori.

 "Raflì" (Raffaele Ballotta) era l'addetto alle pulizie; alla macchina di proiezione  si sono avvicendati Beltrami, Ugo Antonellini, Pietro Bassi ("Piretto")

 Sullo schermo si proiettavano pellicole anche di prima o seconda visione; sul palcoscenico passarono Compagnie di prosa, operette, opere, riviste. 

Anche la Compagnia locale di prosa, diretta dal Prof. Umberto Pasini, faceva qui qualche volta le sue esibizioni. 

Nel periodo del Carnevale c'era tutta l'allegria dei grandi veglioni mascherati e non, con le migliori orchestre; una, ad esempio: l'orchestra Ramponi.

 La sala per il cinema a spettacolo unico si apriva la domenica pomeriggio e continuava la sera; riapriva nella serata del lunedì con la stessa proiezione; il giovedì e il sabato sera con proiezioni diverse. 

Questo era il ritrovo di tutti i giovani, ragazzi e ragazze del paese.

Il pubblico, sempre numeroso, durante lo spettacolo sgranocchiava ceci, brustoline, lupini acquistati durante l'intervallo tra un atto e l'altro, alla bancarella della "Salaména" in continua sosta davanti all'ingresso, dalla "Scuchetta" o da altre donne sedute vicino alla porta principale, con la capiente cesta sulle ginocchia. C'era anche la tentazione per i bambini di qualche caramella, perché insistente era la voce del "caramellaio" che passava tra le file: - Caramelle... caramelle...

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Giovani dell'epoca in costumi da carnevale

 

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Disegno di Tullio Samaritani)

Veglione di carnevale 
(disegno di Tullio Samaritani)

  

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Col minamento casa per casa attuato dai tedeschi per tutto corso Garibaldi, anche il Cinema-teatro del Corso andò distrutto

 

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Dal dopoguerra ad oggi  

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Nel dopoguerra lì c'era un terreno in disuso con macerie ed erbacce.

I ragazzini dell'epoca, senza sapere cosa c'era prima della guerra, andavano lì a giocare (trovando talvolta qualche resto di bomba inesplosa). Qualcuno si divertiva anche a costruire gallerie dentro agli accumuli di terra e di macerie.

Poi alla fine anni '50 il Comune acquistò dai fratelli Minarelli il terreno e vi fu costruito un edificio per le scuole elementari comunali e poi usato come scuola materna comunale.

Oggi è il Centro per giovani "Free-to-fly", con attività e corsi vari, sia di doposcuola che di musica.

Il murales, realizzato Collettivo FX (ottobre 2016), rappresenta un giovane Alfonsinese durante l’occupazione nazifascista. Come racconta il libro “È Cafè d’Cai”, i ragazzi alfonsinesi erano costretti dai tedeschi a portare e mettere bombe lungo Corso Garibaldi. Il disegno rappresenta una domanda, una scelta da fare.  

 

   
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