Alfonsine

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Le origini
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Lato ovest 
(sei qui)

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Lato est

Lato sud 

 

 

Il lato ovest della piazza Monti dalle origini ad oggi

Prima della guerra:

 

Pescherie e Macelleria, un fontanone, il municipio, casa del fascio, nel dopoguerra "casa in comune" e case popolari.

Il 14 aprile 1862 fu stipulato l'atto di compravendita tra il Comune ed i fratelli Giulio e Matteo Camerani dell'appezzamento di terreno e fabbricati urbani del valore, secondo la stima dell'Ing. Zampighi, di £ 37.942,500.
   I fabbricati urbani erano detti 'case Camerani', due vecchie costruzioni che si trovavano di fronte all'attuale Caffé Bar 105 (ex-Tavalazzi), che si vedono ben contrassegnata nella mappa disegnate qui di fianco. 
   Alcune di quelle casette vicine l'edificio divennero botteghe. L'orto diventò l'attuale piazza, sistemata alla meglio cui fu dato il nome del poeta Vincenzo Monti e la Violina fu allargata e selciata con due marciapiedi laterali.

Il 19 agosto 1862 "il sindaco trasmette al prefetto per l'approvazione l'atto Consigliare con cui è designata la località per l'impianto della Pescheria, Macelleria e per la nuova piazza di mercato in quel comune". 

Il progettista è l'Ingegnere Comunale Antonio Zampighi ed in quella occasione, probabilmente, si decise anche di costruire una "Tettoia nell'area della pubblica piazza" lungo il confine Lugaresi che dalle pescherie giungevano fino allo Stradone della Chiesa, forse adibita al mercato dei bozzoli. Nel tempo quella tettoia verrà in parte inglobata nei locali del palazzo comunale e parte trasformata in botteghe. 

 

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Questo è il disegno progettato dall'ingegner comunale Antonio Zampighi per il nuovo centro del paese

IL FORO ANNONARIO 
(CON PESCHERIE E BECCHERIE) 

ANNO 1863 (DISTRUTTO NEL 1945)

Si può indicare il 1863 come l'anno della costruzione del "nuovo fabbricato Pescherie e Macellerie" per il quale il nuovo Sindaco Vincenzo Samaritani nominò un membro della Deputazione alla sorveglianza dei lavori (23 maggio 1863), lavori appaltati per la somma di £ 39.800 al sig. Giacomo Massaroli (20 giugno).Il 3 settembre il Sindaco trasmise al Prefetto l'atto relativo alla collocazione negli spazi "del pesce e carni fresche ed affittanza delle botteghe a ciò destinate"`. 

Furono costruite prima le due palazzine su disegno dell'ing. municipale Antonio Zampighi.

 In seguito fu costruita tra le due palazzine, più arretrata, una loggia ad arco che servì per qualche tempo ai merciai durante il mercato della domenica e alle truppe di passaggio. Tali ambienti a poco a poco furono trasformati in “foro annonario” e molte botteghe, fino ad allora sparse, si riunirono qui.

Il Dottor Achille Lanconelli, Delegato Scolastico Mandamentale di Alfonsine, scrisse che  "nel 1863 furono edificate a foggia di foro annonario le beccherie e pescherie ... che mirabilmente si prestano coi loro ampi portici interni ed esterni ... e colle botteghe, al commodo ed alle bisogna del pubblico, mentre offrono allo sguardo la gradevole ed allegra forma di un anfiteatro ... 

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Il foro annonario con le due palazzine 
e le pescherie e beccherie

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Uno dei due edifici prospicienti la piazza, 
ai lati del foro annonario

 

Le due palazzine 
con le pescherie e beccherie

 

Al pian terreno numeriamo nella parte dei due edifizi prospicienti la piazza quattro negozi: nella forma semicircolare interna di prospetto vedesi a forgia di tempietto un ben disposto locale a pescheria, e ai lati ben dieci negozi a beccheria"`. 

I due massicci avancorpi erano alleggeriti, al pianterreno, da un porticato scandito, ognuno, da sei colonne, quattro delle quali poste centralmente a coppie e le altre adiacenti ai pilastri laterali, ornati da bugnature, che sostenevano un architrave mentre ai lati il porticato si apriva con un arco a tutto sesto. Al piano superiore scorreva, sopra due linee aggettanti (marcapiano e marcadavanzale), un ordine di finestre incorniciate su una liscia superficie creando così una scenografia di pieni e di vuoti contrappuntati da forme diversamente disegnate che davano ai due gravi edifici un senso di armonica leggerezza. Tra i due edifici era ubicato l'ingresso principale che conduceva alla piazzetta interna circoscritta in forma semicircolare dalle botteghe a cui si accedeva attraverso un porticato le cui colonne erano state edificate con mattoni speciali a quarto di cerchio ed il cui basamento, pure in cotto, era costituito da pezzi speciali sagomati come sagomati erano pure i capitelli in sasso, in un sol pezzo. 

Nell'agosto del 1884 un incendio distrusse completamente una delle vecchie case Camerani, che si trovavano al bordo della piazza e che era stata adibita in parte a sede del vecchio archivio comunale, in parte per la Scuola Femminile. In quello stesso anno venne poi demolita.

"un grande incendio" che aveva interessato anche " il vecchio archivio comunale", così si legge in un documento del 1889 (A.S.Ra.. Prefettura. Protocollo. Vol. 52, n. 6563 pg. 152.), dove il F.F. di Sindaco Giuseppe De Maria scrive al Prefetto in riferimento al pensionamento del bidello Giovanni Pasi: "La deliberazione relativa alla di Lui nomina come impiegato di questo Comune non è possibile allegarla perché fu distrutta cogl'atti dell'Archivio del Comune nell'incendio della Vecchia Residenza Municipale e così pure la lettera di nomina del medesimo."

Qui sotto la testimonianza scritta del maestro Vincenzo Ballardini, tratta dalla sua Storia di Alfonsine, mai pubblicata ma solo rimasta in appunti scritti a mano

(cliccare o toccare sulla foto per averne un ingrandimento leggibile)

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CAPITOLO XII La Piazza Pag. 44

"Da pochi anni le scuole femminili occupavano l’edificio Camerani trasformato appositamente, quando una notte

s’incendiò uno degli ambienti sottostanti ad uso lignareria e tutto l’edificio andò distrutto col materiale scolastico ed il vecchio archivio municipale. Il Municipio, anzi che farlo ristaurare ne decise la demolizione completa come qualche anno prima aveva demolito le casette che lo fiancheggiavano e la piazza prese la forma e le rispettabili dimensioni che ha oggi."  

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CAPITOLO XV   PAG. 54 (TER)

"I locali per le scuole elementari del centro, prima del 1863 erano sparsi un po’ dappertutto. In tale anno, fatto l’acquisto dell’orto Camerani furono costruite le due palazzine ai lati del foro annonario. 

Nella prima di destra furono collocate le scuole femminili, nell’altra le maschili al primo piano superiore."

 

Ben presto i due fabbricati non furono sufficienti e vennero perciò destinati ai soli alunni maschi, mentre le scuole femminili furono collocate prima in ambienti affittati, poi nel vecchio palazzo comunale acquistato dai Camerani e che era collocato di fronte a quello che fu il Caffé Tavalazzi (oggi bar 105 ndr).

  Però una vera iattura perseguitava questi ambienti. Un incendio distrusse tutto l’edificio con gli arredi scolastici, per cui s’impose la costruzione di un fabbricato apposito sufficiente per la scuola maschile e femminile.  

Negozi del foro annonario negli anni '30

Chi abitava negli anni '30 le due palazzine del foro annonario

 

IL fontanone
(
‘e munumént dla pégna’

anno 1874 (SALVATO DALLA GUERRA)

 

Presso il “Fondo Piancastelli” custodito nella biblioteca “A. Saffi” di Forlì c'è un documento “Situazione materiale e morale del Comune delle Alfonsine - relazione del  Dott. Achille Lanconelli (1878)” da cui si capisce l’origine di quello che noi oggi chiamiamo ‘e munumént dla pégna’, e che in realtà fu ideato come una monumentale fontana: ‘e funtanò’, come appunto veniva chiamato nei primi anni del novecento. Infatti si legge; “nel 1863 furono edificate a foggia di foro annonario le beccherie e pescherie” cioè spazi al coperto per vendita di carne e pesce. “che mirabilmente prestano con i loro ampi portici interni ed esterni, e colle botteghe, al commodo ed alle bisogne del pubblico, mentre offrono allo sguardo la gradevole ed allegra forma di un anfiteatro.”

E poi la descrizione del fontanone: “Di fronte al primo di questi fabbricati (quello di destra ndr) trovasi un pozzo pubblico di acqua eccellente, che il Municipio, per impedire a chicchessia di gettarvi immondizie, od altro, nel 1874 fece munire di pompa a tre getti e coprire in marmo d’Istria da abile artista Ravegnano sulle forme di elegante monumento”.

Il disegno di quel monumento fu dell'ingegnere comunale Antonio Zampighi, ormai chiaro autore di tutta la evoluzione urbanistica di Alfonsine di quel periodo, e anche futuro sindaco. 

L'autore fu Tobia Bagioli un “abile artista Ravegnano”, che lo si trova nominato nel "Ravennate"  del 19 novembre 1874. Nato a Ravenna nel 1821 ed ivi morto nel 1902, fu allievo presso l'Accademia di Belle Arti di Ravenna, poi si trasferì a Massa Carrara dove studiò presso quell'Accademia. Rientrato a Ravenna, espose alle mostre annuali dell'Accademia locale. La sua attività fu di realizzare opere scultorie, lapidi e busti per le tombe del cimitero di Ravenna.

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L'installazione di una pompa e la copertura del pozzo con monumento in marmo d'Istria 

Sappiamo anche che in un punto della piazza di fronte alla palazzina di destra c’era un vecchio pozzo pubblico di acqua ‘eccellente’.

Ecco come poteva essere quel pozzo

Per evitare che cadessero immondizie o altro nell’acqua si decise di coprire il pozzo con una fontana monumentale: ciò conferma che si trattava di un pozzo di acque superficiali, e che la gente tirasse su l'acqua coi secchi.

Questo monumento fu quindi collocato nella grande piazza del paese nel 1874, dove era stata appena terminata la costruzione del Foro Annonario. 

Una volta coperto il pozzo si dovette mettere una pompa a mano che rimase esterna al monumento, sul quarto lato, a parete liscia  rivolto alle palazzine e foro annonario, dove ancora si nota il segno di entrata del tubo della pompa. (foto sotto)

Il disegno qui sopra è del 1884, di proprietà del maestro Luigi Mariani: 
si nota l'orologio nel campanile, non ancora trasferito sul municipio, e nel punto della freccia il monumento della pigna. Ancora non c'è la canonica che sarà costruita nel 1898-1900 circa, essendo Rettore
Don Antonio Costa

 

Nelle due foto sopra il monumento è ancora davanti alle due palazzine, il municipio ha l’orologio, quindi siamo dopo il 1901.

Perché e quando il monumento 
fu spostato e disattivato come fontana?

Sappiamo che nel 1876 alcuni ‘protestatari’ in occasione delle elezioni imbrattarono il fontanone “con stampiglie e iscrizioni derisorie”, allusive all’amministrazione precedente che ne aveva proposto la costruzione. 

è da escludere l'ipotesi che per questo motivo il 'fontanone' venisse eliminato, come qualcuno ha ipotizzato. Innanzitutto il monumento lo si ritrova ancora in un quadro del 1884 e in alcune cartoline databili ai primi anni del '900. 

L'unica ipotesi plausibile è che l'acqua del pozzo si fosse andata esaurendo dopo più di trent'anni di utilizzo da parte della popolazione dell'intero centro del paese. Esaurito o inquinato il pozzo lo si dovette chiudere, probabilmente coprendolo con un tombino. Forse in quel punto il pozzo c'è ancora oggi. 

Fino al 1901 (anno  dell’inaugurazione delle scuole elementari in Corso Garibaldi) il fontanone rimase dov’era, Solo in seguito venne spostato nel giardino delle nuove scuole. A quei tempi la capacità di perforazione per creare un pozzo artesiano non era sufficiente per trovare da subito acqua potabile nel sottosuolo della piazza. Quella fontana monumentale quindi fu destinata ad arredare il giardino del le nuove scuole, senza più avere il ruolo di fontana. 

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Si nota che dalla fotografia sopra è stato tolto il monumento della pigna con un'azione correttiva sul negativo, come era in uso in quel tempo. Probabilmente il fotografo, per poter riprodurre le cartoline della piazza dopo che il fontanone era stato spostato, decise di riutilizzare quella foto già impressionata anni prima apportando il ritocco.

Dal dopoguerra ad oggi

Piazza Monti, dopo i bombardamenti americani e le mine tedesche, al 1° aprile 1945 appariva così.

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Al centro la macchia chiara è Piazza Monti, il centro del paese prima della guerra. 
Ma non vi sono più le macchie scure, che erano le case. 

Durante la guerra tra le macerie dell'edificio delle scuole comunali l'unica costruzione rimasta in piedi fu il monumento della pigna. 

Così quando nel dopoguerra al posto delle scuole distrutte furono costruite case popolari, queste si trovarono ad avere in mezzo al cortile il loro bel monumento.

Rimase lì, fino ai primi anni '60, quando fu ricollocato nel giardinetto appena rifatto nella parte nord della vecchia Piazza Monti.

 

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Roberto Montanari (Bocasseur), Oberdan Savioli, Paola Pazzeschi

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Nel 2009 è stato restaurato

 

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Luciano Lucci, Giampiero Beccari e Rino Montanari

Sergio Contessi (Trombino)

 

 

 

 

 

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In stile neoclassico costituito da tre elementi quali il piedistallo decorato su tre lati da tre maschere antropomorfe al centro delle quali usciva l'acqua raccolta da vasche sottostanti, la colonna, su cui si trova scolpito lo stemma di Alfonsine in un ovale, contornata di foglie di acanto e festoni con frutta e fiori, la pigna, simbolo di fertilità, a coronamento del tutto.

Il Municipio di Alfonsine 
dal 1878 al 1945

Prima della guerra:

 Fatta la piazza e il foro annonario furono stanziati nel frattempo i soldi per realizzare il progetto di un vero nuovo Municipio, e nel 1872 se ne avviò la progettazione, sempre con l'incarico all'ing. Zampighi. 

Il progetto prevedeva un unico edificio, in linea con le due palazzine. 

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Per alcuni anni vi furono interventi e modifiche del progetto, dovute a spinte e resistenze varie, e solo nel 1874 si annunciò la costruzione del palazzo comunale  'in maggior mole', cioè ingrandito. Alla fine risultarono costruiti due edifici : uno 'Fabbricato ad uso Uffici Comunali e Pretura' prospiciente la piazza, l'altro, le 'Carceri Giudiziarie', sul retro, avendo inglobato la tettoia preesistente.

Al palazzo comunale progettato all'inizio come blocco unico a fianco delle due palazzine del foro annonario, si erano quindi aggiunte modifiche successive per realizzare carceri e ufficio pretura. Comunque solo tra il 1876 e il 1877 vengono appaltati i lavori e inizia la costruzione, che terminerà nel 1878.

 

Come si presentavano

 il Municipio  e la piazza Monti nel 1884

Qui sopra piazza Monti nel 1884. A sinistra il Municipio e le due palazzine delle pescherie. Si nota anche il monumento della pigna. Questa immagine di piazza Monti è tratta da un quadro disegnato nel 1884-85 E' un disegno dal vero  realizzato da Giuseppe Marzocchi; è di proprietà di Luigi Mariani. 
Al centro la "Violina" con i pilastrini o fittoni. A destra la chiesa senza ancora la canonica.
Nel campanile c'è ancora l'orologio.
In fondo sulla sinistra una ciminiera da dove esce fumo (una fabbrica di carbone o di mattoni o un'industria di produzione liquori ?) Il futuro Palazzo Santoni è costruito solo per metà.

... e ancora pochi anni dopo.

Quel palazzo comunale progettato da Zampighi si sviluppava su tre piani, più mezzanino posto tra il pianterreno ed il primo piano. "I muri perimetrali avevano uno spessore di cm 45 ... Il prospetto principale era in mattoni speciali stuccati ed ornato con abbondanza di fregi quali colonnette, trabeazioni, corniciature ecc..."

L'edificio, in elegante stile neorinascimentale, presentava una facciata sorretta da un porticato a sette luci più due laterali con archi a tutto sesto sostenuti da otto pilastri più due laterali. Su quelli d'angolo, tre per parte, corrispondevano sei lesene con capitello composito a base sagomata. Ad ogni luce corrispondeva un doppio ordine di finestre tutte delimitate da cornici e, al primo piano, da cimase salvo la centrale timpanata. Mentre una doppia corniciatura aggettante (marcapiano e marcadavanzale) divideva il primo piano dal pianterreno ed il primo piano dal secondo. La parte retrostante era priva di ornamento, salvo le corniciature. I pilastri della facciata erano interrotti, in prossimità dell'arco, da una modanatura che dava un forte senso geometrico come, d'altronde, tutto l'edificio. La parte inferiore della facciata era decorata a falso bugnato liscio. (tratto da pag 82 di "Le Alfonsine il volto e l'anima" di Mariafrancesca Zanzi e di Giovanni Zanzi).

Nel frattempo anche per la vecchia chiesa si era avviata un’opera di risanamento fino a cambiarne l’orientamento, ruotandola di 90° gradi in senso orario, con la facciata principale rivolta verso il nuovo Municipio.

Nelle due palazzine all'inizio furono poste le scuole: elementari femminili (nella palazzina di destra) e maschili (in quella di sinistra, al piano superiore).
Poi non essendo più sufficientemente capienti la scuola femminile fu spostata in locali affittati e poi in una delle 'case Camerani'.

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Nel 1901, sei anni dopo la morte di Zampighi, sindaco Giuseppe De Maria, fu aggiunta una torretta con una macchina-orologio acquistata dalla Ditta "Cesare Fontana di Milano" al costo di 2.231 Lire 

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Il Municipio, le Palazzine e a destra, dietro, il loggiato del “Foro annonario”
(Si notano la torretta e l'orologio del 1901)

Un ammodernamento nel 1915

Nel 1915 (Zampighi era morto da 20 anni),  il sindaco socialista Garavini avviò un ammodernamento e ingrandimento del Municipio, vista anche la maggior dimensione del Consiglio Comunale.

Ma il dio del fuoco Vulcano soggiornava ancora lì...

Fatto, approvato e finanziato il progetto, iniziarono i lavori, ma durante lo scoppio della Settimana Rossa, alcuni rivoltosi sfruttando le impalcature entrarono nel Municipio a provocarono un incendio. I danni furono enormi.

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1915: il Municipio ancora coi segni del l’incendio della Settimana Rossa

( un click o un tocco sull'immagine per vedere la foto ingrandita)

 Pur con una perdita di finanziamento per le riparazioni, fu ugualmente portato avanti il progetto.

 I soldi mancanti furono sottratti in da altri investimenti previsti e in parte anticipati dalle due cooperative a cui vennero assegnati i lavori. 

All'inizio del 1921 finalmente il perito comunale Antonio Preda firmò lo stato finale dei lavori. 

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un click sull'immagine per vedere la foto ingrandita 
1914: il Municipio dopo l’incendio della Settimana Rossa

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un click sull'immagine per vedere la foto ingrandita 
1914: il Municipio dopo l’incendio della Settimana Rossa

 

 Il lavoro voluto, progettato e iniziato da Antonio Zampighi per il Municipio di Alfonsine e la piazza Monti lo si vede come risultato finale in questa mappa del 1920. 

Erano passati  25 anni dopo la sua morte.

 

 

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Evoluzione del lato ovest della piazza Monti dal 1901 ad oggi (2023)

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Nel 1928 fu costruita la Casa del Fascio

 

Durante la guerra

Tutte le costruzioni del lato ovest furono abbattute dai tedeschi

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Lato ovest di Piazza Monti nel 1945

Lato ovest di Piazza Monti 
dove c'era il Municipio nel 1945

 

NEL DOPOGUERRA

Nella seconda metà degli anni '50, dove c'era il municipio fino a dove erano le palazzine e le pescherie del foro annonario furono edificate case popolari, mentre solo più tardi fu edificato un palazzo Santoni dove c'era quello abbattuto dal minamento dei tedeschi.

 


Qui si vede che il Palazzo Santoni non era ancora stato ricostruito

Metà della piazza Monti fu trasformata in un giardino pubblico, com'è ancora tutt'oggi. L'altra metà rimase uno spazio vuoto con una fontana, e poi asfaltata e adibita a parcheggio con il monumento a V. Monti al centro.

Oggi, là dove c'era il Municipio


Piazza Monti nel 2004

Dove c'era la casa del fascio fu costruito dal Comune un edificio che negli anni '70 servì da scuola (Materna, poi Elementare e poi Media) sede per le associazioni detta oggi CasaInComune

 

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Le origini
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Lato ovest 
(sei qui)

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Lato est

Lato sud