1°
Nel 1890
il parroco don Giovanni Battista Ricci Bitti aveva contestato l'utilizzo
di tale piazzetta come mercato
Il comune probabilmente
si rifaceva per legittimare i suoi diritti sulla piazzetta a quel
documento "Imposte Dirette Ravenna, "Atti Vecchio Catasto",
Compilatore de' Fondi Urbani di Alfonsine"
o anche da una mappa (vedi sotto) in cui si trova la dicitura "Piazzale",
e all'indice numerico
5 c'è scritto "Mercato Commestibili"
Legenda: 471 - Corelli
Giuseppe, 969 - Camerani Giov. Ant.o, 3 - Luogo
nel quale esistono le botteghe di caffé, macelleria, salsami, pescheria, 4 -
Locanda unica dell'Abitato, 5 - Mercato Comestibili
2°
In un verbale del
Consiglio Comunale del 4 ottobre 1914 si legge di una “Lite tra il Comune e il parroco Don Luigi
Tellarini”. Si era qualche mese dopo i giorni infuocati della "Settimana Rossa", e la polemica nacque dalla piantumazione di alberi fatta dal Comune in una zona del piazzale della chiesa. Tale azione fu ritenuta dal parroco di allora, Don
Tellarini, un'indebita ingerenza su un terreno di pertinenza della chiesa.
Forse quegli alberi furono tolti ma nel 1928 erano stati piantati di
nuovo.
Anno 1928: il piazzale
della chiesa durante la processione di Sant'Antonio. Si notano, a
sinistra, alberelli piantumati dal Comune.
Dal 1900 con la
costituzione del "nuovo catasto" (ancora attuale) la
particella B fu chiamata 'Piazza' o 'Piazza Monti', e risultò
inquadrata come 'partita speciale delle 'Strade Pubbliche'
In questa mappa catastale del 1920 si nota che è stato colorato in
marroncino tutto ciò che è inerente a strade pubbliche.
E guarda caso
tutto il cosiddetto Piazzale della Chiesa rientra in questa
categoria, mentre solo il sagrato della chiesa ha colore bianco.
Il nome Piazza Monti si estende fino al 'piazzale'. |
|
Negli anni ‘60, con il parroco Don
Vittorietti, la controversia sembrò definitivamente risolta con il Comune,
ma ancora qualcosa non quadrava. Non c'era la certezza che la proprietà
di tutto il piazzale fosse della Chiesa.
L’Ing. Ravaioli per
conto del Comune di Alfonsine fece fare una ricerca a uno Studio di
Professionisti del settore: la Notar Service. Lo scopo era di ratificare
una convenzione di comodato d’uso della piazza, con il parroco
dell’epoca padre Renato, ma
occorreva
essere certi che la proprietà fosse della Chiesa e non del Comune:
e alla fine (2009) fu messo tutto
nero su bianco, e dal 2010 ufficialmente (e una volta per tutte) è stato
stabilito (?) che la proprietà è della Chiesa. “la
proprietà della piazzetta è della Chiesa, pur essendo denominata
‘Piazza Monti’, e viene scritta una convenzione tra Comune
e Parrocchia per un comodato d’uso gratuito della durata di 20 anni,
“dell’area di proprietà della Parrocchia S. Cuore di Gesù,
adiacente alla Parrocchia stessa e denominata “Piazza Monti”’:
la manutenzione spetta al
Comune, in cambio di un utilizzo pubblico per mercato e parcheggio.
Però…
però… “SI
PRESUME…”
Nella relazione dello
Studio Professionistico Notar Service presentata alla Giunta Comunale si
legge:
"... dalle risultanze di altre mappe dell’epoca anche la
particella B (piazzale Chiesa .ndr) è stata frazionata e parte di essa è
confluita nella ‘sede stradale’. … si
presume pure la particella A e la restante porzione della particella B
siano rimaste di proprietà della Prebenda Parrocchiale di Santa Maria
delle Alfonsine fino alla costituzione del Nuovo Catasto”...
Poi la relazione della Notar Service fa notare che: “Con
la costituzione del Nuovo Catasto, all'inizio del 1900, a seguito di
sopralluogo, parte della particella B è stata rappresentata come Piazza
senza alcuna indicazione della proprietà e facente parte della partita
speciale delle Strade Pubbliche”. …
Il che significa che non
era proprietà privata.
Nella mappa qui di
fianco, col termine B si indica solo il sagrato davanti alla nuova
chiesa, mentre tutta la parte del cosiddetto vecchio piazzale della
chiesa non è denominato |
|
Ma dal
1969 al 1972... per provare a ratificare definitivamente di chi
fosse la piazzetta della chiesa fu fatta una richiesta di
frazionamento (forse da parte della Chiesa), presentata il 3
novembre 1969, per stralcio di aree dalla partita speciale delle
Strade Pubbliche:
così furono registrati i nuovi
mappali n. 395, n. 396 e n. 397 del foglio 112 ed intestati alla
CHIESA ARCIPRETALE DI SANTA MARIA DELLE ALFONSINE.
Tali porzioni di area STRALCIATE
DALLA PARTE SPECIALE DELLE ‘STRADE PUBBLICHE' FURONO
VENDUTE a rogito notaio Troili di Alfonsine in data 13 aprile 1972
dalla Parrocchia di Santa Maria delle Alfonsine, ai signori Guido e
Lavinia Salvatori, Maria Pia Salvatori, e a Ida Lanconelli.
Nell'atto di vendita si leggono queste frasi:
"Si precisa che catastalmente provengono dalla strada ma DI
FATTO sono esclusiva proprietà della parte venditrice",
che "ne garantisce la piena proprietà" |
|
"...
catastalmente provengono dalla strada ma DI FATTO sono esclusiva proprietà
della parte venditrice..."
In
conclusione catastalmente
era un’area pubblica del Comune, ma “di
fatto” – il notaio le fa registrare
come “esclusiva proprietà della parte
venditrice" (la Parrocchia S. Cuore)
che "ne garantisce la piena proprietà" (la Parrocchia deve
quindi darne garanzia di piena proprietà, visto che altro non c’è.
(Meglio coprirsi le
spalle e le palle, sembra dire il Notaio).
Infine
dal 1985 al 1991 vi è una registrazione delle variazioni degli
intestatari del Piazzale della Chiesa che va dalla Parrocchia Santa
Maria (fino al 1985), alla Diocesi di Faenza (1987-1989) e alla
Parrocchia Sacro Cuore (1989-1991). Tali variazioni, così si legge
nel documento qui a fianco, furono da DECRETO (DISPOSIZIONI DELLE
AUTORITA').
(Sembrerebbe in
pratica che sia stato utilizzato il diritto di proprietà - se
esiste - per un uso continuo dopo i 30 anni)
|
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E COSÌ
TUTTO è ANDATO A
POSTO
Un po' di storia
della chiesa
Qui sopra si vede com'era posizionata la Chiesa Santa Maria rispetto al piazzale agli inizi dell’‘800. Sullo sfondo a sinistra la rampa della Violina sul
Senio. La croce oggi è all’ingresso del cimitero
(Anno 1884). La chiesa era stata girata di 90° verso la nuova piazza nel 1874.
Si nota l'orologio del campanile. La canonica non è ancora costruita.
Nel 1898, a destra della chiesa, fu costruita la canonica.
(Anno 1910) Il piazzale della chiesa con la nuova canonica
(1898). Di passaggio un gruppo di bersaglieri in bicicletta. In estate ogni anno ad Alfonsine stanziava
un reparto dell'esercito italiano.
Si
nota da sinistra la chiesa, la canonica, l'entrata al cortile e al teatro
della chiesa, la casa dei Salvatori con un negozio di biciclette. Poi il
palazzo dei Lanconelli e il caffé d'la Niculena (madre di Pietro Altini)
(Anno 1914) Il davanti
della chiesa durante la 'settimana rossa'
Anno 1925: piazzale
della chiesa. Si nota il primo negozio della canonica con vendita di
Macchine per cucire, ricamo e maglieria di N. Pescarini (Natale Pescarini).
Da sinistra: una ragazza di
Milano che veniva in estate ad Alfonsine, Linda Lucci, Silvia Cavazzuti
(cugina di Tullio Samaritani), Federica Contessi, Lella Poletti,
Vincenzina Lucci.
Anno 1926: quattro
ragazze alfonsinesi nel piazzale della chiesa. da sinistra Vincenzina
Lucci, Lella Poletti, Linda Lucci, Federica Contessi. Nello sfondo si
notano i due negozi della canonica, quello di tessuti della Tangana, e
quello di ferramenta di Montanari (Marlèn). A destra il portone
d'ingresso al cortile della chiesa e al teatro parrocchiale.
(Anno 1930)
Nel lato sul piazzale presenta solo qualche cambiamento dal 1910 al 1930, con la conversione di alcune camere a negozi:
il primo era il negozio di tessuti d’la Tangàna (Ida Bruni sposata Faccani), che fino agli anni ‘20 era stato di Natale Pescarini con vendita di oli e macchine da cucire.
Poi c’era il negozio di ferramenta
d’Marlén (già di Cesare Baldi).
Nell’angolo c’era l'ingresso al cortile interno della Canonica dove c'era il campanile e il teatro parrocchiale.
Sul lato
successivo del piazzale si incontrava la casa di Ennio Salvatori, con due negozi: il primo dell’orologiaio Zannoni, e il secondo del barbiere ‘Brasulina’.
A seguire casa Lanconelli (dove abitavano in affitto varie famiglie tra le quali quella del fotografo Luciano Tazzari con la moglie maestra ..........)
Poi casa Altini con un negozio dal 1930, che fu di “Mobili Antichi” e poi di “Barbiere”, quindi il “Caffé Nazionale” detto “d'la Niculéna”, moglie di Pietro Altini, e che in seguito ebbe solo la scritta di
“Caffé”.
Note
informative:
- Un figlio della
figlia di Sbaragnì, Sina sposata a Renato Valicelli, che si chiama
Claudio Valicelli ha sposato la
figlia di Valentini che gestisce il negozio calzature in corso
Matteotti.
- L'altra figlia
Vera, deceduta, mai sposata, fu sindacalista UIL e cassiera Cinema
Corso.
- L'edificio del
teatro parrocchiale era a due piani. Al piano terra c'era la sala
cinema-teatro, al secondo piano c'era anche un'abitazione: inquilino
la Serafena e il figlio Mino d'Serafèn.
- Il Palazzo
Lanconelli era abitato oltre che dalla famiglia dei Lanconelli (Idina
la maestra ecc...) da vari inquilini: uno era detto Balisarda.
- La casa Salvatori
era stata lasciata in eredità a Ennio col figlio Guido e la sorella
Lavinia, da due zie sorelle zitelle: Ricca e Adelina. Vi era anche un
negozio da orologiaio gestito dalla Maria Vecia dl'arluierd
(orologiaio) che era Maria Pasini, figlia di Luigi Pasini (Luigiò),
uno dei primi orologiai di Alfonsine, e da una ragazza Maria d' Brèta,
che era sua nipote, perché figlia della sorella Pasini Cecilia, che
sposò Antonio Zannoni. Il fratello di Maria, Giovanni ebbe un figlio
Gastone che ereditò l'attività di orologiaio, a sua volta tramandata
al figlio Antonio Zannoni. Di fianco c'era il
negozio di elettricista di Walter d'la Minta e poi uno da barbiere gestito da Alfredo Ballardini detto "Brasulina",
già anarchico nominato nel diario di don Tellarini sulla
"Settimana Rossa" come colui che ferì col lancio di una
pietra alle costole il suo cappellano don Serafino Servidei. In
seguito quando l'elettricista si spostò il negozio da orologiaio si
trasferì dove prima c'era quello di Walter.
- Quel negozio e
quell'angolo divennero luogo di incontro delle signore sic di
Alfonsine: come la Maria Faccani, moglie di Camanzi il capitano
(centurione fascista).
-
-
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|
(Anno 1930) Foto aerea del piazzale della chiesa
Legenda
dei punti numerati
(1)
Gelateria Carioli (Turòn e Nerina: i Campanè)
(2)
Drogheria - Alimentari Zezar
d' Bagatè (Cesare Melandri, che abitava in via Reale). La
figlia di Zezar sposò il Cav. Ulivò, detto l'om de fròll, che
inserì anche vendita di cartoleria.
In seguito sarà solo cartoleria con la gestione di Caplò.
(3)
Meccanico bici Filippo, il gobbo, poi il nipote Cortesi (detto Veri).
Poi aprì il suo negozio l'arrotino Raflì Martlèna (Raffaele Carioli),
zoppo dall'infanzia, investito da un tram in via Tranvia dove abitava.
(4)
Quando Veri cessò l'attività di meccanico di bici e il suo negozio fu
occupato dal calzolaio Martlèna, aprì un negozio di bici Ettore d'Dumizian,
fratello di Annibale (futuro primo sindaco pro tempore dell'immediato
dopoguerra)
ll
piazzale della chiesa da un disegno
di Tullio Samaritani
La
luce centrale non era un negozio, ma solo vetrina del negozio a
sinistra della Tangana.
Si
vede la facciata sud della canonica.
I tre negozi sono il primo di tessuti della Tangàna (mamma di Emma
e Fino Faccani), in precedenza era stato il negozio di Natale Pescarini che vendeva macchine da cucire.
Al centro non vi era un negozio ma una vetrina della "Tangana".
Poi c'era il negozio di piatti e bicchieri di Marlé.
Si vede di seguito l'ingresso al teatro parrocchiale. Poi c'è una porta che fu
un negozio di Luigiò l'arluier (orologiaio),
Pasini Luigi.
Nella facciata della casa
successiva dei Salvatori, ci sono tre
porte: due negozi ai lati della porta centrale d'ingresso. La porta d'ingresso alla casa che era al centro.
Il primo negozio era di un elettricista: Walter d'la Minta. Quando questi
si trasferì, divenne il negozio dell'orologiaio. L'altro negozio era
quello del barbiere "Brasulina". In quest'angolo della piazza si trovavano i ragazzini della piazza a
giocare a pallone o a "cic e spana" con le monete.
|
Anno
1927
La
casa della Niculèna con l'insegna "Caffé
NAZIONALE".
tra
i personaggi sono stati riconosciuti: Alfredo Ballardini (Brasulina),
Ottorino Carioli (Turò d'Campané) e forse la sorella di sua moglie
Nerina santoni, cioè Rosa Santoni...
Poi
qualcuno ha riconosciuto Marino Marini il ragazzotto con la bici da corsa.
|
1925-30
Da
sinistra il Palazzo Lanconelli abitato oltre che dalla famiglia dei
Lanconelli (Idina la maestra ecc...) da vari inquilini: uno era detto
Balisarda.
La
casa della Niculèna con l'insegna "Caffé
NAZIONALE".
Nel
pezzo di casa bianca subito dopo il Palazzo Lanconelli, c'era Fidalì
barbiere.
A
destra il Caffé Tavalazzi "d'Frazchè" e i portici nello
sfondo.
|
1930-35
A
sinistra uno
scorcio dell'angolo del piazzale della Chiesa con corso Garibaldi
E' la
casa della Niculèna con l'insegna "Caffé".
Qui si vede un ingresso nel lato della piazza.
A
fianco, a sinistra il negozio di barbiere di Fidalì, che aveva sposato la
Nanda Altini, una figlia della Maria Altini, che aveva sposato Pietro
Altini, figlio della Niculéna.
A
destra una visione di corso Garibaldi Inferiore, verso la Reale.
|
e
cafè d'la Niculena
|
1920
Il
bar d'la Niculèna con l'ingresso da Corso Garibaldi.
La Niculèna (Nicoletta Altini) gestiva questo bar dagli inizi del '900.
Era
già il bar degli anarchici durante la "Settimana
Rossa" nel 1914 citato da Don Tellarini nel suo diario
"Giunto che fui
presso il Caffé degli anarchici, detto il Caffé della Nicolina, scorsi
una moltitudine di persone che stava ai tavolini a godersi il fresco, ed a
contemplare la scena sorbendo il caffé e centellinando bicchierini di
liquori con un'allegria indescrivibile. Appena mi videro fecero un gesto
di sorpresa e ricordo uno che disse: Bé! non è mica fuggito! Ma se è
ancora qui!, e tutti gli occhi si appuntarono su di me.
"
|
Quando
era ormai troppo vecchia la Niculèna lasciò il bar in gestione al figlio
Giuseppe Altini (Pinaz) e a sua moglie Maria. Alla morte prematura di
Pinaz la vedova Maria continuò a gestire il locale con le figlie Santa,
Nanda e Rina.
Fu il primo bar del paese a possedere la macchina
per il caffé espresso.
Ritrovo non solo di
anarchici ma anche dei giocatori d'azzardo e delle vecchiette che
abitavano il vicino "Lazzaretto" (il Carraretto Venturi) e
dintorni, che qui si trovavano per fare una partita a briscola o mangiare
qualche pasta secca.
|
1910-15
Casa
della Niculena (Altini) e di Cortesi "Veri" in corso Garibaldi
vista dalla torretta di villa Marini-Preda.
Da
sinistra il caffé d'la Niculena, detto anche "degli anarchici".
Coperta
dall'abete la gelateria Carioli (Turòn e Nerina Campanè), poi si
intravvede il negozio di Zezar d'Bagatè, poi di Ulivò e di Caplo.
Un
portone di ingresso alle abitazioni del piano superiore, poi la bottega di
bici di Filippo il gobbo, poi di Veri e di Martlèna calzolaio.
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Nel
dopoguerra ci fu la ricostruzione
Anno 1948. Piazzale
della chiesa: la ricostruzione
Anno 1960: il piazzale
ricostruito con la chiesa del
Sacro Cuore, dopo che la chiesa Santa Maria fu ricostruita alla sinistra
del Senio nel paese nuovo.
Anno 1960: foto aerea
della piazza Monti e del piazzale della chiesa.