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Alfonsine

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Il lato sud della piazza Monti dalle origini ad oggi

 

 

Il lato sud di Piazza Monti è ancora com’era agli inizi del ‘900, non avendo subito la distruzione a causa della guerra, come invece capitò agli altri tre lati. Anzi, nel corso degli ultimi anni tutti i suoi edifici sono stati tutti ristrutturati mantenendo l’aspetto esterno quasi invariato rispetto al passato.

 

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Anno 2007

Lato sud di piazza Monti nel 2007

 

Il centro del paese vecchio

In una mappa del ‘700 in questo tratto della piazza c’è un unico edificio denominato “Osteria della Sig.ra Marchesa di Fusignano” (mappa a destra, legenda in basso alla voce "Y"), poi segnalato in una mappa del 1838 con la dicitura “Unica Locanda dell’Abitato”. 

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Particolare con la legenda della mappa a destra in cui si legge alla lettera "Y" "Osteria della Sig.ra Marchesa di Fusignano”
(cliccare o toccare sulla foto per l'ingrandimento)

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Nella corrispondente legenda, al punto contrassegnato col n° 4  si legge: "Locanda Unica dell'Abitato"

 

La più antica casa di Alfonsine 
ancora in piedi

Questa è quindi è la più antica costruzione di Alfonsine rimasta in piedi a tutt'oggi (2007): è la prima da sinistra, e fa angolo con via Roma. Agli inizi del ‘900 fu di proprietà della signora Minarelli Maria fu Luigi, vedova Mariani e vedova Dradi. Negli anni '30 la lasciò in eredità ai vari fratelli e fratellastri.

A destra si vede il chiosco dell'edicola di Giulia Lolli. Qui non era ancora stata ingrandita la casa dei Tavalazzi. 
Lo fu quando Marcello Mariani si sposò (1928). Marcello Mariani era parente con i Tavalazzi, in quanto fratellastro della Marcellina Dradi moglie di Frazché Tavalazzi. 

Ecco qui sotto la casa di cui stiamo trattando. A destra si intravede la casa di Marcello Mariani: siamo nel 1928.

Vi erano tre negozi

 

il primo negozio da sinistra  

fu la macelleria di Ettore Pagani "e pcér", padre di Armando, che ne continuò il mestiere fino agli anni '60, trasferendosi però nelle “Pescherie” e da qui sotto il portico di palazzo Grazioli, a destra della casa Marini, dove riaprì l'attività nel dopoguerra fino alla fine degli anni '60. 

In quel primo negozio continuò l'attività un altro macellaio: Tommaso Marri, commerciante di carne, col figlio Walter, attivo fino agli anni '60 e poi trasferitosi sotto i portici di piazza Monti, dove a tutt'oggi esiste il suo locale, passato in gestione al figlio di Walter, Tommaso Marri. Nel 2020 l'attività passò a una dipendente di Tommaso, che la gestì in proprio.

  Negli anni '70 quello spazio fu sede del “Manifesto” e poi del PCI, oggi vi è una parrucchiera. Nel particolare a destra si nota sopra alla porta la scritta "MACELLERIA" e un manifesto pubblicitario della "APEROL"

 

Il secondo negozio, al centro, 

fu una locanda spaccio data in gestione a Ricco Alessandrini (detto Thenardier, il locandiere de “I miserabili”, a sottolineare come era messa male quella locanda) con la moglie “la spaziara” e la figlia Augusta, ancora vivente (2007), anche lei detta “la spaziara”. All’inizio degli anni ‘30 i Tavalazzi acquistarono tutto l’edificio dai Mariani, e un appartamento, il negozio e la gestione dello spaccio passò a Cristina Tavalazzi, come dote per il matrimonio con Leo Montanari “Pitadé”. Lì ci fu la dolceria “Patrizia”, e ogi 2022 un negozio di giornali.

 

Si nota l'insegna con la scritta TABACCHI E SALE. Sulla scritta pubblicitaria DUGLAS non si hanno informazioni di che prodotto si trattasse.

La terza bottega  

fu di Antonio Mariani, figlio di Luigi e padre del maestro Gigino Mariani, che aggiustava, producevano e vendeva biciclette. Diventerà poi negozio degli elettricisti, gestito da Rino Faccani, Piretto Bassi e Pino Bertoni, fino agli anni '60, poi dai Vecchi. Poi fu una rosticceria. 

In mezzo c'era il passaggio allo stallatico di Plopi (Santino Minarelli). Dietro si ergeva il Palazzo dei Monarchici, detto anche "Circolo Cittadino", oggi “Palazzo Marini”. 

 

 
(Foto sotto) Anno 1928 (c'è la casa di Mariani a destra, costruita in occasione del suo matrimonio del 1928): un manifesto sulla casa pubblicizza la proiezione del film "LA GRANDE PARATA". Si trattava di un film sulla prima guerra mondiale del 1925

 

 

       

La ca' d'Frazché (Francesco Tavalazzi)
 

Angelo Tavalazzi (1845-1927) abitava a Lugo, e nel 1870, a 25 anni, venne ad Alfonsine con la nipote Anna, che aveva 20 anni (era nata nel 1850). Presero in affitto da Nilde Santoni un locale nel loro palazzo e aprirono un caffè-osteria. L’Anena (Anna Tavalazzi) a 37 anni ebbe un figlio Francesco (non riconosciuto). Angelo Tavalazzi tornò a Lugo perché malato. Anna e Francesco gestirono il locale da soli. Francesco già a 9 anni lavorava e aiutava la madre. Nel 1907 Francesco Tavalazzi a 20 anni sposò Marcellina Dradi, sorellastra di Marcello Mariani, da cui avrà tre figli Giulio, Cristina, e Guido.  Ora avevano soldi a sufficienza per costruirsi una casa e un locale tutto loro, in corso Garibaldi. Si chiamò “Caffè Centrale”. Così nel 1907 si aggiunse all’antica locanda-spaccio una nuova casa a tre piani, fatta costruire da Anna Tavalazzi (l’”Anéna”). Fu noto soprattutto come “e Café d’Frazché” (Francesco Tavalazzi). Come si può notare dalle due foto in alto, all'inizio pagina, una parte della casa fu costruita in un secondo tempo, nel 1928, da Marcello Mariani, (podestà di Alfonsine dal 1932 al 1940), fratello di Antonio, Lina e Marcellina, e zio del maestro Luigi Mariani, in occasione del matrimonio con la Tudina (Gertrude Corelli).

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L'edificio, già Mariani e Tavalazzi, 
nel 1928-30 

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L'edificio, già Mariani e Tavalazzi, 
nel 2007
 
(Il caffé ex Tavalazzi,
 qui si chiama "Bar 105")

Palazzo Santoni: Nilde Santoni affittò ai Tavalazzi il locale in fondo a destra nella foto con la scritta VINI CAFFE'. 
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Questo palazzo andò distrutto con l'ultima guerra. Fu poi ricostruito nel dopoguerra e ha ancora oggi il nome di Palazzo Santoni. Nella foto qui sotto si può vedere la medesima nuova facciata. La freccia indica il punto dove nel vecchio Palazzo Santoni c'era il primo caffé osteria dell'Anéna Tavalazzi: "Vini e Caffé"

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Davanti al Caffé Centrale (d' Frazché) anno 1925: da sinistra in piedi dietro: ..?, Francesco Tavalazzi (Frazché), con la bottiglia in mano, in piedi sull'ingresso a destra col cappello Santino Minarelli detto Plopi (resta il dubbio che fosse l'altro seduto a sinistra), seduti davanti: resta il dubbio se fosse Sante Minarelli d'Plopi, Peppino Preti, Natale Tonini (Taramot), Giulio Tavalazzi, Bruno Bendazzi, Eleo Montanari d'Pitèda, ?..., Vito Mazzanti, e calzulèr, Roberto Marini, Gasparé e falegnam.

(cliccare o toccare sulla foto per l'ingrandimento)

 

La Casa Marini

 

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Nel 1914 Giuseppe Marini aveva avviato la costruzione della sua casa, proprio attaccata al caffé d’Frazché. Nel dopoguerra vi abitò la vedova, “la Carolina o Carlina” e il figlio, l’industriale Marino Marino con la sua famiglia. Venduta recentemente, è stata oggetto di una ristrutturazione che l’ha riproposta com’era prima della guerra. 

 

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Prima bottega di Giuseppe Marini

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Ex Casa Marini, oggi 2007 casa Manara

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Casa Marini con bottega e insegna anni '30

 

Palazzo Grazioli

 

L’ultimo palazzo del lato sud di Piazza Monti è il cosiddetto “Palazzo Grazioli”. Da alcune mappe dei primi '800 si può desumere che esistesse una costruzione nella zona dove sorgerà il cosidetto "Palazzo Grazioli". I Grazioli erano una famiglia di origine trentina, della Val di Pejo, in particolare di Celentino. Si stabilirono ad Alfonsine fin dai primi del ‘900 con l’attività di stagnini, i “magnani”, soprannome che ancora oggi è rimasto ai discendenti, detti appunto “i magné”. Il capostipite fu Stefano Grazioli. Poi seguirono i figli Carlo e Andrea. Il negozio di ferramenta dei Grazioli permise loro di costruire nel 1914 dall’originaria casetta un palazzo di tre piani, detto ancora oggi Palazzo Grazioli. La ferramenta è citata nei diari del parroco Don Tellarini durante la rivolta della cosidetta "Settimana Rossa" ".... Il ramaio Stefano Grazioli dovette dare tutte le catene di ferro che servirono poi a sbarrare le strade..."

  La ferramenta fu venduta in seguito alla famiglia Gregori, anch'essa originaria del trentino (Pejo), (la stessa che, nel dopoguerra, con lungimiranza, si trasferì nel centro del paese nuovo). Il palazzo Grazioli, oltre ad essere abitato dalla famiglia, aveva vari appartamenti che venivano dati in affitto. 

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Palazzo Grazioli al centro nel 1930

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Il cortile prima della recente ristrutturazione con l'indicazione delle abitazioni dei Gregori e di altri, prima della guerra

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Garage, legnaie, laboratori e cantine dei proprietari e degli inquilini palazzo-grazioli-legnaie2.jpg (51370 byte)
L'ingresso prima della recente ristrutturazione palazzo-grazioli-ingresso.jpg (31170 byte)
Archi della facciata prima della recente ristrutturazione palazzo-grazioli-larchi-pri.jpg (29367 byte)
Venduto a una immobiliare da pochi anni è stato recentemente ristrutturato.  palazzo-Grazioli.jpg (185160 byte)


Nella foto scattata nel 1938 da Serafino Faccani si vede Piazza Monti.

 Il lato sud è quello a sinistra.

Questa lato  della piazza,  è ancora oggi visibile, non avendo subito la distruzione della guerra, come invece capitò a tutti gli altri tre lati.

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Con la guerra tutto questo lato della piazza si è salvato, perché si diceva che i tedeschi avessero finito le bombe per minare le case, o che non fossero più arrivati in tempo... L'inizio dell'abbattimento di tutte le costruzioni di Corso Garibaldi e Piazza Monti avvenne tra il 29 gennaio e il 2 febbraio 1945. Il 10 aprile ci fu la liberazione del paese.

La fila di case che ha da sempre caratterizzato questo lato della piazza sono la casa dei Mariani, venduta poi ai Tavalazzi.

Segue la casa di Marcello Mariani (podestà di Alfonsine dal 1932 al 1940), con a fianco la casa dei Tavalazzi e sotto il "Bar Centrale" d'Frazché (Francesco Tavalazzi).

Poi la casa dei Marini (d'Fitti) e il Palazzo Grazioli, a cui segue il Palazzo del Credito Romagnolo

Evoluzione nel corso del tempo 
del lato sud della piazza Monti

1914

1915-20

1925-30

1945

1948-50

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1950-60

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1960

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2007

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