Alfonsine

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Piazza Monti come potrebbe essere. 

Sette proposte, sette (fatte nel 2003)

La domanda essenziale è: quale ruolo può avere uno spazio come quello di Piazza Monti oggi... e nel futuro? L’idea che ci pare vincente è la polifunzionalità degli spazi, cioè la possibilità di adattarli per vari scopi; quindi non una struttura rigida, ma camaleontica: un luogo per passeggiare e chiaccherare, per famiglie e bambini, per adolescenti innamorati, per le serate estive, per il mercato, per le feste.

PROPOSTA 1

Togliere il parcheggio e spostare il monumento a Vincenzo Monti

Il parcheggio per auto e moto va eliminato dalla piazza in estate e, nel resto dell’anno, almeno nei giorni festivi.

Il monumento al poeta alfonsinese Vincenzo Monti va spostato, poiché, per la sua piccola dimensione e fattura, non può essere valorizzato in una così grande piazza, anzi appare antiestetico.

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I tedeschi, prima della fuga, distrussero quasi tutta le costruzioni attorno.

Ma la piazza, essendo uno spazio vuoto, non potette essere distrutta.

Negli anni ‘60 però una metà della vecchia piazza fu riempita con un giardinetto pubblico.

Si spera che a nessuno venga in mente di riempire anche il resto: la piazza per definizione deve essere un vuoto, occorre togliere e non aggiungere, abituarsi all’assenza.

PROPOSTA 2

Togliere l’asfalto dalla piazza e dalle strade che la contornano, riscoprendo il vecchio ciotolano.

Per prima cosa occorrerà togliere l’asfalto, riutilizzando il ciotolato che c’era prima (dovrebbe essere ancora lì sotto), o inserendone uno nuovo, ma simile a quello documentato nel dettaglio della foto sotto.

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un clic o un tocco per ingrandire la foto

Questo vale sia per le strade che girano attorno alla piazza che per la piazza stessa, anche se prima questa era in terra battuta.

Riportare alla luce ciò che è rimasto sepolto per 50 anni è affascinante come un film con Indiana Jones: una magia simile vale l’intera operazione.

PROPOSTA 3

Rendere possibile e abitudinario il passeggio in piazza e lungo la "viuléna"

La viuléna, via Giordano Bruno, poi via Abele Faccani, è il tratto di strada che va che dall’incrocio fino al ponte.

Oggi questa via non ha neppure un nome ufficiale. Innanzitutto le va assegnata una targa col nome "la Viuléna".

C’era un detto, che risaliva ai primi dell’ottocento, noto ancora fino agli anni ‘60 "mo’ va a spass int’la Viuléna", per dire vai a perder tempo, vai a passeggiare senza senso, o a perderti tra osterie, caffé...

La viùlena è stata infatti da sempre la via dove c’erano osterie, locande, ristoranti, portici con botteghe varie. Vi si affacciava l’unica chiesa di Alfonsine e il passeggio domenicale dopo la messa, la fece diventare anche la "via dello struscio".

PROPOSTA 4 (in parte realizzata dal Comune nel 2004)

La nostra proposta era di lasciare intatti i marciapiedi della "Viulèna": ghiaino bianco pressato e rimettere i "pilastrini", ma...

 

I due marciapiedi che delimitano la viuléna erano in ghiaia bianca e segnati da più di un secolo dai passi dell’uomo; gli alberi, che li abbellivano in primavera, in estate offrivano i loro frutti ai bambini, se ancora sapevano arrampicarsi sui rami: insomma, andavano benissimo così. Il ghiaino in terra battuta era il bello della viuléna.

Ma dovendo qualcuno intervenire chiedemmo di evitare (per favore) qualsiasi tipo di betonella: quelle andavano bene nel paese nuovo... Si poteva secondo noi migliorare l’esistente inserendo uno stabilizzante che rendesse più rigido lo strato di ghiaino. 

Comunque si è scelto di utilizzare i san pietrini e alla fine la ristrutturazione non è andata male del tutto, anche se sono stati abbattuti i prugni e sostituiti con i lecci (orribile e contestata scelta).

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Uno dei fittoni che delimitavano la violina dal marciapiede I fittoni nuovi

 

I pilastrini (nella foto sopra) della vecchia via sono stati ripristinati, anche se non esattamente della stessa forma e altezza di quelli originari. Chissà che i bambini non imparino a scavalcarli alla cavallina: un "percorso vita"

PROPOSTA 5

Rivitalizzare il giardinetto pubblico

In estate deve diventare uno spazio vivo, ritrovo per le famiglie, e durante le feste in piazza spazio per picnic o stand gastronomici all’aperto.

Occorre perciò

  •  aumentare i tavoli e le panche

  • i percorsi pedonali del giardinetto devono rimanere in ghiaino, al massimo betonelle grigie o pavé in porfido, solo se ciò fosse necessario per tenere fuori l’erba dai percorsi

  • eliminare i cordoli alti, dove vecchi e bambini rischiano di "scapuzzare", e quindi sono un pericolo se ci si sbatte la testa

  • creare una illuminazione permanente, con lampadine semplici, alla Fellini

  • togliere i giochi per bambini (pericolosi e non a norma) e sostituirli con altri in legno e in posizione più decentrata

  • spazio piadina aperto fino a mezzanotte

  • favorire l’insediamento di una struttura leggera per assaporare fette di cocomero d’estate

  • una sera a settimana in estate permettere alla trattoria al Gallo di fare ristorante all’aperto nei giardini, previa chiusura traffico dal ponte, e senza tutte le beghe burocratiche che di solito scoraggiano queste iniziative.

Salvare il fontanone da abbandono e degrado (realizzata nel 2008)

Un monumento senza radici, senza territorio, disambientato e nomade: sembra quasi che nessuno lo voglia.

Questo monumento del 1874 fu collocato nella piazza Monti quando fu costruito il Municipio e la chiesa fu ristrutturata e messa con la facciata verso la piazza nuova, che fu intitolata a Vincenzo Monti.

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In questa foto, precedente il 1901 perché il municipio non ha ancora l'orologio, si vede il monumento

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Queste sono foto dei primi '900: il monumento della pigna si trovava davanti alle due palazzine delle Pescherie, più o meno dove si trova oggi. Il Municipio ha l'orologio, ma non ancora il balcone.

Ma poiché l'acqua potabile nel sottosuolo della piazza non fu trovata in quegli anni, il monumento fu spostato presso le nuove scuole elementari, in corso Garibaldi.

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Le scuole furono edificate nel 1898-1900: nella foto a sinistra il monumento non è ancora stato spostato dalla piazza alle scuole, mentre nella foto a destra si trova davanti alle scuole.

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Ma nella foto qui sopra che è la stessa pubblicata sopra è stata apportata un ritocco fotografico: il monumento è stato eliminato, ma si nota ancora l'impronta dovuta al ritocco, non del tutto perfetto.

Essendo stato spostato davanti alle nuove scuole comunali di corso Garibaldi, il fotografo fece un ritocco al negativo  della vecchia fotografia e ristampo le cartoline senza il monumento.

Durante la guerra tra le macerie della distruzione, tra cui tutto l'edificio delle scuole comunali, rimase salvo solo il monumento. Rimase lì, tra le case popolari che furono costruite alla metà degli anni '50, fino a tutti gli anni '60, quando fu ricollocato nel giardinetto appena rifatto nella parte nord della vecchia Piazza Monti.

Negli anni cinquanta quel monumento fu uno strumento primario di "iniziazione" all’adolescenza. Per dimostrare di essere finalmente "grandi" si doveva saltare a terra dalla parte alta del piedistallo... un salto nel vuoto di circa due metri.

Come ogni iniziazione che si rispetti c’era la perdita di sangue e la ferita che segna il distacco dall’infanzia (le ginocchia sbucciate e le mani scartavetrate).

E la meraviglia di sentire il corpo entrare in una nuova estasi per qualche secondo (la mancanza di gravità), il superare la paura del vuoto, e zac! la coscienza improvvisa che il vero equilibrio è nel movimento, piuttosto che nella staticità.

Una rinnovata confidenza nel proprio sistema muscolare.

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Oggi 2008, dopo la nostra denuncia di abbandono e della necessità di una profonda manutenzione che pubblicammo nel 2003,  il fontanone è stato restaurato. 

Nessuno l’ha mai visto funzionare come una fontana, e se è vero che la civiltà di un paese si misura da come accoglie i viandanti, le fontane ne sono un segno. È giunto il momento allora: dalla bocca di quelle tre misteriose maschere che scorra acqua fresca per i passanti, ma quest'ultima richiesta per ora non è ancora stata esaudita (dicembre 2009)

PROPOSTA 6

Mettere una passerella (una passerella nel 2010?)

La proposta che facemmo nel 2003 era di costruire una passerella per soli pedoni e ciclisti utilizzando i resti di due ponti Bailey: quello che si trova davanti al Museo del Senio e quello dismesso di Villanova. Il fascino di quei ponti, sia per i fatti storici che per l’estetica che esprimono, è inimitabile.

Forse quella dei Bailey era troppo, e così batti e ribatti siamo riusciti ad ottenere di fare una passerella. OGGI DICEMBRE 2009 E' STATO FATTO IL PROGETTO E NEL BILANCIO 2010 ci sono i fondi per la realizzazione. Staremo a vedere. (16 dicembre 2009).

 
Realizzata nel 2011!!!  (cliccare o toccare nel titolo a sinistra

 

PROPOSTA 7 (realizzata in parte nel 2004)

Riprogettare tutta l’illuminazione della piazza e della Viuléna: bisogna illuminare la nostra anima, così come i nostri piedi...

La luce deve essere diffusa, ma non eccessiva, per gli innamorati è un fastidio.

I lampioni attuali vanno sostituiti. (Il comune l'ha fatto nel 2004) 

Se fossero stati uguali a quelli di piazza Gramsci e a quelli di Marina Romea: fascino evocativo nullo.

Invece la scelta è stata migliore... Nelle foto in basso si distinguono i vari lampioni di prima della guerra. Erano tutti belli, quelli degli anni ‘30 assomigliano ai nuovi, ma per la piazza gli ultimi del 1940 sarebbero stati fantastici: sembrano rubati da un set di Fellini.

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Il primo lampione era a gas, precedente il 1925 ed era collocato lungo alcune vie di Alfonsine
Il secondo, sempre dello stesso periodo, a gas illuminava solo la piazza Monti.
Il terzo tipo fu messo in piazza Monti all'inizio degli anni '40. Nel dopo guerra due furono abbattuti e saccheggiati da Renzo Minguzzi (sua testimonianza diretta), allora ragazzino, per il piombo e il ferro che era contenuto nel basamento e nei piloni. Due rimasero fino agli anni '60. 

I resti si trovavano fino a pochi anni fa ancora nel magazzeno del Comune, presso il cimitero, ma pare siano spariti

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