Ma
la
vera storia
di Giovanni Borsetti
è qui...
(tratta
da una documentazione del direttore
del Museo Storico della Guardia di Finanza a Roma, maggiore Gerardo
Severino.
(clicca
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Dal foglio matricolare
del Sottobrigadiere Giovanni Borsetti, custodito presso l'Archivio del
Museo Storico
della Guardia di Finanza a Roma, si apprende che
nacque nel comune di Mesola (FE), con molta probabilità a Goro, che a
quel tempo ne faceva parte, il 16 aprile 1826. Nonostante la
storiografia locale lo indichi come "ciabattino" ancor prima
dell'arruolamento nella Guardia Doganale, il Borsetti, in realtà,
operò nel settore marittimo sin dalla sua giovinezza. Commesso
presso il Consolato di Marina di Ravenna (1860)
Il 10 agosto 1860
infatti, egli fu assunto, in qualità di commesso, dal Consolato di
Marina di Ravenna, elemento questo che consentì al Borsetti di
conoscere alla perfezione i luoghi prossimi a Porto Corsini.
Guardiano
del porto di Pontelagoscuro (FE)
(1861-1863)
Nei primi mesi
dell'anno seguente, il Borsetti fu nominato dalla Regia
Capitaneria di Porto, guardiano del porto di Pontelagoscuro (FE),
incarico che tenne fino al 1° luglio 1863.
Arruolamento
nel Corpo delle Guardie Doganali di stanza a Genova.
(1863-1866)
Assunto direttamente
con il grado di Sottobrigadiere del ramo mare, il Borsetti fu
inizialmente assegnato alla Direzione delle Gabelle di stanza a Genova,
dalla quale, il 16 aprile 1866.
Trasferito a
Bologna, e quindi assegnato alla Brigata mare di Rimini 1866-1868
Il Borsetti fu
trasferito a Bologna, e quindi assegnato alla Brigata mare di Rimini.
Fu proprio in questa località che il Borsetti si rese protagonista di
una eroica azione di salvataggio. Nel corso della
terribile alluvione che il 12 settembre 1866 sconvolse la città
romagnola e gran parte del litorale adriatico, il Borsetti fu uno dei
primi a portare soccorso alle popolazioni colpite. Non solo, ma riuscì
persino a trarre in salvo il battello di servizio, ricevendone quale
ricompensa un premio in denaro.
Trasferimenti a
Livorno (1868-1870), poi Direzione di Bologna, Provincia di
Ferrara e Provincia di Lucca (1871-1875)
Ultima
destinazione, la provincia di Ravenna (1° agosto 1875-1880)
Il 1° di agosto 1875
raggiunse la Luogotenenza di Porto Corsini, (l'odierna Marina di
Ravenna). Assegnato alla Brigata di mare, composta da appena tre
uomini, il Borsetti, dotato di una vasta esperienza operativa, ebbe
dapprima il comando di un battello doganale (una lancia di 6 metri con
4 remi e vela quadra).
Il Borsetti si occupò in prima linea della vigilanza
anticontrabbando nel tratto costiero compreso fra Punta Ravenna
sino alla foce del Po di Primaro, eseguendo spesso anche la scorta
alle barche dirette a Ravenna, oltre che il tradizionale servizio in
dogana, in sussidio alla Brigata stanziale di terra che si occupava
della sorveglianza al porto.
In "servizio
sedentario" (1877-1878)
Nel 1877, ormai
cinquantunenne, qualche anno prima della pensione, transitò nel
cosiddetto "servizio sedentario". Di conseguenza fu adibito
a compiti meno duri, quali l'espletamento di pratiche negli uffici
doganali di Porto Corsini, ma soprattutto della gestione di alcuni Caselli
Doganali (piccole costruzioni in muratura) disseminati lungo la
costa. Ed è proprio ad una di queste costruzioni, collocata a nord di
Porto Corsini, che è legata la storia di Casal Borsetti.
I Caselli doganali, di
cui vi è traccia in alcuni documenti conservati presso l'Archivio del
Museo Storico del Corpo, molto spesso erano demaniali (quindi di
proprietà dello Stato) ed avevano, quale scopo principale, quello di
assicurare il ricovero ed il ristoro delle pattuglie a terra e delle
squadre operanti in mare, specialmente quando le avverse condizione
atmosferiche non consentivano il rientro ai comandi
d'appartenenza.
Quelli dipendenti
dalla Luogotenenza di Porto Corsini erano tre, e per uno di essi -
quasi certamente quello di Casal Borsetti - un documento d'archivio
datato 1875 lo evidenzia come: "... mancante di acqua potabile
ed in prossimità di paludi e stagni". Di questo Casello, il
brigadiere Borsetti ne fu dunque custode in servizio. In
congedo pensionistico (1878-1906) visse in uno di quegli ex-caselli,
ottenuto in concessione
Dopo che fu
'pensionato',
poiché si sentiva particolarmente legato a quei luoghi stupendi,
chiese di potersene occupare anche dopo il collocamento in congedo,
avvenuto per la cronaca il 1 gennaio 1878. Dopo il congedo, il
Borsetti, che secondo il foglio matricolare risultava "coniugato
senza prole", ottenne in concessione (per uso abitativo) proprio
l'ex Casello doganale di cui si era occupato in precedenza, ormai
dismesso in seguito alla grande riforma del Corpo avvenuta nel
1881. Nella
piccolissima costruzione, ove dal 1881 visse tra mille difficoltà ,
l'ex sottufficiale delle Guardie Doganali vi istallò un deschetto da
calzolaio, attività questa che il ferrarese aveva probabilmente
intrapreso - a livello amatoriale - prima del congedo e che offri ai
tanti marinai e pescatori portocorsinesi che navigavano in quella
zona. Il
Borsetti, che i pochi abitanti successivi della zona ribattezzarono
affettuosamente col nome di "Zanetto", fu dunque il primo
vero abitante del luogo. Attorno
sorsero nuove abitazione, formandosi così un "Casale"
(aggregato di case) Dal
suo insediamento, avvenuto come abbiamo visto dopo il 1881, il Casale
s'ingrandì gradualmente con la costruzione di nuove abitazioni di
pescatori e di altre contrade vicine, si formò un vero e proprio
Casale (aggregato di case). Il
nostro brigadiere occupò il casello per moltissimi anni,
probabilmente fino a qualche tempo prima della sua morte, avvenuta in
Marina di Ravenna il 15 aprile 1906, esattamente un giorno prima del
suo ottantesimo compleanno. Il
ricordo dell'ex finanziere perdurò lungamente nel immaginario
collettivo, tanto che undici anni dopo la dipartita del brigadiere,
per acclamazione popolare fu imposto alla località il nome attuale. Solo
nel 1962 viene ufficializzato il nome "Casal Borsetti" In
verità tale nome venne definitivamente ufficializzato solo nel 1962,
con apposito atto dell'amministrazione comunale, che finalmente
riconosceva al Borsetti il merito di essere stato il fondatore dello
stesso paese. L'ex
Casello doganale fu distrutto nel corso della 2° guerra
mondiale, ed è stato ristrutturato nel 1990 e consegnato, nel
corso di una solenne cerimonia, ad un Comitato di Cittadini, che si è
impegnato ad assicurarne la conservazione. Al suo interno vi è
custodito un raro cimelio: il martello da ciabattino che il Borsetti
aveva usato durante gli anni della sua vecchiaia. A
conclusione di questa ricerca, basata tutta sulla relazione del Maggiore
Gerardo Severino, direttore del Museo Storico della Guardia di
Finanza, riporto con evidenza la riflessione finale del
Maggiore Severino "Secondo alcuni storici locali il Borsetti doveva la propria fama più alla sua abilità di ciabattino
che ad altro. Riteniamo di dover bilanciare i giudizi, sostenendo che
il Borsetti fu soprattutto un finanziere, un grande (e non umile)
finanziere, il quale volle onorare la consegna ricevuta anche dopo
il suo congedo.
Il Casello che egli ebbe in custodia non fu mai una mera abitazione, un
modestissimo negozio da calzolaio, come le cronache ci hanno abituato
a ritenere, ma fu, al contrario, la "Casermetta del
Borsetti", il luogo della memoria ove il brigadiere trascorse,
con grande nostalgia, la sua lunga vecchiaia."
(cliccare
o toccare sulle
foto e ne avrete un ingrandimento)
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