TEDDY
BOY E TEDDY GIRL AD ALFONSINE? NO!... SOLO RAGAZZI IN CRESCITA BIOLOGICA, E
LE NUOVE RAGAZZINE CHE METTONO IL NASO FUORI…
Ad Alfonsine verso la fine degli anni ‘50 le alunne e gli alunni delle
scuole elementari e medie, la prima generazione cresciuta al di fuori del
fascismo e della guerra, si dividevano gli spazi delle nuovescuole di Corso Matteotti.
Il maestro Polgrossi insegnava ai suoi
scolari di terza, quarta e quinta elementare ad esplorare anche il cortile
di casa, mentre il mappamondo era sempre tra le loro mani e i vagabondaggi
fantastici anticipavano solo di qualche anno quelli reali. Nel cortile della
scuola si ponevano a dimora le piantine di platani, pensando che un giorno
sarebbero diventate un bel bosco. Erano i primi vagiti di un ecologismo che
era ancora ben lontano dalle loro menti, ma forse già ben radicato nei loro
sogni e desideri.
1958: GIOVANI TEEN-AGERS ALFONSINESI
In
piedi da sinistra: Rita
Marini, Clotilde Pezzi, Marta Baldasseroni Seduti da sinistra:
Giampiero Beccari, Roberto Tardozzi,
Gilberto Pazzeschi, Luciano
Lucci, Gianni Faccani, Roberto Baracca
Luciano
Lucci e Rino Montanari (1957)
E poi venne il
1958 l'anno di "Volare", di Fred Buscaglione, di Elvis
Presley... e Adriano Celentano
“Oh Teddy Girl / pupa in
techni-co-lor / Teddy Girl / c’è un jukebox nel tuo cuor /
E sempre lì attorno a quella scuola, sotto l'ombra ancora
scarna dei pini di via Costa i maschietti trascorrevano interi
pomeriggi, fermi e appesi come baccalà alla rete di recinzione della
scuola. In quel cortile c'erano loro, le giovani teen-agers in tenuta
ginnica che esibivano, complice la professoressa di ginnastica, le
novità dei loro corpi adolescenziali.
I RAGAZZI DELLA VIA PAL
Ad
imitazione del gruppo dei "selvaggi" di Alfonsine anche i
ragazzi più piccoli si organizzavano in bande rivali: quelli della
piazza vecchia e quelli del paese nuovo, quelli di qua e quelli di là
dal fiume, mai niente di grave se non qualche scontro a pallate di
neve, o qualche lancio di frecce e lance da un argine all'altro del
fiume, più assomiglianti ai ragazzi della via Pal che ai famigerati
teddy boys.
Riccardo
Montanari, Oberdan Savioli e Paola Pazzeschi
Brunella
Guerra e Giustina Baioni
Il
fiume Senio diventò il luogo dei riti iniziatici per la liberazione
sessuale: quelli del paese vecchio si trovavano alla "busa
d'Santoni", in fondo a corso Garibaldi verso Rossetta, a fare il
bagno nudi, maschi e a volte anche femmine. Mentre quelli del paese
nuovo andavano alla busa d'Scarané, oltre borgo Seganti. Così
impararono presto a liberarsi dalle leggi di gravità del mondo
normalizzato: cominciarono a sentire il profumo di una comunità
indipendente.
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Luciano
Lucci e Sergio Manzoni (1956)
Luciano
Lucci, Riccardo Montanari,
Sergio Manzoni , Pietro Gessi
".....I
blue-jeans, che cominciarono a sbiancare con la varechina e a
sfregarli con la carta vetrata
per renderli subito consunti e più aggressivi...."
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Prima del
rock'n'roll, la generazione ribelle degli anni '50 non aveva identità.
"Tutto
intorno a noi era mummificato, tutto era in funzione degli adulti.
Eravamo asfissiati dalla normalità, dal conformismo. I modelli che ci
venivano proposti erano tutti personaggi adulti, apprezzati dagli
adulti: Coppi, Bartali, Boniperti, Nilla Pizzi, Tajoli, Villa,
Beniamino Gigli.’
Solo
l'esordio in serie A del sedicenne Rivera fu un fatto che ebbe sui
giovani una non trascurabile influenza, diciamo pure
"culturale". Rivera fu vissuto da molti giovani di allora
come un fatto fuori dalla regola, come possibilità di trovare
finalmente una propria identità, una propria cultura in quanto
giovani. In seguito anche per Meroni, l'estroso giocatore del Torino
morto in un incidente stradale quando era appena diventato famoso,
avvenne lo stesso fenomeno.
Ma anche i
balli che ci venivano proposti ai festival dell’Unità, e in tutte
le balere, non erano i nostri: walzer, polke, mazurke erano per i
vecchi... Noi ce ne stavamo in disparte, ci dichiaravamo estranei, e
pian piano cominciammo ad odiare Claudio Villa e il liscio.
Riccardo
Montanari (Boca), Rino Montanari (Prist), Prof. Talebbe, Elio Morelli
(Morelò), Pietro Gessi (Balona), Luciano Lucci (Mostar)
"Cresceva
cosìin un'Alfonsine
ingessata dalla cultura ancora bigotta della chiesa cattolica e dalla
cultura sempre conformista dei comunisti, una zona altra: fu il tempo
dei sogni di futuri esploratori, di vagabondi on the road, di
ecologisti della mente, e di riti iniziatici per accompagnare il
risveglio del corpo. Primi tentativi di produrre vita al di là delle
regole e dei ruoli, il seme di una generazione ribelle che stava
bruciando le tappe della propria liberazione.
Trovarono una propria
identità nella musica, il rock and roll, in rottura netta con il
'liscio' e con la canzone melodica, adottarono un loro specifico
abbigliamento, i blue-jeans, che cominciarono a sbiancare con la
varechina e a sfregarli con la carta vetrata per renderli subito
consunti e più aggressivi.
Definirono con precisione i
loro luoghi di raccolta: alcuni bar e le
panchine nei giardinetti di piazza Monti, il campetto dell'oratorio
del prete nel Lazzaretto, (oggi pronto per un nuovo condominio). I
primi approcci con le giovani teen-agers in crescita biologica
iniziarono attorno ai Juke-box del bar Sport, del bar di Marullo (bar
Edera), e da Minarelli, (oggi "caffè del Corso"), che
divennero così un poligono di tiro per desideri che esplodevano in
tutto il corpo, veri e propri corsi accelerati per sogni sessuali
finalmente liberati.
Fu come un primo banco di prova per una generazione di giovani che da lì a
pochi anni sarebbe entrata in sintonia con la rivoluzione culturale e
sessuale che nel '68 dilagò in tutto il mondo.
Ma in quel tempo
i giovani ribelli erano ancora immunizzati dai problemi
dell’innamoramento, dai rischi delle prime cotte. Era ancora prevalente il
legame della banda. Le ragazze erano viste come qualcosa da tenere fuori
perché potevano incrinare la loro amicizia e quindi l’identità di
gruppo.
Ma
ormai la crescita biologica portava inevitabilmente a pulsioni nuove e si
cominciarono a vedere primi segni di cedimento, mentre nei Juke-Box si
sentiva sempre più frequente anche la voce di Peppino di Capri
“Si 'sta vocca desidera 'e
vase... / nun è peccato!... E tu abbràcciame, cchiù forte astrìgneme...
pecché ammore ca siente pe' me, peccato nun è!...”
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Ma
era soprattutto Adriano Celentano a esprimere la gioia e la sofferenza
della gioventù ribelle in crescita biologica.
“Il
problema più importante per noi /è di avere una ragazza di sera / … con la barba già fatta,
/… soli/ ce ne andiam per la città “
Così
quando alla sera se ne tornavano a casa in cinque o sei su una
vecchia millecento, dopo essere andati in giro per le fredde balere
della campagna romagnola ad elemosinare un ballo da qualche ragazza, e
poi dopo tanti rimpalli senza aver provato nulla di nuovo, se non
impotenza rabbia e rifiuto di quel modo di rapportarsi alle ragazze,
soli più che mai nelle nebbie della bassa, si sentivano più vicini
ai “Vitelloni” di Fellini che ai “Peccatori in blue jeans dei
film con Brigitte Bardot.
Nasceva
lentamente anche un nuovo romanticismo che si alimentava della
sessualità desiderata, e su un percorso non rettilineo ma accidentato
della liberazione sessuale si inserirono cantautori come Paoli e Tenco
e la lettura de "La rivoluzione sessuale" di Wilhelm Reich.
E
poi i Beatles, i Rolling Stones, Jimi Hendrix, Leonard Cohen, Bob
Dylan.
Nasceva
il desiderio di amore come conseguenza naturale del respiro e un'idea
della sessualità non più come conquista o sopraffazione o
consolazione, tipiche delle generazioni precedenti, ma come scambio di
energie vitali per comunicare e fare comunità.
Una
decina d'anni dopo la "scena d'amore" dal film "Zabriskie
Point" di Antonionine
avrebbe dato la più limpida ed estasiante rappresentazione.
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La
generazione ribelle degli anni ’60 cresceva e acquistava coscienza
di sé, e cominciava a presentare il conto di tutto.
Si
sentivano ribelli senza aver mai fatto nulla di sovversivo: ma chi si
crede di essere un ribelle, è molto più disponibile a diventarlo sul
serio quando se ne presentano le condizioni reali; e per tutti si
presenteranno alla fine degli anni sessanta.