LA GUERRA AD
ALFONSINE
Per
i bambini anche la guerra poteva fornire delle situazioni di gioco e di
avventura, come la ricerca dei paracaduti dei bengala. Chi ne trovava uno era
molto considerato nel gruppo degli amici. Le donne erano sempre in giro per
procurare il cibo, portare delle informazioni e alcune volte anche qualche arma.
Quelle più giovani dovevano stare attente, spostarsi a coppie o a piccoli
gruppi perché c’era il timore dei soldati
tedeschi. Bisognava aver una bella faccia tosta perché quando i Tedeschi
fermavano bisognava dire bugie come se fossero verità.
Con
la ferma del fronte cominciarono a mancare i generi alimentari, già da tempo
scarsi; solo alcune famiglie, quelle più ricche, avevano fatto grandi scorte.
La gente sotterrò i beni di casa in
contenitori e cercò di nascondere ai Tedeschi le riserve alimentari (animali da
cortile, frutta, legumi…).
BOMBARDAMENTI
Sul
paese vennero lanciati migliaia di pezzi esplosivi, bombe da aerei e granate. I
testimoni raccontano che si riparavano nei rifugi, ma spesso i colpi arrivavano
improvvisi e non era possibile ripararsi. Furono distrutti molti edifici e si
contarono 331 morti, oltre a molti feriti.
SFOLLAMENTI
Molti
civili furono costretti a sfollare perché ebbero le case abbattute dai
bombardamenti o fatte saltare o requisite dai Tedeschi per la loro posizione.
Chi veniva cacciato poteva portare poche cose che, a volte, venivano requisite
dalle truppe tedesche che si trovavano più avanti lungo i percorsi di
sfollamento.
RASTRELLAMENTI
Per
i clandestini italiani e per i soldati alleati che venivano a trovarsi nel
territorio di Alfonsine, occupato dai Tedeschi, i civili provvedevano a nasconderli nei rifugi e a spostarli
da un posto all’altro quando c’erano i rastrellamenti tedeschi. Le
informazioni venivano date da staffette e da civili che controllavano dal fiume
i movimenti dei Tedeschi.
LIBERAZIONE
Il
10 Aprile ad Alfonsine iniziò con un bombardamento a tappeto degli alleati, ma
i civili erano nei rifugi perché erano stati avvertiti.
Gli uomini
della Resistenza avevano disarmato i Tedeschi, ancora in paese, e alle 14.00
cominciarono ad arrivare i soldati alleati e quelli della divisione Cremona. Fu
una gioia immensa, racconta, commossa, una testimone.
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