‘Sala
Massaroli’
L'edificio
antico denominanto 'Locanda' o 'Osteria' in seguito detto 'della
Colombina', fu
tra il '700 e i primi dell'800 l'unica locanda del paese. (Fu in seguito
'Tabaccheria e Spaccio', oggi ancora in piedi.
Di proprietà di Ercole Calcagnini e della moglie (per questo la
locanda era anche detta 'locanda della Marchesa'), fu acquisito da Giacomo
Massaroli e gli fu accorpato un edificio nuovo (l'attuale
Palazzo Marini).
Un "Fabbricato a due piani con stalla annessavi, sovraposta a
questa una sala ad uso di spettatacoli pubblici" a cui si
accedeva "per apposita scala', come si legge in un atto notarile
del 8 luglio 1888'. Pag. 96 dal libro "Le
Alfonsine, il volto e l'anima" di Giovanni Zanzi e MariaFrancesca
Zanzi (2014).
La cosidetta
‘Sala Massaroli’ fu uno degli 'ambienti dove furono date feste memorabili e rappresentazioni drammatiche da varie
compagnie.' Attivo dalla seconda metà dell'800 si trovava in
via Roma, (‘oggi magazzino dello Stabilimento Marini – scrive
ancora il Ballardini nel 1941).
Il
fabbricato detto "Sala Massaroli" è descritto in un atto
testamentario del 30 aprile 1874 del defunto Giacomo Massaroli in favore
del figlio Antonio, ancora minorenne all'epoca, e di lui tutrice la moglie
madre Francesca Pasi.
Si legge: 'Locanda e Stallatico detto 'della Colombina' ed attinenze,
la parte anteriore del fabbricato costituente la locanda è di
antichissima costruzione ... A Mezzodì del fabbricato evvi una corte
nella quale il pozzo a metà muro di altro nuovo corpo di fabbrica,
contermine alla corte
ed al fin qui descritto ad uso scuderia il pian terreno con scompartimento
interno di colonne sostenenti le arcate e volte a vela superiori.
Sopra
vi corrisponde una gran sala con soffitto a ciel di carrozza (a volta
n.d.r.) lunettato incompleto per ciò che riguarda gli infissi e la
scala per ascendervi".
pag. 96 dal libro "Le
Alfonsine, il volto e l'anima" di Giovanni Zanzi e MariaFrancesca
Zanzi (2014)
Il
complesso "nelle Mappe Censuarie del Leonino (1811) è demarcata
col n° 627 del catasto urbano" e confina "a ponente collo
Stradone della Chiesa, a settentrione con altra Strada Comunale detta Pia (la
futura via Roma n.d.r.)
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La
facciata della Sala 'Massaroli' nel 1914,
dopo l'assalto dei ribelli della 'Settimana Rossa'
La
stessa facciata nel 2010
Qui sopra
si vede meglio il numero mappale 627:
È
l'attuale Palazzo Marini e consisteva in un "Fabbricato a due piani
con stalla anno savi, sovraposta a questa una sala ad uso di spettata
pubblici" a cui si accedeva "per apposita scala', com si legge
in un atto notarile del 8 luglio 1888'' .
Si tratta di un blocco unico (il 627), separato poi dal 626. Anche questo fu
poi acquisito dal Massaroli e affittato all'ing. Zampighi.
Curiosa
questa descrizione "A Mezzodì del fabbricato evvi una corte nella
quale il pozzo a metà muro di altro nuovo corpo di fabbrica"
Il cortile che separava le scuderie dall'altra costruzione successiva
aveva un pozzo a metà muro. Sembrerebbe, del disegno, un quadratino
attaccato al muro della scuderia, e non dell'altra costruzione. Chissà...
il cortile c'è ancora oggi.
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Non
v’è dubbio che si tratta dell’attuale Palazzo Marini: quindi al pian
terreno c'era una scuderia, e gli scomparti per i cavalli erano separati
da colonne che sostenevano arcate, e con il soffitto a volte con vela.
(Ancora oggi si possono vedere). Sopra la grande sala per feste,
rappresentazioni, balli, spettacoli pubblici, e anche sala da biliardo
(1914).
I
Massaroli sono presenti in Alfonsine fino dai primi anni dell’800.
Famiglia di benestanti originari di Bagnacavallo, svolgevano la professione
medica: il dottore Giacomo e il fratello dottor Giuseppe, che sposò la
Marchesa Giuditta Passari Gallarani. Poi c'era l'altro fratello Don Paolo
Antonio, prete e insegnate al Seminario di Faenza, e le sorelle Chiara e
Domenica, poi Antonio figlio di Giacomo, divennero col
tempo anche proprietari di diversi poderi lungo la via Stroppata,
la Guerrina
e
la Raspona.
Giacomo e suo figlio erede Antonio erano proprietari della casa di via
Mameli (già casa Camerani, poi detta casa Ferné). Giuseppe invece viveva
nella grande Villa in Borgo Sabbioni: in gergo popolare, la villa era detta “dl’ucarò”,
per la presenza nel giardino di fronte alla villa di una vasca con fontana
a forma di una grande uccello, forse un’aquila.
La
Sala Massaroli divenne poi sede del 'Circolo Cittadino', luogo esclusivo
della borghesia alfonsinese dei primi anni del ‘900. Nel
1914 era frequentato dai
monarchici e dai conservatori di Alfonsine. Per questo era conosciuto come
“Circolo dei Monarchici” dalla gente del popolo.
Quel
palazzo fu il primo ad essere assalito e saccheggiato dai rivoltosi della
“Settimana Rossa”.
Le
foto qui di fianco (1914) sono le più vecchie che si hanno del palazzo e furono
scattate in occasione di quei fatti.
Caduto
in disuso, fu affittato da Santino Tancredi (d’Plopi) che lo usò come
deposito della sua carrozza funebre e dei cavalli con cui apriva i
funerali dei ricchi. Negli anni ’30 Giuseppe Marini lo acquistò
per adibirlo a magazzino dell’officina Marini e tale rimase fino agli
anni ’80. Donato al Comune dalla nuova società Fayat Group è stato
adibito a sala mostre e centro di varie iniziative culturali.
Un'altra
testimonianza rimasta a ricordo della sala Massaroli si trova nelle memorie
di Vincenzo Ballardini:
"Vi furono fino a una quarantina di anni fa (fino ai primi del '900
ndr) due sale per spettacoli pubblici: il Teatro Camerani ora fabbrica di Paste alimentari e la sala Massaroli in via Roma, oggi magazzino dello Stabilimento Marini. In questi due ambienti furono date feste memorabili e rappresentazioni drammatiche da varie
compagnie".
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Le
Mappe Censuarie del Leonino (1811) Catasto Gregoriano
http://www.cflr.beniculturali.it/Gregoriano/mappe.php
Si
vede la Violina la Chiesa. Non c'è ancora quella che sarà Via Pia
('detta anche Via della 'Fame'), poi Via dell'Emancipazione (1904),
e durante il fascismio Via Roma.
Si
vede l'edificio antico denominanto 'Locanda' o 'Osteria' in seguito
detto 'della Colombina', che qui era ancora di
proprietà di Ercole Calcagnini e della moglie (per questo la
locanda era anche detta 'locanda della Marchesa').
Fu
tra il '700 e i primi dell'800 l'unica locanda del paese. |
Stessa
mappa ingrandita dove si vede col numero mappale 627 tutto il
complesso denominato 'osteria' che nel sua parte più a est aveva
uno 'stallatico'.
Quando
nella metà dell'800 divenne di proprietà di Giacomo Massaroli
oltre allo stallatico, sopra vi fu allestita la sala per spettacoli.
Alla sua morte passò al figlio Antonio Massaroli (1874) e la sua
descrizione si legge nell'Atto Testamentario e in un successivo Atto
Notarile del 1888, pubblicati a pag. 96 nel libro "Le
Alfonsine, il volto e l'anima" di Giovanni Zanzi e
MariaFrancesca Zanzi (2014). |
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