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sull'anima di Alfonsine |
I teatri e cinema
alfonsinesi
dall'800 ad oggi
La
storia del Cinema Corso
1910:
cortile de "e cantinò", che nel dopoguerra sarà arena del cinema
Corso.
La cantina era
dei Marèn; i contadini portavano l’uva nella “castlë”
.
Quel magazzino diventerà poi nel dopoguerra il nuovo Cinema Corso.
Il
vecchio "Cinema del Corso"
Di proprietà dei due fratelli
Tereo e Luigi Minarelli (Terio e Gigì) fu intitolato ‘Cinema del Corso’.
Fu
costruito negli anni '30 dove oggi c’è il centro giovani ‘Free to Fly’. Anche qui si
proiettavano film e c’era un palcoscenico da teatro. Il Cinema del Corso era
un luogo più frequentato dalla cosiddetta gente bene del paese, mentre
l’Aurora era alla portata della gente popolare.
(clicca
qui per sapere tutto del
vecchio Cinema del Corso)
Il
nuovo "Cinema Corso"
L’edificio dove
fu collocato il cinema Corso nel dopoguerra è ricordato dai più vecchi di Alfonsine col nome
“e’ cantinò” mentre quelli nati a cavallo della fine dell’ultima
guerra lo chiamano ancora cinema Corso.
Fu
costruito nel 1838 dalla famiglia Marini (i Marèn), ricchi proprietari
terrieri del tempo. Serviva come cantina per la vinificazione, come stalla
per i cavalli, e come magazzino per il grano.
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Il ‘Cinema del Corso’
prima della guerra era dove oggi c’è il centro giovani ‘Free to Fly’.
Fu distruttp durante la guerra come tutto corso Garibaldi
Foto
aerea di Fino Faccani
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Durante
la “Settimana Rossa”, nel 1914 i rivoluzionari sequestrarono dal
magazzino diversi quintali di grano.
Negli anni successivi l’edificio fu acquistato da Luigiò (Luigi Randi),
il fattore dei “Marèn”, che vi fece costruire diverse camere che diede
in affitto a varie famiglie e continuò ad utilizzare i magazzini per la
raccolta del grano.
Quando Luigiò morì, falciato da una
mitragliata di un aereo inglese, ereditò il tutto suo nipote Tugnazzé
(Antonio Randi), il quale non avendo soldi per pagare la tassa di successione di tutti i poderi che ereditò da
Luigiò, vendette “e’
cantinò” a Ernesto Contessi (Arnisté), suocero di Marino Marini.
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Fu
quest’ultimo a premere su Prefettura e Governo per avere il permesso di
adibire quella costruzione a uso cinema, contro la decisione del comune di
Alfonsine che aveva stabilito, nel suo piano di ricostruzione, la presenza di un
solo cinema nel nuovo centro del paese in piazza Gramsci e cioè
l’“Aurora”.
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Marino
Marini |
Lo scontro fu
duro e si ripropose, con una certa forzatura, la contrapposizione che,
durante il fascismo, c’era stata fra il cinema del Corso (detto anche
“Littorio”), |
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collocato dove oggi c’è il centro giovani “Free to fly”
in corso Garibaldi, caratterizzato dalle feste e veglioni dei fascisti, e il
cinema “Aurora”, che si trovava nel “Lazzaretto”, della famiglia
Gessi, ambiente più popolare, con alle spalle anche una storia di scontri
violenti tra i Gessi e i fascisti della prima ora. |
La
realizzazione di un secondo cinema fu uno sfregio al piano regolatore e alle
scelte democratiche della prima amministrazione di sinistra del dopoguerra,
(per ottenerlo il Prefetto di Ravenna commissariò, per alcuni mesi
l’amministrazione comunale), i militanti dei partiti di sinistra al
governo del paese di Alfonsine invitavano la gente a non frequentare il
cinema Corso, ma solo l’Aurora.
Dall’altro lato i Marini, con una mossa spiazzante, diedero in gestione il
cinema a una cooperativa di operai della loro fabbrica.
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Anno
1956: davanti al Cinema Corso: da sinistra Mina Martina sorella di Domenico (il
secondo da sinistra). Segue la Vera Martini (cugina dei primi due).
Seguono Anna Zanzi, una cugina di Vera Martina che vive a Pesaro, e infine Rino Martini, fratello di Vera e cugino di
Domenico.
Nel cartellone sul muro del cinema c'è il film "Canzoni sotto le
stelle" con Luciano Tajoli (1956).
A
sinistra si vede una bancherella che era "dla Salamena". La
"salamena", era la più vecchia, moglie di Anselmo Morelli (da
cui derivava il nome "salamé"), madre di Gigino Morelli e di
Romana, lasciò la gestione della bancarella a Romana sposata con Iorio
Lasi
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Così, col passare degli anni, tale contrapposizione
ideologico-cinematografica andò attenuandosi, fino al punto che, dopo varie
gestioni, il Corso e l’Aurora vennero gestiti entrambi dal sig. Errani di
Savarna, un ex-partigiano.
Egidio
Errani
Infine quando Errani lasciò, (nel 1980) più nessuno osò
continuare tale attività e le due sale rimasero abbandonate, finché
l’Aurora fu trasformato in negozi e appartamenti.
Poi è toccato al Cinema
Corso nel 2007. Oggi (2020) al posto del cinema c'è un
caffé-pasticceria, una pizzeria-ristorante
e un piccolo negozio.
Ma sopra
c'è ancora la vecchia galleria...
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L’edificio
di Corso Garibaldi, detto “e’ cantinò”
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L’edificio
di Corso Garibaldi, detto “e’ cantinò”
dopo una prima restaurazione, con la pizzeria e la Torretta-albergo |
Un
piccolo Hotel, Ristorante pizzeria da Nick, e caffé-Pasticceria "La perla"
(2021)
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C'è
rimasta solo la galleria
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