IL
PILASTRINO dell'uomo
che cadde dall'albero
Fu la vedova Antonia
Bruni che fece costruire la prima edicola per commemorare la scomparsa del marito: l'uomo arrampicatosi su un gelso per raccogliere le foglie destinate
all'allevamento dei bachi da seta, cadde dall'albero e, dopo otto lunghi giorni d'agonia, morì.
Si chiamava
Melandri
Buonafede detto Zvanì d'Bagaté ed
era il nonno del signor Melandri Giovanni (che ha raccontato la sua
storia agli alunni della classe IV elem. di via Reale a.s. 1981-82)
"Zvanì,
come
era chiamato in soprannome, faceva il contadino in una casa
chiamata Internata. Se un parente moriva per disgrazia, al
nipote davano lo stesso nome del morto, ma non il soprannome perché
veniva una disgrazia anche a questo.
Il soprannome
del nipote che ha raccontato la storia è Giannino.
"Essendo
una famiglia numerosa, raccoglievano e allevavano i bachi da seta e
per nutrirli dovevano andare a raccogliere le foglie del gelso. Per
andare a sfogliare, l'uomo aveva il sacco e la scala e agganciava il
sacco al ramo. Il sacco poteva contenere circa 40 Kg. di foglie.
L'albero adatto ai bachi da seta è il gelso, lo chiamavano “e mor".
Il
signor Buonafede era vestito così: aveva calzoni spinati di stoffa,
fatti in casa, cintura di cordone, camicia quadrettata di flanella, i
calzoni erano di mezza lana. Al collo aveva un fazzoletto, un cappello
di paglia in testa ( “la caplena"). Portava gli zoccoli senza
calzettini.
Aveva
baffi lunghi e sporgenti, basso ma robusto. Le foglie che raccoglieva,
le pagava.
Un
giorno, mentre svolgeva questo lavoro, Buonafede cadde da un ramo;
lo portarono all'ospedale, ma dopo otto giorni morì, causa la
caduta.
Quando
uno moriva per disgrazia, mettevano un pilastrino sul posto, per
ricordo."
Durante la guerra venne distrutto.
Rifatto dopo il fronte, venne poi
incendiato.
Subito dopo, fu ricostruito con una nuova immagine e
benedetto l'8 settembre durante la celebrazione in onore della Madonna
delle Grazie, poi portata in processione e sistemata nel nuovo
pilastrino.
Purtroppo, poco tempo
dopo, l'edicola fu incendiata dolosamente; tuttavia con ostinazione la gente la fece ricostruire e fece benedire la nuova immagine in occasione della celebrazione della Madonna delle Grazie quando l'effigie, molto probabilmente raffigurante la Vergine faentina, fu portata in
processione.
Ancora una volta però la sorte si accanì violentemente contro la nuova costruzione;
un'automobile urtò la struttura e la ridusse in frantumi.
Prontamente
ricostruita, l'edicola è dotata di un rilievo bianco che raffigura le Vergine Maria insieme al Bambino.
è visibile solo per metà, a causa del dislivello tra la strada e il piano su cui si
appoggia.
(Poiché
il pilastrino n° 3,
posto in via Borse è legato a una storia analoga di un uomo caduto da
un gelso (poi deceduto) mentre raccoglieva le foglie, non si sa se si
tratti dello stesso episodio, che ebbe due pilastrini, uno sul luogo
dell'incidente e uno nella casa del deceduto.)
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Questa
è il rilievo bianco che raffigura la Vergine Maria insieme al
Bambino. Era presente in una foto della ricerca fatta da Emanuele
Morigi nel 2003. Probabilmente fu rubata
Questa
è l'immagine attualmente (2020) presente nel pilastrino, murata
all'interno della nicchia per evitare eventuali furti.
è la classica riproduzione della Madonna del Bosco
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