"Gli
Oratori sono il tentativo fatto nel '700 di legare maggiormente
l'ambiente rurale con la religiosità popolare e di marcare, da parte
dei grandi proprietari, il territorio con una presenza di emergenze
architettoniche, fossero esse casini di campagna od Oratori.
L'intento
era di far leva sulla religiosità popolare per legare a sé i
contadini soggetti a pesante sfruttamento attraverso una visione
ancora feudale di una nobiltà che di lì a poco, con la Rivoluzione
Francese lascerà il posto ad una nuova proprietà fondiaria.
Così
si deve leggere la costruzione del primo Oratorio dei Calcagnini alla
destra del Senio nel 1502 che poi (nel 1520 .ndr) e nel 1540 diventa
Chiesa di Santa Maria delle Grazie, la stessa venerata a Fusignano,
segno evidente di come quei signori volessero marcare il nuovo
territorio bonificato.
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Adis Pasi, afferma che il
Settecento " è per Alfonsine, il secolo
delle grandi imprese idrauliche, della messa a coltura di nuovi
terreni, della presenza massiccia di grandi famiglie nobili della
provincia e di una notevole espansione demografica. Gli Oratori
esistenti nel territorio raccontano questa storia".
Con il tramonto in periodo napoleonico, dei feudi e col prepotente
emergere di una nuova proprietà fondiaria, cambiano le coordinate
economiche e culturali della marginalità alfonsinese.
È
un succedersi lento ma inesorabile che porterà anche al tramonto
degli Oratori unico luogo di incontro all'interno di una fede
religiosa sposata all'ubbidienza alle regole feudali dei grandi
signori che, attraverso la "devozione", controllavano gli
sparsi abitanti delle campagne e ne condizionavano il pensiero.
I "Luoghi Pii", infatti, erano tutti dedicati a Santi protettori di
bisogni primari della popolazione come i raccolti, la salute, i
bambini, quasi che la pietà religiosa e l'invocazione ai Santi,
grazie all'intervento dei ricchi signori, potesse sostituire la
giustizia sociale con la carità.
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