Malatesta fu tra gli
organizzatori del comizio antimilitarista a Villa Rossa ad Ancona, e parlò
ai manifestanti
Malatesta fu uno dei principali
organizzatori della "Settimana Rossa" in Italia, conclusasi
negativamente, per la quale fu costretto a trasferirsi di nuovo a Londra
in esilio, proprio
alle soglie del primo conflitto mondiale che lo vide schierato fra i
sostenitori delle idee pacifiste e antimilitariste.
Alla "Villa
Rossa" fu convocato un comizio antimilitarista l'8 giugno per
protestare contro le "Compagnie di Disciplina", contro il
militarismo, contro la guerra, per la liberazione di Masetti e Moroni:
questi erano due militari di leva, che erano uno rinchiuso come pazzo nel
manicomio criminale (aveva sparato al suo colonnello prima di partire per la
guerra di Libia), e l'altro inviato in una Compagnia di Disciplina per le
sue idee (era sindacalista-rivoluzionario), dove era soggetto a continue
sevizie.
Alla presenza di 600
persone, per la maggior parte anarchici e socialisti, parlano il segretario
della Camera del Lavoro, Nenni per i Repubblicani, Pelizza per i
sindacalisti, Malatesta per gli anarchici e Marinelli per i giovani
repubblicani.
Terminato il comizio,
i partecipanti cercano di uscire. Ma la forza pubblica temendo che i
lavoratori volessero rifluire verso il centro della città, circondarono
l'edificio.
Alcuni popolani, per
la maggior parte ragazzi, reagirono con sassi, e pare che da una terrazza della
Villa tentassero di lanciare un pesante barile contro la forza pubblica. Una
guardia esplose colpi di rivoltella a scopo intimidatorio.
I carabinieri,
credendoli partiti dalla folla, aprirono il fuoco. Spararono 70 colpi. Tre dimostranti
restarono
uccisi.
Malatesta incitò
all'insurrezione
Un'ondata di
indignazione si sparse subito per tutta la città e tutto il popola di
Ancona scese spontaneamente nelle strade (la Confederazione del Lavoro
proclamò lo sciopero solo il giorno dopo) e tenne la città per 7 giorni.
Malatesta arringò la folla che manifestava davanti alla Prefettura per
liberare l'anarchico Cecili arrestato, e invitò all'insurrezione. Mentre
l'altro oratore Pacetti propose un'interpellanza in Parlamento.
La folla seguì il
Malatesta e ci fu l'insurrezione.
Malatesta fece
pressione sul comitato centrale del Sindacato Ferrovieri
Malatesta fu
l'unico leader del movimento operaio a non essere del tutto sorpreso dallo
scoppio insurrezionale di Ancona e dal susseguente sciopero generale
nazionale e ciò in virtù della sua realistica e pur sempre coerente
concezione rivoluzionaria.
Il Comitato Centrale
del Sindacato dei Ferrovieri era riunito ad Ancona e sotto pressione dello
stesso Errico Malatesta aveva dichiarato lo sciopero di categoria, che per
motivi organizzativi iniziò il 9 giugno e in alcune regioni solo il 10.
Al grido di "Abbasso i fucilatori del popolo" i moti,
dalle Marche e dalla Romagna, si propagarono in Toscana ed in altre parti
d'Italia. Ma il 10 giugno, nel momento in cui anche il Sindacato
Ferrovieri aveva aderito allo sciopero generale, la segreteria nazionale
della Confederazione Generale del Lavoro telegrafò alle camere del lavoro
ordinando di cessare la mobilitazione.
Malatesta, con
Mussolini, i repubblicani più accesi e i sindacalisti, avevano alimentato e
sostenuto da sempre l'idea di tipo "quarantottesco" nella quale le
minoranze atte al colpo di mano, avrebbero scatenato la rivoluzione con
qualche barricata e qualche bottega di armaioli svaligiata.
Ora larghe masse
rivoluzionarie stavano mettendo in pratica quegli insegnamenti. Ma molti
dirigenti stessi ebbero paura di non potercela fare.
E fu la rottura del fronte
insurrezionale.
Dopo la sconfitta
della "Settimana Rossa"
Dopo la sconfitta
della "Settimana Rossa"
il Malatesta fu di nuovo costretto a fuggire a Londra.
Nel 1919 tornò
clandestinamente in Italia: a Genova venne accolto da una folla oceanica,
che lo invocò come il Lenin d'Italia.
Tra il '19 e il '20 partecipò al Biennio Rosso, e nel 1920 fondò
e diresse il quotidiano anarchico " Umanità Nova" (50
mila copie di tiratura); nello stesso anno promosse l'organizzazione dell'
Unione Anarchica Italiana
L'avvento al potere di Mussolini frenò ma non fermo la sua attività:
"Umanità Nova" costretta a chiudere nel 1922, la sua redazione
devastata, Malatesta fondò una nuova rivista, quindicinale, dal carattere
culturale e teorico per sfuggire alla censura fascista : "Pensiero
e Volontà", che risulta ancora oggi essere una delle migliori
riviste anarchiche mai pubblicate.
Tra il '26 ed il '32, dopo la chiusura forzata dell'ultima rivista,
Malatesta fu costretto agli arresti domiciliari, con due poliziotti
giorno e notte fuori dalla sua porta pronti ad arrestare chiunque andasse
a fargli visita. Sorvegliato
speciale della polizia fascista, quasi settantenne tornerà al suo
mestiere di elettricista meccanico.
I suoi funerali, nel 1932, si svolsero per volere delle autorità in forma
privata e il suo feretro fu accompagnato in cimitero da un plotone di
carabinieri. Per mesi alcuni poliziotti sorvegliarono la sua tomba,
impedendo a chiunque di avvicinarsi.
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