|
---|
| Alfonsine | Archivio generale foto |
Archivio foto e video della Settimana Rossa (cliccare o toccare sulle foto per averne un ingrandimento) |
|
Video | |
Foto di Alfonsine |
|||||
Foto |
|
Anno | |||
15
giugno: il municipio di Alfonsine incendiato (fototeca Archivio Istituto Storico della Resistenza di Alfonsine) |
1914 | ||||
Si notano a sinistra alcuni edifici in costruzione: erano i lavori di ampliamento del Palazzo municipale. In primo piano gente di Alfonsine in posa, probabilmente molti erano stati attivi manifestanti. La foto fu utilizzata dal periodico del tempo "L'Illustrazione Italiana" che la mise in copertina. Questa foto fu scattata da Pierino Bezzi, inviato sui luoghi devastati dall'insurrezione (secondo Ivan Fuschini in "Sovversiva" Longo ed.). Secondo il Lucci ("Quando Alfonsine divenne famosa" ed. la Voce del Senio) fu un fotografo dilettante Antonio Preda di Fusignano, che in quel periodo era impiegato all'Ufficio tecnico del Comune di Alfonsine. |
|||||
Circolo
Monarchico di Alfonsine (Interno) dopo l'assalto |
1914 | ||||
Questo era il piano superiore della costruzione, dove c'era il Circolo Monarchico. Al piano terra c'era una monta di cavalli e somari, poi utilizzata anche per deposito di un carro funebre di Tancredi d'Plopi (Tancredi Minarelli) |
|||||
Il Circolo
Monarchico di Alfonsine dopo l'assalto |
1914 | ||||
I carabinieri di Alfonsine a cavallo, usciti per registrare i danni al circolo monarchico. Si nota la scritta "viva Masetti abbasso l'esercito". In terra i resti del biliardo, e dei quadri del Re e della Regina scaraventati giù dalla finestra del primo piano. A destra gente di Alfonsine in posa. |
|||||
Anno 1964
Augusto Masetti ripreso dalla sua finestra nel 1964, durante un'intervista di Sergio Zavoli |
1964 | ||||
Una lettera di Felice
Vezzani pro Masetti
Questa lettera è stata spedita all'autore di questo sito tramite allegato a una e-mail di un francese di nome Alain.
|
1913 | ||||
La lettera del 1913 è di un pittore anarchico Felice Vezzani che era espatriato a Parigi per motivi politici. Fu inviata a Albert Laisant, (1873-1928), che arrivava in quei giorni a Parigi da Nizza. Laisant era un noto anarchico francese a cui il Gruppo Rivoluzionario Italiano di stanza a Parigi chiede di scrivere un articolo nella loro pubblicazione di un numero speciale a favore di Masetti, "inviando la vostra opinione sull'atto compiuto dal nostro compagno e la vostra adesione alla campagna intrapresa per la sua scarcerazione" |
|||||
Da un giornale anarchico
francese
A metà articolo si accenna a Masetti: "La reazione in Italia" "...Ma la nostra forte protesta si alzerà contro la reazione in Italia che non vuole liberare l'eroico Masetti e che alza la sua testa ignobile dopo aver potuto momentaneamente schiacciare l'ammirevole movimento del popolo italiano..." Questo articolo è stata spedita all'autore di questo sito tramite allegato a una e-mail di un francese di nome Alain. |
1914 | ||||
|
Mussolini
socialista rivoluzionario
In contrasto con l'ala borghese e riformista del partito, va proclamando a tutti i venti la rivoluzione, ma quando con la Settimana Rossa le masse si accingono a farla non sa dirigerla minimamente. |
1914 | |||
15 giugno: il
municipio di Alfonsine incendiato (fototeca Archivio Istituto Storico della Resistenza di Alfonsine) Si vede che
è stato tolto l'orologio del municipio in alto. Nelle prime due colonne del
porticato a sinistra due manifesti: NEL PRIMO SI LEGGE L'altro è
un manifesto pubblicitario: |
1914 | ||||
Il piazzale della chiesa di Alfonsine dove si svolsero alcuni degli episodi della Settimana Rossa da una foto del 1910 |
Il piazzale della Chiesa
di Alfonsine |
1910 |
|||
Il piazzale della Chiesa
di Alfonsine
Il piazzale della chiesa di Alfonsine dove si svolsero alcuni degli episodi della Settimana Rossa da una foto del 1930 |
1930 | ||||
Interno della chiesa Santa Maria | 1930 | ||||
Interno della chiesa prima del saccheggio della Settimana Rossa. |
Chiesa Santa Maria di
Alfonsine (fototeca Archivio Istituto Storico della Resistenza di Alfonsine)
Si notano i lunotti con vetrate da cui arrivava la luce |
1914 | |||
Questa è una foto dei primi del '900 di vari anni precedente al 1914. |
E' Betulè di Alfonsine (La bettola della famiglia Minguzzi detti Ciconi) (fototeca Archivio Istituto Storico della Resistenza di Alfonsine)
Si notano alcuni tavolini e una tenda per riparare dal sole i clienti dell'osteria. |
1901 | |||
Questa bettola era di fianco alla chiesa ed è citata da don Tellarini nel suo diario quando dice che passando davanti alla bettola di Ciconi (i Minguzzi) per fuggire lungo l'argine verso Fusignano vide il figlio di Ciconi, Antonio che lo spiava. Antonio Minguzzi all'epoca tredicenne diverrà il papà di Maddalena Minguzzi (maestra) sposata Caravita e mamma di Marinella (maestra) e di Andrea (gestore di osterie varie) |
|||||
Antonio Minguzzi di
Alfonsine (Ciconi) Questa è la foto di Antonio Minguzzi (Ciconi) nel 1930
|
1930 | ||||
Il casetto della
stazione di Alfonsine dopo l'assalto dei dimostranti (fototeca Archivio Istituto Storico della Resistenza di Alfonsine)
|
1914 | ||||
La chiesa Santa Maria di
Alfonsine dopo il saccheggio
Si notano i resti del falò. Gente di Alfonsine in posa per la foto. Nello sfondo la locanda "Al Sole" di Fed (Bonafede Minarelli) e Susanna Garavini (sorella del Sindaco). Poco più avanti si intravede la Bettola dei Cicconi (e' betulè): una delle tante osterie della piazza di Alfonsine. Foto tratta dal Resto del Carlino |
1914 | ||||
Ceramica della Madonna delle Grazie di Alfonsine Questa è una ceramica del '500 ancora esposta nell'attuale chiesa parrocchiale Santa Maria di Alfonsine. Durante la Settimana Rossa subì alcuni spari nel tentativo di distruzione da parte dei manifestanti. |
1910 | ||||
I colpi lasciarono alcuni segni ancora visibili, ma il quadro non si ruppe. Questo fatto divenne una leggenda alfonsinese. Il quadro superò anche la distruzione totale della chiesa avvenuta durante la seconda guerra mondiale. |
|||||
Chiesa Santa Maria di
Alfonsine Questa è l'ancona (tabernacolo in legno) al centro dell'altare su cui era incastonata la ceramica della Madonna delle Grazie.
|
1910 | ||||
Anselmo Alberani di
Alfonsine |
1914 | ||||
|
Bruto
Marini di Alfonsine
|
1914 | |||
Alberto Alberani di
Alfonsine (figlio di Anselmo) (Foto di Nanda Troncossi)
|
1914 | ||||
Alfredo Ballardini di
Alfonsine (Brasulina) con il gruppo dei socialisti nel Circolo Socialista di via Mameli ad Alfonsine |
1914 | ||||
Alfredo Ballardini di
Alfonsine (Brasulina) Col camice bianco da barbiere seduto davanti al suo negozio |
1914 | ||||
Alfredo Ballardini di
Alfonsine (Brasulina) Col camice bianco da barbiere in bici appoggiato al muro del palazzo Lanconelli, contiguo al suo negozio
|
1914 | ||||
Alfredo Ballardini di
Alfonsine (Brasulina) Il negozio da barbiere di Brasulina, nel piazzale della chiesa ad Alfonsine. Brasulina (Alfredo Ballardini) è quello a destra.
|
1930 | ||||
Alfredo Ballardini di
Alfonsine (Brasulina) Qui col figlio nei primi anni '30, nel piazzale della chiesa dove aveva il negozio. In fondo si vede l'ingresso al teatro parrocchiale e al cortile della canonica, dove avvennero i primi incidenti con i due cappellani. |
1930 | ||||
La De Dion Buton dei Marini di Alfonsine |
1912 | ||||
Dirigenti ricercati fuggiti a San Marino 7 settembre 1914 Brunetti (repubblicano di Fabriano), Camillo Garavini (sindaco di Alfonsine, socialista), Vincenzo Gironzi (repubblicano di Falconara), Umberto Bianchi (socialista di Ravenna) ed infine i fusignanesi Renato Emaldi (studente universitario, indipendente), e Giuseppe Grossi (impiegato comunale, repubblicano) |
1914 | ||||
Giacomo (Mino) Gessi di
Alfonsine
|
1914 | ||||
Municipio di Alfonsine durante
i lavori di ristrutturazione
Il sindaco Camillo Garavini, che nel mese successivo
vinse le elezioni amministrative, provvide subito a restaurare il vecchio
Municipio: la foto sopra fu scattata agli inizi del 1915, col municipio già
ristrutturato, ma con ancora i segni dell’incendio |
1915 | ||||
Municipio di
Alfonsine restaurato
ristrutturato e ingrandito In primo piano "e' Café dla Niculéna |
1915 | ||||
Municipio di Alfonsine ulteriormente ingrandito | 1920 | ||||
Don Servidei e il cappellano Antonio Pattuelli
(Patvél) |
1932 | ||||
La villa dei Marini (I Maré) di Alfonsine
|
1914 | ||||
La piazza del mercato di
Alfonsine e il frontale della chiesa (fototeca Archivio Istituto Storico della Resistenza di Alfonsine)
|
1901
|
||||
Il Bettolino dei Ciconi di Alfonsine (particolare della foto sopra)
|
1901 | ||||
Caserma dei carabinieri
di Alfonsine
|
1914 | ||||
Foto di Fusignano | |||||
Albero della libertà a
Fusignano (fototeca Archivio Istituto Storico della Resistenza di Alfonsine) |
1914 | ||||
Albero della libertà a
Fusignano (fototeca Archivio Istituto Storico della Resistenza di Alfonsine) |
|||||
Albero della libertà a
Fusignano
|
1914 | ||||
La storica automobile
(quella di destra) di Piancastelli, requisita dai dimostranti della
Settimana Rossa
La foto è del 1921
|
1914 | ||||
La barricata a Fusignano
300 dimostranti andarono nelle case e ville dei privati a sequestrare armi. Tra gli altri rimasti in piazza Corelli si sparse la voce che da Lugo stava arrivando la cavalleria (voce infondata). La folla si agitò e corse ai ripari. "Facciamo le
barricate" propose uno della folla. |
1914 | ||||
Foto di Villanova | |||||
Chiesa di Villanova di
Bagnacavallo completamente devastata dagli scioperanti
(fototeca Archivio Istituto Storico della
Resistenza di Alfonsine)
In piedi all'altare il futuro arciprete don Angelo Mazzanti
|
1914 | ||||
Foto di Mezzano | |||||
Chiesa di Mezzano incendiata (fototeca Archivio Istituto Storico della Resistenza di Alfonsine)
|
1914 | ||||
Interno della chiesa di Mezzano dopo l'incendio | 1914 | ||||
|
|||||
Giacoma Tavolazzi detta 'Mina' all'epoca della 'Settimana Rossa' Durante la sommossa della "Settimana Rossa" a Mezzano Giacomina Tavolazzi detta 'Mina' si trovò unica donna di 21 anni in mezzo al gruppo dei rivoltosi più determinati e attivi. |
1914 | ||||
Partecipò a tutte le azioni dall'incendio del magazzino della stazione, al recupero di armi, all'oltraggio al parroco, al tentativo di assalto alla caserma dei carabinieri, fino all'episodio della distruzione della chiesa di Villanova e della trafugazione delle ostie consacrate. |
|||||
Athos-Joffre Rambelli E' proprio all'epoca dei fatti della Settimana Rossa di Mezzano e Villanova che, benché nubile, la Giacomina rimase effettivamente incinta. Il ragazzo era un ventenne della Rossetta: Emidio Rambelli.
|
1914 | ||||
Nel
registro dei battezzati di Mezzano (Anni 1914-1930, pag. 4, atto n. 10)
alla data 20 marzo 1915 il parroco don Giuseppe Strani scrisse: «Oggi
il cappellano don Augusto Tasselli ha battezzato in questa chiesa
parrocchiale un bimbo nato in questa stessa parrocchia (sic) il giorno 2
(sic) di questo mese, figlio illegittimo di Rambelli Emidio e di
Tavolazzi Giacoma, non sposati, al quale viene dato il nome di
Athos-Joffre essendo madrina Montanari Teresa, moglie di Martoni
Giuseppe anch'essi di questa parrocchia». |
|||||
Ultima foto di Giacomina Tavolazzi spentasi all'età di 87 anni Giacoma
Tavolazzi aveva
raggiunto a Pergola il figlio parroco nel 1943 e accanto al figlio passò
tutti gli anni che le restarono da vivere, spegnendosi con la
benedizione di lui il 7 agosto 1980. |
1980 | ||||
Don
Scolastico a Errano con la mamma Giacomina e in mezzo la sorella Seconda |
1950 | ||||
Mons. Scolastico Berardi spentosi a 83 anni nel 1998
Nel 1990, aggredito dalla malattia, lasciò l'amata
parrocchia e viene accolto nel «reparto sacerdoti» dell'Opera Santa
Teresa di Ravenna, il Cottolengo della Romagna: qui, inchiodato su una
sedia a rotelle, si consumò nella preghiera e nell'accettazione serena
delle sofferenze, finché il 12 febbraio 1998 morì.
Riposa ora in terra nel camposanto di Errano, tra i suoi figli. Per
trentasette anni don Scolastico Berardi aveva diviso la vita di
parrocchia con la mamma. |
1914 | ||||
Foto di Conselice | |||||
Albero della libertà a
Conselice
(foto tratta dal libro "Giovecca - anche qui è nata la Resistenza" di Angelo Francesco Babini)
|
1914 | ||||
Da una testimonianza di Tarlazzi Silvio: "Ricordo
che per la Settimana Rossa il clima nelle zone vicine era teso. |
|||||
Foto di Voltana | |||||
La "Villa
Parigina!" di Voltana, ovvero lo chalet dei Fratelli Ortolani (foto pubblicata sul libro "Voltana una comunità particolare" di Atos Billi) Questa era una villetta come appariva prima di essere incendiata dagli scioperanti
|
1914 | ||||
La
"Parigina!" di Voltana dopo l'assalto dei dimostranti (foto pubblicata sul libro "Voltana una comunità particolare" di Atos Billi) La concellata è divelta, sui due pilastri qualcuno scrisse "Abbasso i Re" "Viva la Rivoluzione" |
1914 | ||||
La
"Parigina!" di Voltana dopo l'assalto dei dimostranti (foto pubblicata sul libro "Voltana una comunità particolare" di Atos Billi) |
1914 | ||||
Sulla sinistra il secondo mulino di Voltana. A destra il "bosco" Giardini. La villa Parigina col tetto sfondato dall'incendio dei manifestanti della "settimana rossa"
|
|||||
I 5 Carabinieri di
Voltana durante la "Settimana Rossa" (foto pubblicata sul libro "Voltana una comunità particolare" di Atos Billi) Al centro seduto il Maresciallo Manservizi; alla sua sinistra il brigadiere Dozza. La fotografia ormai rovinata è stata rinvenuta tra le carte di Leopoldo Gamberoni. |
1914 | ||||
Foto di Ravenna | |||||
La Prefettura di Ravenna dopo l'assalto
|
1914 | ||||
La chiesa del S.
Suffragio di Ravenna saccheggiata.
I banchi, le statue e le suppellettili furono utilizzate per farne barricate in via XIII Giugno |
1914 | ||||
La chiesa del S. Suffragio di Ravenna dopo la distruzione dell'altare | 1914 | ||||
L'altare della chiesa del Suffragio come si presentava dopo il saccheggio | 1914 | ||||
Particolare dell'altare
della chiesa del Suffragio, come si presentava dopo il saccheggio
|
1914 | ||||
Foto di Villa Savio | |||||
Villa
Savio vista dal ponte (attuale via Romea Vecchia direzione Ravenna) |
1914 | ||||
La foto è tratta da una cartolina ante 1916 pubblicata nel libro "Un paese nei secoli: Savio" di F. Balsamo. Qui fu arrestato e tenuto prigioniero il Generale Agliardi: a destra la prima casa era l'osteria trattoria caffé Torsani. Quella dopo era il Camerone dei Repubblicani. |
|||||
Un articolo dal Corriere
di Romagna-Ravenna del 13-14 giugno 1914
Era questo il giornale dei conservatori nazionalisti
Cronaca dell'arresto del generale Agliardi e dei sei ufficiali a Villa Savio
|
13-14
giugno 1914 |
||||
Luigia
Bertozzi detta Clodovea Fu la signora Luigia Bertozzi detta Clodovea, a prendere le briglie dei cavalli incitando i dimostranti. Non servirono le spiegazioni che la delegazione non aveva nulla a che fare con lo sciopero. |
1914 | ||||
Arnaldo Mazzotti |
1974 | ||||
Il Generale Luigi Agliardi Il generale Luigi Agliardi, nato a Mantova nel 1858 aveva combattuto nella campagna d'Africa del 1895-96, in Cina nel 1900-1902 e in Libia, guadagnandosi numerose onorificenze.
|
1914 | ||||
Quell'episodio costò al generale Agliardi carriera e onorabilità. Fu infatti collocato a riposo in tutta fretta, non essendo tollerabile per il buon nome del regio esercito che un suo insigne rappresentante potesse così ingloriosamente capitolare nelle mani della "teppa" sovversiva. Nonostante la brutta avventura del giugno 1914, all'entrata in guerra dell'Italia, fu richiamato in servizio, meritandosi una medaglia d'argento nella difesa della testa di ponte di Cadroipo. |