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             DA
            UN RACCONTO DI PINO ORIOLI 
            
            
             
            “Poi
            mi diressi (nel 1939 .ndr)
            al canale Naviglio che corre tra Bagnacavallo e Alfonsine. Per me
            quel corso d'acqua è pieno di cari ricordi, ricordi della mia
            amicizia infantile con Bastianello.
            
             
            Ben
            conoscevo il Naviglio! Quante volte vi andavamo a prendere i
            pesciolini dopo aver avvelenato l'acqua con una miscela che li
            faceva salire alla superficie, col muso in aria! (Dovevamo avere
            nove o dieci anni allora, perché più tardi ci mettemmo a pescare
            pesci più grossi). Di quando in quando anche un'anguilla di
            rispettabili dimensioni saliva a galla; allora ci divertivamo a
            cospargerci le dita di sabbia e a tenere il pesce per la coda
            movendolo su e giù perché smettesse di dibattersi e aspettando lo
            strano risultato, quasi immancabile. A poco a poco si formava un
            gonfiore nella pancia dell'anguilla, che si spostava lentamente
            verso la testa. Poi si apriva la bocca e sbucava fuori una rana,
            qualche volta viva, altre volte digerita a mezzo.
            
             
            Ripensai
            ad altre passeggiate lungo il canale, con Bastianello e il mio cane
            Poldino, che era speciale per trovare tartufi sotto i pioppi, e a
            quell'indimenticabile giorno in cui facemmo a piedi la strada da
            Alfonsine a Bagnacavallo e al ritorno ci scordammo di riprendere i
            nostri poveri libri di scuola che avevamo sepolti... con disastrose
            conseguenze per me.” 
              
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