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Un
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FINE DEL 'BIENNIO ROSSO' E AD ALFONSINE? ...
ancora scontri con feriti tra socialisti e repubblicani per la questione dell'''Umana'. Il
28 febbraio il proprietario Piancastelli vendette al
Consorzio Autonomo delle Cooperative (repubblicano) tutti gli 800
ettari della tenuta 'Umana' per 1.250.000 lire. Il 23 marzo si riunirono a Roma vari deputati e rappresentanti delle due Federazioni bracciantili. Fu ratificata una mediazione che però non accontentò i repubblicani. La tensione crebbe e in maniera drammatica. Il 1° maggio del 1920 ci furono gravi scontri violenti tra braccianti socialisti e braccianti repubblicani. Ad Alfonsine un gruppo di socialisti si imbattè in uno di repubblicani e nacque una discussione sulla questione dell''Umana'. Ci furono feriti da entrambe le parti: Angelo Guerrini (repubblicano) di anni 23 e Aristide Pattuelli (socialista) di anni 29. Avlè
l'Umana/si no agli è bot,/ abbasso Mazzolani/ Ch'l'è un puliziott/' Dopo il 23 luglio data del Congresso dell'Internazionale Socialista a Mosca, si formò nel Partito Socialista alfonsinese una corrente 'comunista'. AD ALFONSINE ELEZIONI AMMINISTRATIVE Il Municipio di Alfonsine com'era nel 1920 Il 24 ottobre ci furono
ad Alfonsine le elezioni amministrative, dopo due anni di Commissari
Regi. Nel
1916 il sindaco socialista di allora (che era Camillo Garavini)
appena eletto nel 1915, era stato commissariato in seguito a denunce,
delazioni e una lettera anonima (pare di Eugenio Gessi), per cui era
andato a processo e condannato, e l’Amministrazione sciolta. Comunque nel 1920 col sistema maggioritario
i socialisti (massimalisti) ottennero 24 seggi su trenta; unica
minoranza espressa fu quella dei repubblicani con 6 eletti, cinque
dei quali ex-combattenti. I socialisti: Lanconelli Filippo, Calderoni
Paolo, Marocchi Tommaso, Dradi Francesco, Galletti Domenico, Gamberini
Gaetano, Bonora Giovanni, Rossi Giovanni, Dragoni Luigi, Calderoni
Luigi, Burzacchi Vincenzo, Taroni Angelo, Dari Ettore, Montanari
Dante, Taroni Vincenzo, Tambini Primo, Faccani Alberto, Bernabè
Antonio, Faccani Giuseppe, Garaviní Camillo, Graziavi Antonio, Pagani
Bruno, Bini Giovanni, Minguzzi Andrea. I repubblicani: Margotti Giuseppe, Galvani
Giuseppe, Garanti Natale, Errani Guido, …., …. Il Consiglio Comunale si riunì subito ed elesse la giunta e il nuovo sindaco che fu di nuovo Camillo Garavini (Camilé d’Pirocia’). DISCUSSERO
DI QUANDO Il Consiglio si espresse con vari ordini
del giorno contro il Governo di Roma che “sembra voglia cedere a
quel nefasto nazionalismo e militarismo che ha rovinato la
nazione” Garavini (socialista). Margotti (repubblicano) presentò un ordine
del giorno: “il Consiglio comunale protesta energicamente contro
l’infierire della reazione borghese, coadiuvata da pochi democratici
e dai fascisti reazionari. Manda un saluto a tutte le vittime della
reazione e specialmente alla splendida figura dell’agitatore
Malatesta (capo anarchico ndr) Taroni Vincenzo (per la maggioranza
socialista massimalista) presentò un altro ordine del giorno: “Il
C.C. eleva la sua fiera protesta contro il governo che, colpisce nei
rappresentanti del proletariato rosso d’Italia, le conquiste
ottenute mercé sacrifici enormi. Invia una parola di commovente
condoglianza alla moglie del compagno Arul assassinato dai sicari
assoldati dai baroni siciliani, ed una promessa ed un augurio ai
carcerati; da Malatesta a tutte le vittime politiche predicando fra le
masse lavoratrici la necessità di armarsi per fustigare gli eventuali
palesi tentativi di reazione antilibertaria” Il sindaco
invitò il consigliere Margotti a
ritirare il suo o.d.g perché in sostanza uguale a quello di Taroni.
Margotti aderì e venne approvato all’unanimità quello
socialista, anche con i voti repubblicani. Poi si aprì la discussione su un
intervento del sindaco che citava il ruolo dei Comuni in mano alla
sinistra come base “per il momento in cui il proletariato medesimo
si impadronirà del potere politico instaurando la propria
dittatura…”. Bernabè socialista
intervenne dicendo
che “anche il socialismo è contro tutte le dittature come fine, e
che invece è favorevole alla dittatura proletaria come mezzo” Intanto
nel resto d'Italia, durante il 19 e il ‘20, contestualmente
alla nascita dei Fasci italiani di combattimento, si erano andate formando varie squadre militarizzate di
destra e di sinistra: le ‘squadre d’azione’ (fasciste) e le
‘Guardie rosse’, formazioni
di difesa proletaria. Vari e diffusi
gli scontri che avvennero tra loro. Alle provocazioni fasciste studiate e organizzate in modo scientifico, le reazioni delle 'Guardie Rosse' furono sempre militarmente dilettantesche e incapaci di valutare gli effetti politici delle loro azioni. La pubblicistica fascista costruì ben presto il mito del “biennio rosso” e della rivoluzione sovietica alle porte per accreditare il fascismo come unico salvatore della libertà (s’intende della libertà degli industriali e degli agrari) e dell’ordine. I fatti, però, sembrano smentire questa mitologia fascista e, conseguentemente, la contro mitologia antifascista che ingigantì come momento rivoluzionario l’occupazione delle fabbriche, dilatandone la dimensione sindacale.
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