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Un
libro su Alfonsine Questo sito è ideato e gestito interamente da Luciano Lucci
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I Calcagnini In quegli anni i Marchesi Calcagnini, titolari del feudo di Fusignano e del territorio Leonino (Alfonsine) utilizzavano la zona del Passetto quale centro di immagazzinaggio e smistamento merci e granaglie. Poi verso la metà del '600 fecero anche il Molino, che compare in alcune mappe col nome Molino Calcagnini
Tracce del Molino si
trovano già in una mappa della metà del '500, o comunque ai primi del
'600, come si può vedere qui sotto. In fondo a Via
Valeria c'è un "Molino", anche disegnato.
In
questa mappa del 1607-1620 (L'autore
precisa che la mappa è stata aggiornata da un disegno precedente del 1552.)
si nota la presenza del Molino a fianco della strada detta "Via
Valeria, letto antico del Senio"
Il Passetto prendeva nome dall'antico 'passo con barca' (un toponimo che risale almeno al 1560) per l'attraversamento del Po di Primaro (e in seguito del Reno). In quella zona furono costruiti alcuni magazzini per stoccare le merci alle quali i Calcagnini di Fusignano imposero una propria tassa per quel passaggio. La
strada del Passetto e Questa "via del Passetto" è sorta su un antico percorso del fiume Senio; non c’è nulla da vedere, ma solo da immaginare: qui ebbe inizio "la vera storia" che diede origine alla nascita di Alfonsine, un paese uscito dalle acque. I Conti Calcagnini, feudatari di Fusignano e del Leonino (così era chiamato il territorio che diventò poi Comune di Alfonsine), puntarono nel '500 a diventare i Signori del Po di Primaro, un fiume che a quei tempi era ancora una importante via commerciale fra Venezia, Ferrara, Ravenna e Bologna. Nel 1537
i Calcagnini decisero e attuarono l'allacciamento del fiume Senio, che fino
ad allora spandeva le sue acque liberamente nelle valli, col Po di Primaro. Tale percorso coincide oggi
con il tratto di via Reale che va da via Mazzini fino all'incrocio con casa
Monti e da lì per la strada del Passetto fino al Po di Primaro. Il fosso detto 'Scolo delle Alfonsine' che costeggia per alcuni tratti, a cielo aperto, la via del Passetto è l'antico alveo del Senio. In questo modo i Calcagnini si garantirono una via di comunicazione col Po. Al Passetto, che prese tal nome dal fatto che venne allestito un passaggio con barche tra una riva e l'altra del Po, furono costruiti alcuni magazzini per stoccare le merci alle quali i Calcagnini imposero una propria tassa per quel passaggio. In realtà l'impresa era redditizia per i Conti di Fusignano soprattutto perché così evitavano di pagare il dazio per le loro merci alla Sede Apostolica di Ravenna. Insomma al Passetto i Calcagnini facevano contrabbando di grano, fieno e altro, a discapito della Chiesa. Numerose furono le controversie tra i Calcagnini e i signori di Ravenna, i quali vantavano diritti su queste terre vaIlive: questi si appellarono più di una volta alla sede Apostolica di Ravenna per impedire l'avanzata dei nuovi padroni.
I CaIcagnini favorirono allora l'insediamento in queste zone di tutti i
'banditi' dal feudo di Fusignano: derelitti, criminali, assassini, Il territorio alfonsinese era una vera e
propria zona franca, terra di frontiera, dove i ladri, gli assassini, i
banditi venivano mandati al confino in base agli statuti di Fusignano:
"... che cadauno assassino, homicidiale et criminale debba avere
sgombrato in termine a due giorni la terra e il territorio di Fusignano..." E i Calcagnini mandavano i fuorilegge proprio in queste terre impaludate che volevano conquistare. Così protestavano i Ravennati: "...Hano usurpato, et occupato detti Conti (i Calcagnini ndr) più di quello che gli fu concesso da Lion X. Sa. Me. (di Santa Memoria ndr), una gran parte del territorio ravennate; et non contenti di ciò, cercano al presente, di occupare XV miglia dietro la riva del fiume Po, et l'importanza di questo non si può far conoscere se non con l'ispezione deI luogo, la qual ispezione essi conti aborriscono et fuggono a loro potere, anzi cercano totalmente di impedirla. Il danno che per questo porta la Sede Apostolica che si vede dovere avenire, e che quel territorio è fertile et produce grani e biade assai et ivi sta di continuo un nido di ladri, homicidiali, et banditi, da dimessi luoghi, tal che si può dire bosco d'assassini...".
La località detta "Passetto" "posta in "Villa Caesarium alias Alfonsine" la si trova citata nel seguente documento: ASCL (Archivio Storico Comunale di Lugo) Diacetto Z/VIII, 374/4-1. Summarium 1752 da Registi di Rogiti in data 5 agosto 1560 26 settembre 1562… A quel
tempo era già stato fatto un Cavo (un fosso che dalla valle Dana
scaricava l'acqua nella Valle del Passetto): tale cavo era detto Cavo
Passetto o anche Canal Vela, (che fu poi abbandonato quando venne
potenziato il nuovo Canal Vela, facendolo partire dalla Menata di Fusignano fino
al Po, e alimentare così il molino.
(cliccare o toccare le foto per avere un ingrandimento) Il sito
del Molino del Passetto era a oltre 100 metri dal Po di Primaro, ed era
inserito in un lembo di terra bonificato fin dal XV sec. tra il fiume e
una zona valliva a sud. Questa terra costituiva un un'oasi caratterizzata
da coltura mista, con prati ed impianti viticoli, come si può vedere da
antiche mappe del XVIII sec. Questa mappa fu disegnata dal geometra Giuseppe Guizzetti nel 1702 quando era diventato l'unico proprietario del Molino. Si nota l'osteria a destra della strada del Passetto, proprio di fronte al passo con il traghetto. In realtà non si trattava di proprietà vera e propria ma di "Enfiteusi" cioè di una concessione a livello perpetuo con canone pari a Scudi 18 annui. Lo stesso era stato per i Calcagnini che pagavano il canone ai Padri di S. Maria in Porto di Ravenna. Gli Spreti Nel 1700
la 'proprietà' passa al "Cavaliere" Giovan Battista
Spreti di Ravenna. La mappa del 1732 fu disegnata proprio dal geometra Guizzetti, una specie di visura catastale, per definire il passaggio di "proprietà" agli Spreti . Da notare la presenza di una fornace alla destra del Molino (particella A) e un'osteria tra la strada detta "Via che va al Passetto" (particella B)
Il Molino aveva un impianto che macinava saltuariamente, cioè quando le acque del Canal Vela o Passetto svagliavano dai propri argini: questo tipo di molini era detto "non fisso" o "eventuale" o "volante".
Una mappa del 1703 mostra il Canale che normalmente passava attraverso il corpo del fabbricato: si vedono due poste di macine collocate nei rispettivi ambienti ai lati del Canale, quindi alimentate probabilmente da ruote verticali a pale. Nel 1732 venne ristrutturato Gli Spreti attuarono un ammodernamento radicale. Nel corpo della fabbrica verso ovest furono alloggiate due poste di macine servite dai rispettivi "ritrecini". Cosa
sono i ritrecini? Ogni macina veniva mossa dalla forza dell'acqua che
batteva sulle pale della ruota idraulica; un albero di trasmissione
provvedeva al collegamento. Nella parte verso est vi era un altro ingresso per le acque dove era sistemata una porta servita da una ruota verticale a pale: questa era probabilmente quella del precedente molino detto "volante". Nel 1734 una prima controversia Gli Spreti avevano creato un'arginatura del canale tra Fusignano e il Canale del Passetto per far funzionare al meglio il molino. Ma ciò creò dei problemi alla rete scolante della Valle Dana. In seguito alle proteste dei Lughesi, Fusignanesi e Alfonsinesi ebbe inizio una lunga causa che diede ragione ai sopraddetti. Nella
mappa sotto del 1735 il mulino
è situato sul Canal Vela o del Passetto tra l'alveo del Santerno a sinistra
e la via detta delle "Vallerie", cioè la via Valeria che allora
arrivava fino al Passetto.
Il particolare della mappa sopra mostra chiaramente le tre parti del"Molino detto del Passetto" (cliccare o toccare l a foto per avere un ingrandimento)
Nel
disegno sopra è illustrato un progetto per dragare il
fondo del canale che si era progressivamente interrato e che aveva
compromesso l'efficienza del molino.
Nel 1738 il molino viene dismesso Come ci
informa il Bagnaresi "la Congregazione delle acque il 7 luglio 1738
dichiarò che tale opera era di impedimento al libero corso delle acque e lo
Spreti fu obbligato a vendere ai Comuni di Lugo, Fusignano e Leonino tale
molino, i quali l'atterrarono". In realtà questi ultimi furono a loro volta indotti all'acquisto con l'obbligo di demolire gli impianti molitori. L'importo complessivo per il fabbricato, annessi e terreno fu calcolato in Scudi 2.350.
L'edificio non fu abbattuto completamente. Da questo momento l'ex-molino del Passetto fu affittato ad uso abitazione e magazzino fino alla fine del settecento. Dalla fine del 'settecento' fu utilizzata come chiusa La costruzione
in seguito fu utilizzata
come 'chiusa' o 'chiavica' e abitazione del Infatti, nel 1779 così scriveva D. Luigi Manetti a proposito dei lavori di raddrizzamento del Reno svolti dai Bolognesi nella zona del Passetto: - '...hanno rifatto (i Bolognesi .ndr) la chiavica del Molino vecchio...' -Infatti quando fu realizzato un nuovo canale per scolare le acque, detto la "Canalina" o di nuovo 'Canal Vela', si utilizzò la parte finale dell'alveo del Canale del Passetto e dopo il 1784 parte del vecchio edificio dell'ex-molino fu adibita a Chiavica emissaria in Reno.
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Nella struttura dell'edificio i corpi originari furono ridotti a due e fu eliminato il dislivello esistente tra il corpo di fabbrica a ovest e la parte restante. Osservando l'attuale costruzione che ancora oggi si trova nel punto dove era segnato il Molino del Passetto risultano evidenti le due arcate delle tre che erano in origine, ora interrate sempre più col passare del tempo. La parte centrale, dopo la dismissione da molino, aveva probabilmente da sempre funzionato come chiusa, e continuò a farlo fino a quando la stessa "Canalina" nel 1928 anno della costruzione del Canale di Bonifica in destra Reno, fu immessa nel Canale detto 'Destra Reno' o 'Scolo delle acque chiare' e il manufatto rimase inutilizzato, come chiavica. Fin dalla fine dell'ottocento furono presenti alcuni servizi come un forno da pane ed un capanno, posizionati però distanza dall'edificio. Per
la presenza delle due grosse chiaviche, quella del Canale e quella della
Canalina, tutta la zona mantenne il nome “I Chiaviconi”, anche quando
queste chiuse non erano più esistenti o funzionanti. Una di queste fu la famiglia di Mario Cassani, il barbiere della zona, qui residente dal 1939. Mario Cassani fu il primo sindaco di Alfonsine nel dopoguerra. Aveva svolto un ruolo importante nel periodo della resistenza ai fascisti e ai tedeschi, organizzando, in collaborazione col Partito Comunista locale, con diverse famiglie contadine del Passetto, e col CLN, una rete di antifascisti e GAP, che controllava questa zona. Essi facevano passare in sicurezza verso le valli di Sant’Alberto moltissimi giovani partigiani della Bassa Romagna, che si andavano unendo alla 28° Brigata Garibaldi, prima dell’attacco su Ravenna. Nelle mappe della cartografia oggi in uso,
realizzate alla fine
dell' '800 e poi semplicemente ricopiate e aggiornate, si vede chiaramente
segnato un tratto del vecchio Canal Vela abbandonato, mentre il
suo tratto terminale è chiamato la "Canalina"
Dietro l'attuale costruzione, verso sud,
si vedeva, fino a poco tempo fa, ancora l'impronta
dell'antico Canale Vela (poi 'Canalina'), ora completamente interrato e
coltivato: infatti, il profilo del terreno manteneva una
concavità dell'antico alveo, "anomala" rispetto al resto dei
campi. Tornando sull'argine del Po e qualche decina di metri di fianco alla Chiavica del Passetto c'è una strada sterrata che è detta "del Passetto". |
L'ex-Molino del Passetto com'era nel 1990 Nel 1990 si notava ancora l'arco entro cui passavano le acque del Canal Vela ("poi Canalina"). Si notava anche l'impronta lasciata sul terreno del canale. Dopo un'azione di livellamento del campo, attuata nel 2000, l'impronta non si nota più. |
L'altro lato del Mulino com'era nel 1990, visto dall'argine del Reno
(cliccare o toccare le foto per avere un ingrandimento)
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Il Molino del Passetto, com'era nel 2002. |
Il Molino del Passetto, com'era nel 2004 |
Il Molino del Passetto, com'era nel 2009 |
Il Molino del Passetto, com'era nel 2010 |
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Il Molino del Passetto, com'era nel 2011 |
Il Molino del Passetto, com'era nel 2012 |
Il Molino del Passetto, com'era nel 2012 |
Il Molino del Passetto, com'era nel 2012 |
Il Molino del Passetto, com'era nel 2012 |
Il Molino del Passetto, com'era nel 2013 |
Il Molino del Passetto, com'era nel 2013 |
Il Molino del Passetto, com'era nel 2014 |
Il Molino del Passetto, com'era nel 2014 |
Il Molino del Passetto, com'era nel 2015 |
Il Molino del Passetto, com'era nel 2015 |
Il Molino del Passetto, com'era nel 2015 |
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