Alfonsine

Libri su Alfonsine (scritti da alfonsinesi)
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(scritto da Luciano Lucci)

Un libro sulla Settimana rossa alfonsinese

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(scritto da Tonino Pagani)

Un libro su Alfonsine: "E café d'Cai"

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(scritto da Luciano Lucci)  

Un libro su Fetonte un giovane semidio caduto sulle 'terre alfonsine'

 

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 L'origine del fascismo  e dell'antifascismo  ad Alfonsine
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NEL 1921 NASCE IL PCd'I...

Il 21 gennaio 1921 venne fondato a Livorno il Partito Comunista d'Italia (PCd'I) – sezione italiana della Internazionale Comunista con la separazione dell'ala di sinistra del Partito Socialista Italiano guidata da Amadeo Bordiga e Antonio Gramsci al XVII Congresso del Partito Socialista Italiano.

Ad Alfonsine si costituì una sezione comunista con una quarantina di iscritti, (braccianti, operai, artigiani) che passò ben presto a 150 iscritti, una delle più numerose della provincia. Segretario fu Eumeo Costa. La sezione giovanile del PSI passò quasi in blocco al nuovo partito Comunista. Eccoli qui sotto nelle due foto.

 

Nacquero solo in marzo i primi nuclei aderenti al 
Fascio a Ravenna,  Lugo e Faenza

In tutta la provincia  i fascisti iscritti  furono 200 . 

Alcuni alfonsinesi si erano iscritti alle sezioni di Lugo e Ravenna, tra questi un certo Arrigo Baravelli, che emigrato dal paese era tornato nel 1921 e scriveva su un settimanale fascista.

Una sezione del fascio si formò ad Alfonsine già il 3 aprile 1921  

Marcello Mariani ne fece parte, con un certo ruolo. Infatti sembra che organizzasse i primi nuclei delle 'squadre d'azione'.

Il 15 maggio, nelle elezioni politiche del 1921 volute da Giolitti che fece sciogliere Camera dei deputati, i Fasci italiani di combattimento si presentarono nella lista 'Blocchi Nazionali', un nuovo coalizione voluta da Giolitti stesso, che inglobò i fascisti credendo di poterli poi controllare ed usare a suo piacimento.

 I fascisti elessero 35 deputati, tra i quali Benito Mussolini che risultò il terzo deputato più votato d'Italia.

Le elezioni si svolsero in un clima sempre più turbolento.

L'affluenza al voto in Italia fu del 58,39% in crescita dell'1,81%

Partiti

Risultati

Seggi

Voti % Num
1. Socialista ufficiale 1 631 435 24,69 123
2. Popolare 1 347 305 20,39 108
3. Blocchi Nazionali 1 260 007 19,07 105
4. Liberale democratico 684 855 10,36 68
5. Liberale 470 605 7,12 43
6. Democratico sociale 309 191 4,68 29
7. Comunista 304 719 4,61 15
8. Repubblicano 124 924 1,89 6
9. Democratico riformista 122 087 1,85 11

Le elezioni politiche generali del 15 maggio 1921 ad Alfonsine diedero questi risultati: 

Iscritti 3740 Votanti 2503 (66%)

PSI 1073, PRI 625, PCd'I 427, BLOCCO 327, PPI 51

I fascisti (presenti nel 'BLOCCO') non avevano fatto presa nell'elettorato ravennate, così decisero che era ora di fare qualcosa. 

Non era cambiato un granché negli equilibri della Camera e Giolitti riuscì a mala pena a creare un governo. Ma ciò non bastò e poco dopo si dimise. 
Toccò a Bonomi che tentò di coinvolgere sia i socialisti che i fascisti. Ma dopo un primo accenno fatto nell'agosto del 1921 per un patto di pacificazione, Mussolini dovette seguire le spinte estremiste dei fasci locali e rifiutare tale patto.

Alla fine del 1921 i Fasci italiani di Combattimento si trasformarono in 
Partito Nazionale fascista (PNF).

ITALO BALBO 
"Marcia su Ravenna"

Nel settembre del 1921 Italo Balbo, ras dei fascisti di Ferrara, fece il primo esperimento della Marcia su Ravenna, con la mobilitazione di 3000 uomini. 

Quella “Marcia su Ravenna” del 12-13 settembre - a celebrare nel contempo la grande ricorrenza dantesca e il secondo anniversario della dannunziana marcia di Ronchi- fu la sua prima vera manifestazione di massa, la sua epifania, con l’esordio ufficiale della camicia nera. Balbo  considerava orgogliosamente l’anticipazione, la prova generale della marcia su Roma.

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Italo Balbo davanti alla tomba di Dante, con i genitori dell'Eroe Francesco Baracca

Grazie anche all’accondiscendenza delle forze dell’ordine e della magistratura, le camicie nere assaltarono la Camera del lavoro di piazza Marsala e varie sedi di partiti e di cooperative, saccheggiarono negozi, bastonarono e insultarono alcuni sacerdoti. Oltre a Balbo, i comandanti della spedizione furono Caradonna, Grandi e Misuri.

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