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Libri su Alfonsine
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Un libro sulla Settimana Rossa alfonsinese
Quando Alfonsine divenne famosa
(scritto da Luciano Lucci)
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Un libro su Alfonsine
"E Café d'Cài"
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Un libro su Fetonte
un giovane semidio caduto sulle 'terre alfonsine'
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QUANDO I PIÙ BURLONI DI ALFONSINE
ERANO I MEDICI E I FARMACISTI

Il Dottor Giovanni Preve

Giovanni Preve fu medico condotto di Alfonsine fin dagli anni ’20.

Aveva sposato Maria Samaritani.

Abitava nella palazzina in Corso Garibaldi, di fianco a casa Lucci, dove poi vi abiterà "Bartlén", Baldini l'assicuratore, poi Luigi Ghirardini, "Gigì d'Ghirland'è", che acquistò più tardi la palazzina. 

Giovanni Preve si trasferì con la moglie nella Villa Alberani in via Reale (ricordata fino agli anni '70 come Zona Preve). 

Aveva l’ambulatorio in Corso Garibaldi, nell’edificio ancora in piedi oggi, dove c’è la pasticceria “La perla”, proprio lì dove ci si siede per la colazione.

 

Così lo descrisse Lucia Berti nel suo libretto “e’ Stradò”:


La sua personalità di uomo molto intelligente e molto arguto, anche nelle diagnosi dei suoi pazienti, brillante con gli amici e i colleghi con i quali sapeva mantenere un buon rapporto di collaborazione, lo rendeva simpatico e gradito. Elegante nel vestire, di aspetto distinto, amava stare in compagnia, meglio se femminile, e non disdegnava un buon bicchiere di vino.

Prese la tessera fascista, con l’altro dottore Pasini, solo nel 1933, quando se non l’avessero presa rischiavano di perdere il posto da medici.

Maria Samaritani


Nel 1943 fu arrestato sorpreso dai carabinieri mentre in casa sua ascoltava Radio Londra. Fu processato e condannato a sei mesi più 4.000 lire di multa.

ANEDDOTI

Una giovane sposa, di quelle un poco ingenue, che a quei tempi non mancavano, andò per una visita perchè non si sentiva troppo bene. 

Il dottore fece la diagnosi: inizio di gravidanza. 

La sposina si disperò, pianse perché le avevano detto che partorire è difficile e doloroso e non sapeva come fare. 

- Che cosa ti posso dire, - le rispose dolcemente il doptt. Preve, -  raccomandati a Santa Liberata, che sia dolce l'uscita come fu l'entrata! 

 

Un giorno si presentò il solito scocciatore lamentandosi del fastidioso raffreddore di cui non riusciva a liberarsi. Lui lo guarda, ascolta senza parlare, scrive la ricetta, la piega in quattro parti e la consegna. 

Il malato, in tutta fretta, si presenta in farmacia per ritirare la medicina prescritta. Il farmacista legge e, con una gran risata, gli dice: - Avete sbagliato, dovete andare al negozio di fronte, la merceria dell'"Ida dla Tangàna", là c'è quello che serve a voi! - 

Lui non riesce a capire. Il farmacista insiste poi gli mostra la ricetta. C'era scritto: dodici fazzoletti da naso.

 

Una testimonianza di Renato Gennari

"Era il 1937, vedendomi guardare il pancione di mia mamma, mi disse che si era mangiata un cocomero."

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