Alfonsine

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L'origine del nome "Alfonsine"
pagina a cura di Luciano Lucci
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Alfonsine deriva il suo nome da Alfonso Calcagnini

Il primo documento in cui appare il nome di Alfonsine è del 17 maggio 1501.
(lettere scritte dal commissario della Romagna Estense al duca di Ferrara dal 1501 al 1502 conservate nell' Archivio di Stato di Modena, tratte dal libro di Mario Tabanelli "La Romagna degli Estensi" Fratelli Lega Editori Faenza 1976)

Rinaldo Sacrati fu Commissario Ducale degli Estensi dal maggio 1501 al dicembre 1502 per la Romagna degli Estensi.

I territori del lughese erano soggetti agli Estensi. In quel periodo il Duca di Ferrara e suo signore era Ercole I d'Este. Ogni giorno il Sacrati scriveva lettere al Duca per informarlo sulla situazione molto  confusa di quelle terre.

In una di queste lettere si legge che si presentò al commissario in Lugo un cancelliere di Alfonso Calcagnini, signore di Fusignano "dolendosi, perché molti uomini sono venuti da Lugo e da Bagnacavallo a mano armata e si sono recati nella sua possessione chiamata "Alfonsine" posta nel territorio di Fusignano a dargli guasto".

Il commissario inviò una persona di sua fiducia perché si informasse dell'accaduto sul luogo.
Al suo ritorno questi riferì che ivi "furono tagliati alberi altissimi, infrante e sforzate case, e che in altro luogo vi erano gente che tolgono i legnami".

Sembra qui sottinteso nella lettera che il nome "Alfonsine" sia strettamente legato al fatto che  Alfonso Calcagnini ne era il possessore.

Una mappa dei primi anni del '500,

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Particolare della mappa sopra con la 
  la Chiesa Santa Maria e la scritta
" Ecl.sia frabricata p. Calcagninos"

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Una mappa del 1600 circa si vede la "Chiesa Alfonsine" (in alto)

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Nella mappa qui sotto (fine del '400) si nota Fusignano, il fiume Senio e varie arginature di bonifica. Inoltre si vedono le varie valli, che una volta bonificate da Alfonso Calcagnini crearono le terre alfonsine. 

 Un secondo documento in cui appare il nome di Alfonsine 
è del 3 dicembre del 1519.

Con un "Breve" Papa Leone X (Giovanni de' Medici nato a Firenze 1475 - morto a Roma 1521), il 3 dicembre del 1519 diede ai Calcagnini il diritto di Baronia di Alfonsine, per le terre che erano state bonificate da Alfonso, che divennero però così un territorio smembrato dal  Feudo di Fusignano, però furono allo stesso tempo sottratte ai Ravennati, e furono chiamate Territorio Leonino
Il feudo era così restituito (ma non in modo del tutto chiaro) ai Calcagnini anche per merito delle pressioni della novella sposa di Tommaso Calcagnini: Costanza Rangoni.

Di fatto però il Territorio Leonino era ormai stato scorporato dal feudo di Fusignano e faceva più parte dei territori della Chiesa, mentre il feudo di Fusignano rimaneva strettamente legato alla della Romagna Estense.

La vita travagliata di questo documento

Lo storico dell'800 Rambelli affermava che di questo "Breve" se ne conservava una copia "autentica" nell'Archivio Comunale di Alfonsine a rogito di G.B. Soriani (G. Rambelli  " Memorie Storiche dell'Alfonsine" p. 24).

Ma questa carta andò persa nell'incendio della Settimana Rossa del 1914.

Del "Breve" di Leone X  ne trovò una copia A. Pasi conservata nell'Archivio di Stato di Ravenna, in una versione tradotta del 1821, che portava il titolo. "Estratto della Copia Autentica/esistente/nell'Ufficio di Magistratura / di Alfonsine / Della Bolla della C. Memoria / di Leone X / Sull'istituzione del Territorio Leonino / delli 4 Dicembre 1519.

Il testo dei due "Brevi" di Leone X (alcune parti)

..... Alfonso Conte di Lui Figlio (Teofilo ndr)  continuando l'impresa paterna aveva ridotto massima parte d'esse Valli escluse le acque con sua industria, e dispendio per la somma di Scudi diecimille circa coltivabili, e fertile, ed edificata una Chiesa in tali Fondi ad onore della gloriosa vergine Madre di Dio, e formate più Case per abitazione degl'Agricoltori in tali possedimenti chiamando tali luoghi dal suo nome Alfonsine.....

Qui la parola Alfonsine appare proprio a sottolineare che Alfonso Calcagnini diede il suo nome a tali luoghi.

Ma il governo veneto e il ducato estense si accordarono direttamente per costruire

... una Via pubblica in larghezza di quaranta piedi di misura di quel Territorio cominciando la larghezza  dal capo arginato chiamato Canal Libola (Parrocchia di Lavezzola), sino al fine di d.o (detto, nda) ed indi verso la Rossetta (Parrocchia di Filo) proseguita alla riva del Po di Argenta ora Primaro (parrocchia di Longastrino, ed Alfonsine), e furono piantati diversi confini di pietra, ed altri Confini, e termini di simil sorte verso il castello di Fusignano....

Questa era stata la cosidetta  Confinazione Estense del 1506.

Il termine "Alfonsine" appare già come Parrocchia di Alfonsine

Caduto il dominio veneto, i conti di Fusignano tolsero i confini e ripresero il terreno conteso, ma detti confini furono ristabiliti

.... ad istanza dei Rappresentanti la Camera Apostolica, e dei diletti figli della Comunità di Ravenna da Francesco Prioli Cardinale Papiense (pavese, nda) Prete di Santa Chiesa allora Legato di Bologna, ed esarcato di Ravenna Legato Apostolico ed il nostro diletto figlio Ant.o del titolo di Santa Presede, Prete Cardinale allora Uditore della cura delle cause della stessa Camera Commissari Apostolici, e Deputati...

Alfonsine con il "Breve" del 1519 entrò a far parte dello Stato della Chiesa, ma non cessò di avere un rapporto feudale con i Calcagnini. 

Una sovrapposizione di poteri, che nulla portava di buono ai miseri abitanti del borgo. Nemmeno una tregua nella rivalità con i monaci di Porto.

Il papa Leone X avocò a sé la questione dei confini per porre fine alle liti e indurre Borso e Tommaso Calcagnini a rimanere come pacifici feudatari della Chiesa e decretò, in un secondo "Breve" che

... le Possessioni, Valli, e Beni e tutti gli altri Luoghi fra detti confini, e Fiume Po, ed altri inclusivamente esistenti senza pregiudizio de' Religiosi, e private Persone, ed altri chichessia, che pretendono aver diritto sulle terre fra detti Confini, a cui non intendiamo derogare, od apportare verun pregiudizio. Con appostolica Autorità poi, ed in vista delle presenti perpetuamente separiamo, segreghiamo, e totalmente stacchiamo dal Territorio di Ravenna, e qualunque altro Luogo vicino, e formiamo di quelle un Territorio separato da qualunque altra sorte di Territorio vicino, quale in avvenire si dovrà chiamare Territorio Leonino e così lo decretiamo, facciamo instituviamo, e costituviamo e quello con ogni sorte di Giurisdizione, e mero e misto Impero, ed altri diritti, e singole pertinenze, e tutte a noi spettanti...». 

Concedeva così a Borso e a Tommaso Calcagnini e ai loro discendenti il possesso di questo territorio ed il giuspatronato della chiesa. 
In cambio divenivano, con giuramento di fedeltà, feudatari della Chiesa, e col
 

"... Censo, o Cannone annuo di due Torce di Cera bianca da presentare ogn'anno alla Festa di S. Pietro nel mese di Giugno..."

 

Rimase il nome sia  "Territorio Leonino" che  "La Villa di Alfonsine", e il Juspatronato perpetuo della Chiesa ai Calcagnini, cioè il diritto di creare Notari in detta Giurisdizione e quindi di amministrare la giustizia, con mero e misto imperio, (cioè giustizia civile e penale) fino al 1598, quando il papa Clemente VIII riconfermò i diritti feudali dei Calcagnini su queste terre, ma senza il mero e misto imperio.

Un altro secondo nome

Villa Caesiarum (Villa di Cesi o dei Cesi), 
alias Alfonsine

L’ABBIAMO SCAMPATA GROSSA

 Alfonsine dal 1558 in poi rischiò di chiamarsi Villa delle Cesie (o di Cesi).

"Villa Caesiarum" alias Alfonsine

è il nome che il Card. Pier Donato Cesi, Governatore della Romagna (cliccare o toccare qui sul nome), che nel 1558 intervenne per derimere la questione dei confini fra, giurisdizione di Ravenna e quella del Leonino dei Calcagnini, volle dare, in suo onore, alle valli ed al villaggio delle Alfonsine appena nato

Com'è noto, il Card. Cesi ridusse i confini del Leonino dal Primaro alla linea della via Reale per poi deviare verso S. Savino.

  Il nome "le Cesie" appare solo nei documenti della seconda metà del cinquecento ma non ebbe successo in quanto il termine "Le Alfonsine" perdurò nel tempo. 

 

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Nella tesi di Laurea di Gian Luigi Gambi 

si trova scritto “La località detta Passetto, posta in “Villa Caesiarum alias Alfonsine”…. Si cita anche il documento da dove è tratta questa nota: ASCL (Archivio Storico Comunale di Lugo) Diacetto Z/VIII, 374/4-1. Summarium 1752 da Registi di Rogiti in data 5 agosto 1560 26 settembre 1562…

 

 Alla fine del 1800, in un documento del notaio Lorenzo Mercatelli che testimonia la vendita da parte della famiglia Alberani di alcune proprietà poste ad angolo fra via Reale e via Bellaria ( ora via Nino Bixio) afferma essere parti di una tenuta che arrivava fino alla via Raspona oltrepassando il Senio chiamata "Le Cesie".

Da "Storia di Alfonsine" di Romano Pasi

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Poi magari qualcuno avrebbe aggiunto una “s” in più, per errore di trascrizione o per ironia dai paesi confinanti, e il gioco sarebbe stato fatto: IL PAESE DEI CESSI.

Immaginate con quale appellativo sarebbero stati chiamati gli abitanti di Alfonsine…

Per fortuna quel Governatore della Romagna PierDonato Cesi abitava lontano da queste nostre terre, a Narno e poi fu cardinale a Roma e a Bologna, mentre i Calcagnini (con Alfonso e Borso) erano più vicini, e spesso stavano a Fusignano. Così il toponimo Villa dei Cesi non attaccò e rimase Villa delle Alfonsine.

 

 

    

Documentazione di una ulteriore ipotesi: 
Alfonsine deve il suo nome alle "fossine" da cui era attraversa questo territorio.

Nel 1966 a Firenze fu pubblicato Toponomastica Romagnola (Olschki, Firenze 1966)  in cui Antonio Polloni   ipotizza  si possa anche ritenerne "possibile l’origine da ’fossa -ae’ = canale, fossato scavato dall’uomo.

Alfonsine sarebbe la ricostruzione della parola "A le fossine". In dialetto romagnolo pero si sarebbe detto "al fusen", mentre il nome che ancora oggi si dà a questo paese è  "agl'infunsen". 

Quindi l'interpretazione di Antonio Polloni appare una notevole forzatura, dovuta anche al fatto che sembra utilizzare una dicitura romagnola del nome alfonsine (alfunseni) che non esiste, o se esiste non è tipica del territorio alfonsinese.

Un'altra possibilità

Partendo dal termine romagnolo in uso ad Alfonsine "agl'infunsen" si potrebbe trovare un'altro significato.

Ora "agl'" significa "le" quando precede una vocale, ma "infunsen" non si capisce cosa potrebbe essere.

Non sembra essere neppure "alfonsine" perché si sarebbe detto "agl'aelfunsen".

 Quindi a questo punto si può scatenare la fantasia e lasciare aperta ogni ipotesi.

Come quella, immaginata per gioco, da Luciano Lucci in cui ipotizza che infunsen derivi da "in fundus sinnianus", che è lo stesso toponimo da cui potrebbe derivare il nome di Fusignano. Cioè luoghi i cui terreni erano presso il fiume Senio.

Le alfonsine significherebbe  le terre sul(in) fondo (fun) del Senio (sen).

Un'interpretazione psichedelica del nome Alfonsine

A questo punto si può accettare anche la versione psichedelica di chi dice che Alfonsine deriva da Aleph-on-sine: l'Aleph-sul-Senio.

Dal giornale locale "Alice nelle città" N° 7 pubblicato all' Equinozio del 1997

"Aleph è la prima lettera dell'alfabeto in lingua sacra. Nella Cabala, essa indica il luogo della conoscenza totale, il punto privilegiato dell'Universo da cui tutto si vede. In genere si osserva il creato con strumenti, telescopi, microscopi, ecc... Ma in questo caso basterebbe che l'osservatore si trovasse in quel luogo privilegiato e in un lampo, gli apparirebbe l'insieme dei fatti, lo spazio ed il tempo si rivelerebbero nella totalita' e nel significato ultimo dei loro aspetti."            

Louis Borges

 

'Alfa c'è, e... on-Sine potrebbe significare "sul Senio"- cioè sul fiume Senio-

il fiume che 10.000 anni fa è arrivato fino alla frontiera est della Romagna, spezzando così la barriera fra tempo e spazio. 

Insomma per dirla con André Breton "tutto induce a credere che " il nome di Alfonsine, per una fantastica combinazione di storia e geografia, sia una capsula del tempo, attraverso cui iniziare un viaggio su terre precluse: storici, esperti, razionalisti rimarranno tutti inchiodati e perderanno un'altra occasione storica, a causa della loro pesantezza. Gli altri, come noi, si avventureranno alla ricerca di frammenti, di schizzi, sempre e comunque enigmatici. Suggerendo ipotesi e raccogliendo fatti bizzarri su questa zona intermedia della Bassa Romagna, inizieremo un viaggio non sulla storia di questa terra, ma nella sua anima... ma attenzione a giocar leggeri, altrimenti si rischierà di scoprire qualcosa sull' Universo intero, sull'Altrove assoluto e allora la mente sarà perduta.

 

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