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Una delle tante obliose memorie 
degli alfonsinesi

ALTO LÀ CHI VA LÀ, 

U’ CHE CHÉGA 

E PU’SVA A CÀ

a cura di Luciano Lucci

Quando andavamo al cinema, al Corso o all’Aurora, tutti in gruppo, mi ricordo che nei film di guerra, ogni volta che c’era una sentinella armata che diceva, all’arrivo di uno sconosciuto, "Alto là, chi va là"  e noi si gridava in coro: "u' che chéga e pu'sva a cà"
(uno che sta cagando e poi se ne va a casa!)

Non ne avevamo un’idea, e nessuno ricordava o aveva mai saputo da dove fosse ‘nata’ quella frase. Per noi ragazzini o bambini dell’epoca era come una filastrocca divertente e dissacrante, che filava con un ritmo sciolto.

Solo un ventina di anni fa io ho scoperto l’origine di quel detto, tutto alfonsinese.

DOPO IL 26 LUGLIO 1943, ALLA CADUTA DEL FASCISMO, FU NOMINATO CAPO DEL GOVERNO IL GENERALE BADOGLIO, CHE INSTAURÒ UN GOVERNO TIPICAMENTE MILITARE. 

AD ALFONSINE I SOLDATI DELL’ESERCITO BADOGLIANO AVEVANO OCCUPATO IL PAESE E IMPOSTO IL COPRIFUOCO.

In via Carraretto Venturi, nel ‘Lazzaretto’, abitava Enrico Scudellari, ('Ricco d'Scudlear'). 

Era sera, c’era il coprifuoco e dovendo fare un ‘proprio bisogno’ Ricco si era recato nella vicina latrina pubblica, non avendo in casa il servizio.

Quando uscì dalla latrina un soldato badogliano lo individuò e gli puntò il fucile, intimandogli: “ALTO LÀ CHI VA LÀ!!!", e lui tutto tremante rispose “U’ CHE CHÉGA E PU’S VA A CÀ...". Subito dopo uno sparo e un urlo di dolore, Enrico Scudellari, che faceva il barbiere, fu portato all’ospedale ma, purtroppo, da quel giorno non poté più camminare normalmente e rimase zoppo per tutta la vita.

Da allora quella frase fu trasmessa, tale e quale, attraverso più generazioni, come una splendida filastrocca, ma slegata da quell'episodio, per entrare a far parte dell'obliosa memoria degli alfonsinesi.

 

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