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Tavolette votive
della Madonna
del Bosco
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Si
mostra l'incidente da cui ebbe origine il culto
(Tavola
31) Tempera su tavola, cm
24,8x32,5 sec. XIX |
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Sommario |
un click per trovare:
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Dove si
trova
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Una cartina mostra come arrivare al Santuario
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Documenti storici
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Sono indicate le fonti storiche a cui si riferiscono
tutti gli scritti sul Santuario
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Origine ed evoluzione del culto
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Si racconta come ebbe origine il culto della Madonna
del Bosco e come si è evoluto nel tempo
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Le tavolette votive
(siete qui)
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Sono riprodotte le 47 tavolette votive, con
informazioni su ciascuna di esse. Il formato digitale è ad alta
risoluzione
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Storia del
Santuario
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Si racconta la storia della prima costruzione, delle
distruzioni e ricostruzioni varie del Santuario
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Molte delle informazioni sono tratte dal libro
di Maria Elisabetta Ancarani "Per Grazia Ricevuta" Ed. Il
Girasole maggio 2001 |
Le
47 tavolette votive
della Madonna del Bosco
La numerazione rimanda alla schedatura eseguita dal dott. Antonio
Corbara il 15 novembre del 1962 per conto della Sovraintendenza delle
Gallerie di Bologna (Catalogo delle opere d'arte mobili), conservata in
copia nell'archivio del santuario della Madonna del Bosco. La medesima
numerazione è adottata anche dallo studioso Antonio Savioli, in 'Catalogo degli ex-voto di
Madonna del Bosco', "Studi Romagnoli", XIX (1968), pp. 253-267,
a cui si devono anche l'aggiunta del n° 35 bis e le indicazioni cronologiche.
.......
(ancora
da terminare)
un
click sull'immagine per averne un ingrandimento
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Tav.
23 sec. XVIII
cm. 35x26,9
Olio su tavola
E' la prima, in ordine di
tempo
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Un
colono invoca la Madonna con un bovino accovacciato presso l'albero:
questo ex-voto è da riferirsi probabilmente alle frequenti
epizoozie, che costituivano un vero flagello per queste terre ad
economia agraria e che inducevano molti contadini a rivolgersi alla
Madonna del Bosco |
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Tav.
45 sec. XVIII
cm. 25,5x29
Olio su tavola
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Tav.
42 sec. XVIII
cm. 23x30,2
Olio su tavola
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Tav.
27 sec. XVIII
cm. 18,8x26,7
Olio su tavola
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Tav.
35 sec. XVIII
cm. 20,2x26,8
Tempera su tavola
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Tav.
14 sec. XVIII
cm. 22,3x27,1
Olio su tavola
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Tav.
17 sec. XVIII
cm. 25x30,1
Olio su tavola
Nobildonna
implorante, giacente in un letto a baldacchino, con un'assistente
accanto ed uno scaldaletto col contenitore in rame e manico di
legno, su un pavimento del tardo XVIII sec. o
dei primi del XIX. |
Il tema
del dipinto votivo è di ambiente
indubbiamente borghese. Come
ha notato giustamente il Savioli ("Per
la lettura delle tavolette votive del santuario, La Madonna
del Bosco", VI (1980), n. 2):
"la condizione sociale della
graziata è dichiarata dalla signorilità dell'arredamento della
stanza, specialmente della forma del letto che i nostri avi
chiamavano ‘a tumbò’,
letteralmente a tumulo (francesismo dialettizzato), cioè con
cortina e padiglione frappato, con cordoni e fiocchi per la
chiusura. Anche l'ampia coperta è orlata di pizzo (...)."
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Tav.
33 sec. XVIII
cm. 19,8x22,3
Olio su tavola
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Tav.
21 sec. XVIII
cm. 23x29
Tempera su
tavola
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Tav.
46 sec. XVIII
cm. 19,2x30,5
Tempera su carta incollata a legno
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Tav.
5 sec. XVIII
cm. 29,1x39,4
Olio su tavola
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Si
vede qui un incidente di carrozza. La persona alla guida cadde tra
le ruote.
La Madonna col bambino è associata ai santi Luigi Gonzaga, Antonio
da Padova e alle Anime Purganti che compaiono anche nella Tav. 18 |
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Tav.
10 1776
cm. 18,3x24,5
Olio su tavola
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Tav.
25 sec. XVIII-XIX
cm. 17,9x21,6
Olio su tavola
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Tav.
40 sec. XVIII-XIX
cm. 19,5x26,2
Olio su tavola
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Tav.
16 sec. XVIII-XIX
cm. 19x22,3
Tempera su
tavola
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Tav.
34 sec. XVIII-XIX
cm. 20,2x21,6
Tempera su
tavola
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Tav.
30 sec. XVIII-XIX
cm. 14,2x23,7
Olio su tavola
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Tav.
38 sec. XVIII-XIX
cm. 20,3x23,7
Olio su tavola
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A
tergo a destra a matita è scritto: Battista Ferri fu l'anno 1823; a
sinistra, a penna: Memoria. Il mercoledì Santo del 1823: sul
piazzale della Chiesa della B.a V.e del Bosco
fui colpito con un calzo della mia Cavalla nel braccio destro e fu
tanto terribile il colpo, e sensibile il dolore che caddi per terra,
e fui portato in Casa semivivo, per cui credevo il colpo fosse
mortale, o almeno mi fosse accaduta la rottura del braccio stante la
doglia attroce e l'effusione del sangue; ma dopo due, o tre ore
circa alzai le deboli mie preghiere alla B .a V.e
del Bosco, Mia Avvocata, e Protettrice, mi cessò il dolore, e
conobbi che il colpo, benché terribilissimo mi aveva arrecato
solamente una piccola rottura di carne, e di una vena del d.o
braccio per cui dovetti per pochi giorni portarlo al collo, ma con
poco dolore, indi mi sentii dopo due, o tre giorni affatto libero
senza verun danno; e tuttocciò lo riconosco per una Grazia
speziale della B .a V.e . In fede
D. Gian Batta Gessi attuale Capellano aff.o mano propria. |
Tav.
24 1823
cm. 22,5x34,3 Tempera su
tavola
Il
prete ha ricevuto un
calcio dalla cavalla. La costruzione dove avvenne il fatto
assomiglia proprio alla forma ottagonale del santuario e
alla contigua canonica.
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Tav.
3 1840
cm. 14,2x23,7
Olio su tavola
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Secondo
il Savioli, il graziato potrebbe essere figlio di Giuseppe
Lanconelli, primo benefattore della festa di maggio. I Lanconelli
erano ricchi possidenti alfonsinesi, che avevano un caseggiato nel
Borghetto, poi della famiglia Martini (Pliché), che veniva dato in
affitto al comune come sede municipale, della magistratura, delle
scuole e delle prigioni. Bonafede Lanconelli fu priore, figlio di
lui fu Giuseppe, poi Pietro e quindi Sebastiano.
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Tav.
2 1844 cm.
28,4x31
Olio su tela
Malato
di nevralgia assistito dal medico e da tre donne
Nel
retro si legge:
"Memoria. per Grazia Ricevuta da Pietro Lanconelli di
Alfonsine, guarito da una nevralgìa per cui spasimava continuamente,
sotto la cura del D.r Annibale Cini di Bologna, e sotto gli
auspici della B.V. del Bosco, Li 9 settembre 1844"
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Tav.
37 sec. XIX
cm. 16x21,5
Olio su tavola
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Tav.
4 sec. XIX
cm. 18,2x24,8
Olio su tavola
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Tav.
36 sec. XIX
cm. 21,5x27,6
Olio su tavola
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Tav. 32 sec. XIX
cm. 23,3x28
Tempera su carta incollata a legno
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Tav. 35bis sec. XIX
cm. 23x28,4
Olio su tavola
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Tav. 43 sec. XIX
cm. 22,8x30
Tempera su carta incollata a legno
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Tav. 39 sec. XIX
cm. 17,7x24,8
Olio su tavola
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Tav. 13 sec. XIX
cm. 21x28
Olio su tavola
Un
uomo rimase illeso dopo la caduta da un calesse
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Tav. 7 sec. XIX
cm. 17x27,5
Olio su tavola
Il
protagonista rimase illeso dopo aver ricevuto un calcio da una vacca
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Tav. 2 sec.XIX
cm. 18,3x24,4
(luce del quadro chiusa)
Olio su tavola
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Tav.
20
fine del XVIII
cm. 23,5x31
Olio su tavola
Colono che
si salva sotto la castellata, nel ribaltamento di un carro agricolo.
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"L'uva - afferma A. Savioli
(Per la lettura delle tavolette votive del
santuario,
"La Madonna
del Bosco", VI (1980), n. 3-4) - appena vendemmiata era messa
in cesti o in casse e dal campo era portata nell'aia e scaricata nel
navàz, un
grande collettore quadrato di legno, quindi pigiata nei bigonci. Il
mosto era versato nella castlé, una
specie di botte ovoidale, dall'apertura anch'essa quadrata, spesso
decorata cogli stessi motivi del carro sul quale essa posava per
mezzo degli sden o sedili di posa. L'infortunio
descritto dovette verificarsi quando il carro tirato da due bovini
con castellata piena mosse dall'aia per andare a destinazione.
Sembra che la causa della disgrazia fosse dovuta alla rottura del
timone del carro che ne provocò il ribaltamento. Uno dei due
coloni, quasi schiacciato sotto la castellata, rimase illeso (...).
Il pittore non ha trascurato di dipingere sul terreno chiazze di
mosto fuoruscito dall'uzzo ed ha come animato i due animali che si
volgono quasi impietositi alla vista della disgrazia (...): il peso
della castellata piena di un volume di circa dieci barili avrebbe
potuto stritolare il poveretto". |
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Tav. 9 sec.XVIII
cm. 20x29
Olio su tavola
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(da
uno
scritto del Dott. Norino Cani)
"Questo
ex voto, un tempo conservato nel santuario alfonsinese della Madonna del
Bosco, ci ricorda le travagliate vicende che interessarono la Bassa Romagna durante la prima metà del settecento; un cinquantennio denso di avvenimenti, ma completamente ignorato dalla storiografia a livello sia locale che
nazionale.
La tavoletta in oggetto, oggi custodita presso il Museo Diocesano di Faenza, era già stata studiata da Antonio Savioli che aveva inquadrato con esattezza l'evento classificandolo come
"Scorreria di militari a cavallo", ma l'aveva riferito
all'ottocento. Alcune particolarità, però, la retrodatano al secolo precedente: l'abbigliamento dell'orante — a sinistra sopra la scritta PGR — davanti all'immagine della Beata Vergine è chiaramente settecentesco, la capigliatura, inoltre, è raccolta sulla nuca a formare il tipico "codino" di gran moda in quel periodo e segno distintivo della cavalleria. Nel campo centrale i cavalieri armati portano in capo uno strano cappello che richiama il
tricorno; tutti i soggetti, poi, vestono lo stesso abito stretto in vita e di color turchino compreso il personaggio che tiene per le briglie un cavallo apparentemente imbizzarrito.
Probabilmente si tratta di una squadra di dragoni, spagnoli o
napoletani, e l'ex voto si dovrebbe riferire ad uno scampato pericolo avvenuto durante il periodo delle guerre di successione, probabilmente quella austriaca, se non addirittura a quella
polacca...
...
Durante la guerra di successione austriaca l'armata absburgica
cercò di proteggere la Lombardia e nel contempo di prendere l'iniziativa respingendo gli spagnoli verso le
Marche, tentando anche l'invasione del Regno di Napoli. ....
...
Lo Stato Pontificio, che si mantenne neutrale durante tutto il periodo della guerra, però, permise alle armate, che si contrapponevano sul campo, non solo il transito, ma dovette anche provvedere al loro accantonamento e sostentamento aggravando la situazione economica del territorio.
Ad onta della dichiarata neutralità, durante le guerre di successione, lo Stato della Chiesa fu attraversato e sfruttato per i rifornimenti dai belligeranti che specialmente nei mesi invernali si acquartieravano in varie località, pretendendo, da popolazioni pacifiche ed impotenti, alloggio e viveri. E la Romagna, nella prima metà del secolo XVIII, fu senza dubbio una delle zone più attraversate e danneggiate per la sua posizione geografica, quanto per le condizioni logistiche, non mancando ad essa risorse alimentari, legna ed alloggi."
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Tav. 18 sec.XIX
cm. 22,5x29,5
Tempera su
tavola
Qui
sono presenti anche le Anime Purganti come nella tav. 5
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Tav. 26 sec.XIX
cm. 23,5x35
Olio su tavola
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Durante
una battuta di caccia in valle per un incidente fortuito dovuto allo
scoppio di un colpo di fucile uno dei cacciatori rimane ferito alla
gamba destra. Il P.G.R. indica che la ferita non fu mortale |
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Tav. 6 sec.XIX
cm. 19,8x23,4
Olio su tavola
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Si
vede una barca guidata dal traghettatore (siamo forse al Passetto dove
c'era la Madonna del Bosco?) che nel trasportare un cavallo e il suo
proprietario rischiò di rovesciarsi mentre il cavallo cadde in acqua.
La bestia si salvò quindi da annegamento, visto il P.G.R. |
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Tav.
8 sec. XIX
cm. 27,7x27,7 Tempera su
carta incollata a legno
Un
uomo è stato morsicato al braccio da un mulo
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Tav.
19 sec. XIX
cm. 23,7x29,7 Tempera su
tavola
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Tav.
12 sec. XIX
cm. 23,3x31,6 Olio su tavola
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Tav.
31 sec. XIX
cm. 24,8x32,5 Tempera su
tavola
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Tav.
11 sec. XIX
cm. 20x20,8
Tempera su
carta incollata a legno
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Tav.
29 sec. XIX
cm. 17x24,5
Tempera su
carta incollata a legno
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Tav.
41 sec. XIX
cm. 21,3x27,2
Olio su
carta incollata a legno
Incidente
di caccia con esito favorevole
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Tav.
15 sec. XIX
cm. 19,8x25,5
Olio su
tavola
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Un
cacciatore mira alle anatre con un braccio al collo, probabilmente
indicando la grazie ricevuta per un incidente di caccia |
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Tav.
28
anno1843
cm. 23,2x32,9 Tempera su
tavola
Un
fanciullo cade nella chiusa e un uomo è travolto dagli argani.
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Un
fanciullo cade nella chiusa e un uomo è travolto dagli argani.
I
due erano Vincenzo Billi e Prospero Ricci, (i loro nomi e la data
sono scritti nella parte alta della cornice), rappresentati in
ginocchio nell'atto di invocare e ringraziare la Madonna del
Bosco. La
chiavica è proprio quella detta Chiaviconi della Canalina, vicino al
Passetto, e oggi protetta e col
tetto ristrutturato. La prova sta nel fatto che Vincenzo Billi di
Madonna del Bosco fu il primo "Regolatore chiavicante",
come si legge dalla tesi di laurea di Gian Luigi Gambi, architetto
del Consorzio di Bonifica Bassa Romagna, che cita il documento AACMF,
Atti, Busta 1. I
compiti del Billi erano "di chiudere i portoni e di calare al
fondo la travata ogni qual volta si presenterà la piena del Po
istesso"
Il disegno mostra il guardiano
della chiusa
mentre nel manovrare l'argano, rimane impigliato e trascinato giù,
mentre un suo amico è già caduto in acqua. Essendo un voto P-G-R,
Per Grazia Ricevuta, la storia andò sicuramente a lieto fine
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Questa
tavola è
riconosciuto come donata dalla famiglia Alessandri. Infatti
Maddalena Alessandri, deceduta nel 1911, raccontava tra i dipinti
votivi appesi al muro ve n'era uno donato dai suoi genitori. |
Tav.
1 fine del XVIII
cm. 27,4x42,4
Olio su tavola
Uomo
con cavallo e calesse che si salva precipitando da un ponticello.
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"Un
giorno, mentre
la Maddalena
, ancor fanciulla sui 10 anni, recavasi in vettura, coi suoi genitori,
a visitare il santuario della B.V. del Bosco, prendendo la via
sull'argine destro del Po di Primaro, ad un tratto il cavallo, che
li trasportava, adombratosi, s'impennò e con un salto improvviso
trascinò la vettura e i tre, che veran sopra, sul campo
sottostante. La madre, la figlia e il cavallo rimasero illesi, ma il
padre fu trovato privo di sensi. Accorsero subito alcune persone che
sollevato il povero uomo da terra, lo trasportarono ad una casa
vicina per curarlo come potevano. La sposa che l'assisteva, non
vedendolo dare alcun segno di vita, cominciò a gridare sopraffatta
dal dolore: Madonna santa, salvate mio marito! Voi lo sapete che
eravamo diretti a visitarvi... A tali grida, l'uomo come svegliato
dal sonno, alzò il capo e disse: Che è stato? La donna colpita
dalla sua voce, gli ricordò in fretta I'accaduto ed egli riprese:
lo non ho nulla, sono sano! e tosto, senza alcun aiuto discese dal
letto, rimise in ordine la vettura, vi salì sopra colla moglie e la
figlia, e tutti e tre continuarono contenti il viaggio sino alla
chiesa della B.V.. del Bosco, che ringraziarono di cuore della
grande grazia ricevuta".
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Tav.
44 fine del XVIII
cm. 24x31,2
Olio su tavola
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(dal libro
di Maria Elisabetta Ancarani "Per Grazia Ricevuta")
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